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Martedì, 23 Aprile 2024
Cultura Mesagne

Dove va il Mediterraneo? Progetto a scuola

MESAGNE - “Dove va il Mediterraneo?” Questo è il quesito del dibattito che si tiene il 9 gennaio presso l’Istituto Scientifico-Commerciale “Epifanio Ferdinando” di Mesagne. Si tratta del terzo di un ciclo di incontri del progetto pluriennale dal tema “La Cooperazione internazionale e lo sviluppo partecipato”.

MESAGNE - “Dove va il Mediterraneo?” Questo è il quesito del dibattito che si terrà giovedì 9 gennaio, presso l’Istituto Scientifico-Commerciale “Epifanio Ferdinando” di Mesagne. Si tratta del terzo di un ciclo di incontri nell’ambito del progetto pluriennale dal tema “La Cooperazione internazionale e lo sviluppo partecipato”, avviato a seguito della convenzione stipulata tra l’Università del Salento, il Dipartimento di Storia, Società, Studi dell’Uomo e il Comune di Mesagne.

Un’opportunità singolare che vede collaborare insieme le istituzioni protagoniste, al fine di raggiungere obiettivi comuni quali: la ricerca scientifica, la formazione e l’approfondimento, rispetto a questioni di particolare interesse. Per questo il programma di tale progetto, già partito con un primo incontro nello scorso mese di novembre e con un secondo nel mese di dicembre, prevede nella giornata di domani, un terzo dibattito relativo alle trasformazioni geopolitiche nell’area del Mediterraneo e alla cooperazione internazionale.

Il tutto per favorire la riflessione su aspetti che, spesso, vengono poco considerati quando, invece, possono fornire all’uomo le risposte che cerca. Quanti , finora, studiando i paesi che affacciano sul Mediterraneo sono andati nei dettagli, facendo un’indagine di natura storica, antropologica, sociale ed economica? Quanti hanno provato, per esempio, a cercare risposte sul perché delle tensioni in Siria, a Lampedusa? Soprattutto, ammettendo che qualcuno ci abbia provato, quanti sono riusciti a capirne qualcosa? In tutto questo, poi, cosa c’entrano la globalizzazione, l’immigrazione e le politiche dell’inclusione?

E’importante analizzare, capire e fare chiarezza. Questo è lo scopo principale del ciclo di incontri, promosso dal progetto già sopra citato. Sono coinvolti anche tanti ragazzi, studenti dell’Istituto Ferdinando che hanno mostrato particolare interesse a tali tematiche. Insieme a loro, al dibattito che si terrà domani nell’Auditorium della scuola, interverranno il sindaco di Mesagne Franco Scoditti, il preside Vincenzo Antonio Micia, Antonio Aresta, assegnista di ricerca in Antropologia culturale ed economica dell’Università del Salento, la professoressa Adele Rini, docente di lettere dello stesso istituto e infine il professore Franco Rizzi, Ordinario di Storia dell’Europa e del Mediterraneo presso l’Università di Roma Tre, fondatore di Unimed, direttore responsabile di MedArabNews.

“Questo progetto, è un’occasione per tutti noi veramente molto importante – spiega il preside Micia - . Riteniamo che il Mediterraneo meriti uno studio approfondito che analizzi soprattutto le tensioni di tipo culturale, sociale ed economico che hanno colpito alcune regioni. Vediamo quello che è accaduto in Siria o a Lampedusa e chiediamoci quali sono i reali motivi che hanno scaturito queste situazioni. Non basta leggere pagine di giornali, fatti di cronaca. Bisogna, poi, fermarsi, studiare e riflettere. Questo ce lo insegna la storia, da sempre”.

“Io da professore prima, da dirigente adesso, mi rivolgo ai ragazzi perché credo fortemente che sono loro, prima di tutto, che hanno bisogno di conoscere certi meccanismi. La scuola ha il dovere – conclude – oggi di creare soggetti qualificati, di svolgere una funzione attiva nel territorio, di essere centro propulsivo culturale, uscendo da schemi prestabiliti. Non è più tempo di studiare solo con i libri in mano, è fondamentale allargare gli orizzonti. E’ arrivato il momento di fornire ai nostri ragazzi gli strumenti per affrontare il loro futuro”.

La possibilità di andare oltre alcuni schemi, c’è sempre. Basta provare a cercare. La città di Mesagne lo ha fatto e questo progetto lo dimostra chiaramente

 

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