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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cultura

"Ercole Brindisino, ritardo del Mibac"

BRINDISI - Il ritardo dell'arrivo dell'Ercole Brindisino è dovuto all'attesa di una risposta da parte del ministero competente, il Mibac. Lo fa sapere il commissario straordinario alla Provincia. La statua fu trovata nel 1762 nei pressi della chiesa di S.Paolo.

BRINDISI – Il ritardo dell’arrivo in prestito al Museo archeologico provinciale “Ribezzo” della statua denominata Ercole Brindisino è dovuta alla mancata risposta – almeno sino a questo momento – da parte del Ministero dei Beni archeologici e culturali alla richiesta di autorizzazione avanzata dalla Soprintendenza di Napoli e Pompei. Lo fa sapere oggi  il commissario straordinario alla Provincia di Brindisi.

“Al riguardo la Provincia di Brindisi tiene a puntualizzare”, si legge nella nota del commissario Cesare Castelli, “che il prestito temporaneo della statua presso il Museo Archeologico F. Ribezzo di Brindisi per il periodo 15 marzo 2013 – 15 settembre  2014 non si è ancora concretizzato poiché non è ancora pervenuta l’autorizzazione ufficiale da parte del Ministero per i Beni e le Attività Culturali a fronte della richiesta formulata dalla Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Napoli e Pompei con nota del 28 gennaio 2013 inviata per conoscenza a questo Ente il 6 febbraio 2013”.

Le ragioni del ritardo nella riposta del Mibac non sono note, ma non è escluso che la situazione si evolva a breve. La statua raffigurante un Ercole giovane fu ritrovata il 7 ottobre del 1762 negli scavi antistanti la trecentesca chiesa di San Paolo a Brindisi, ed è custodita a Napoli. In un  primo momento si era sperato di poterla ospitare al “Ribezzo” in occasione del 250esimo anniversario dal suo ritrovamento che cadeva lo scorso anno.

"La statua in marmo bianco del protettore Ercole, padre dell'eroe Brento che diede il nome alla città di Brindisi, venuta casualmente alla luce il 7 ottobre 1762 nel largo S. Paolo, insieme a un gran numero di monete d'argento di Augusti e Auguste, per ordine di Ferdinando IV felicemente regnante - spiega lo storico locale Ortensio de Leo - fu trasferita a Napoli e collocata nel suo museo".

 

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