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Venerdì, 19 Aprile 2024
Economia

Visti dall'alto di una nave da crociera

BRINDISI – Riuscire a stare in uno o più circuiti di navi da crociera serve anche se il porto non è il terminal di quelle linee: l’immagine della città circola, se lo scalo è ben servito i comandanti delle navi ne parlano tra loro, le compagnie non hanno difficoltà a riconfermare la tappa per gli anni futuri. Ma ci vuole attenzione imprenditoriale e politica, l’elemento che fa la differenza tra una città di mare orientata verso lo sviluppo, ed una città sul mare che sonnecchia senza grandi aspettative.

BRINDISI – Riuscire a stare in uno o più circuiti di navi da crociera serve anche se il porto non è il terminal di quelle linee: l’immagine della città circola, se lo scalo è ben servito i comandanti delle navi ne parlano tra loro, le compagnie non hanno difficoltà a riconfermare la tappa per gli anni futuri. Ma ci vuole attenzione imprenditoriale e politica, l’elemento che fa la differenza tra una città di mare orientata verso lo sviluppo, ed una città sul mare che sonnecchia senza grandi aspettative.

Pensi a questo quando sali a bordo di un’unità da crociera come la Ryndam della Holland American Lines, e guardi Brindisi dal dodicesimo ponte della nave, e capisci come ti vedono gli altri. Poi ti giri dall’altra parte e vedi la zona di via Spalato, via del Mare e via Mattonelle, e tutta l’area dell’ormai ex Terminal di Levante, e pensi che prima si libera da recinzioni e meglio è. Prima si fa una conferenza dei servizi per realizzarvi un centro che sia insieme legato al diporto nautico e alle crociere e interfaccia con la città vera, quella della gente, con negozi specializzati, attività per presentare il territorio ai viaggiatori, prodotti interessanti, punti di partenza e arrivo di tour attraverso i centri artistici, culturali, ambientali di questa parte della Puglia, e meglio è.

Ma ci vorrebbe un patto tra persone convinte della responsabilità sociale della politica e dell’impresa, e questa non è merce disponibile a piene mani, da queste parti dove il potere amministrativo non è affatto una guida illuminata. Cambierà qualcosa con le elezioni del 2012? Te lo chiedi mentre guardi Brindisi dal ponte della Ryndam, e vorresti che i crocieristi americani che trasposta in giro per il Mediterraneo da Barcellona a Civitavecchia, poi Messina, Cefalonia, Brindisi e Cattaro, e poi nuovamente Barcellona, sapessero che la forza di questo territorio non è il trenino che li porta a spasso.

Vorresti che i viaggiatori sapessero che qui ci sono giovani che costruiscono pezzi del loro avvenieristico Boeing 787, che la nave è ormeggiata dove duemila anni prima stazionava la flotta di Pompeo Magno, che ci sono mani che preparano delizie gastronomiche e mani che maneggiano microchip dell’ultima generazione. Che ci sono cose che solo qui possono vedere, perché ogni pezzo del Mediterraneo è diverso dall’altro, anche unito da sottili fili di storia e affinità culturali che lo rendono sempre e comunque un nodo cruciale dell’umanità.

Mai perdere la speranza. E mai perdere la strada tra i corridoi, le scale, le passeggiate, i saloni di questa unità di una compagnia fondata nel 1873, e che partecipò dal porto di Rotterdam all’esodo di quel milione di europei che raggiunsero Ellis Island partendo da quelle banchine. Il presidente dell’Autorità Portuale, Hercules Haralambides, lo racconta al comandante della Ryndam, Mark Rowden, sorprendendolo. La nave è olandese, ma Haralambides insegna all’Università di Rotterdam e di storia della navigazione ne sa abbastanza. Il piccolo mistero è svelato e Rowden si complimenta. “Porga i nostri omaggi a Sua Maestà la regina, se ne avrà occasione”, conclude il presidente ellenico dell’Authority brindisina. Tra gli ospiti, oltre al professor Haralambides e ai giornalisti, c'è il dirigente della Polizia di Frontiera, il vicequestore Salvatore De Paolis.

Poco prima, gli scambi di doni, l’apprezzamento del comandante per la città dove la nave ha già fatto scalo il 12 settembre scorso, l’interesse della compagnia a riconfermare la tappa a Brindisi anche nel 2012. Ci stanno lavorando l’agente marittimo della Holland American Lines a Brindisi, Teo Titi, e lo stesso Haralambides. Il presidente dell’Authority, dall’alto del 12 ponte, mostra agevolmente come l’aeroporto sia incastrato nel porto: una condizione pressoché unica e favorevole a fare di Brindisi anche un hub dove i passeggeri delle crociere possono raggiungere la nave in aereo, e ripartire in volo dopo lo sbarco. “Wonderful”, dice Rowden. Titi conferma i contatti con gli armatori per il prossimo anno.

Poi il tour per la nave, con la raccomandazione ai giornalisti di non sfiorare la privacy dei passeggeri, mentre per il resto riprese e foto senza problemi. Infine il ritorno in banchina, con il ritorno della forte sensazione che la città sia ancora impreparata a diventare in fretta città di mare oltre che città sul mare e che dal turismo delle chiacchiere a quello che produce fatturato e lavoro la distanza sia ancora grande. Però, arrendersi mai (ma dove l’abbiamo già sentita?).

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