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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cultura

Il pane quotidiano di Catena Fiorello

BRINDISI - Martedì a Palazzo Virgilio si è tenuta la presentazione del romanzo autobiografico di Catena Fiorello "Dacci oggi il nostro pane quotidiano".

BRINDISI - Martedì a Palazzo Virgilio si è tenuta la presentazione del romanzo autobiografico di Catena Fiorello "Dacci oggi il nostro pane quotidiano. Ricordi, sogni e ricette di una famiglia come tante. La mia." (Rizzoli, 2013, pp. 401). Il libro è stato presentato in occasione del meeting organizzato dall'Associazione Fidapa ( Federazione Italiana Donne Arti Professioni Affari) sede di Brindisi e intitolato "L'identità personale e il ruolo della famiglia".

L'autrice ha raccontato i motivi che l'hanno spinta a scrivere un libro sulla sua famiglia. " L'idea è nata dopo essere venuta a conoscenza, da un telegiornale, della notizia del suicidio di un operaio. La notizia mi ha colpito tanto e mi sono chiesta: cosa farei io? Posso scrivere una storia che abbia a che fare con la mia vita. Cosa c'è di più credibile della mia famiglia?".

"E' la storia della mia famiglia che ha avuto la forza di andare avanti avendo solo lo stipendio di mio padre. Ma senza di esso cosa avremmo fatto noi sei? I nostri genitori ci hanno insegnato a non piegarci mai davanti alle difficoltà. Dal 20 al 27 del mese mio padre doveva inventarsi la vita e mia madre, in quei giorni tristi, faceva esperimenti eccezionali in cucina. Il menù grilli era una sua invenzione".

"Mia madre inventava ogni giorno qualcosa di diverso. Non ho mai visto i miei genitori con la faccia buia. Non ci ingannavano ma ci facevano vivere serenamente. Trovare dei genitori che ti danno la possibilità di avere delle certezze è una fortuna. Per mio padre, appuntato della Guardia di Finanza, l'onestà veniva prima di tutto".

Catena Fiorello ha continuato poi dicendo: " Dedico questo libro a tutti i genitori che, se anche piovono pietre dal cielo, si alzano la mattina presto e, per sostenere i propri figli, cercano il lavoro che hanno perso. Il titolo del libro 'Dacci oggi il nostro pane quotidiano' oltre a essere tratto dalla preghiera, è un'esortazione, a chi di dovere, a non togliere il pezzo di pane, a non togliere la dignità. Se uno Stato è civile non può far mancare il pezzo di pane".

A moderare l'interessante incontro è stata l'avv. Ernestina Sicilia, presidente Fidapa di Brindisi. Tra i relatori il dott. Luigi Russo, responsabile del Centro educativo Ambarabà-Lecce, la dott.ssa Angela Silvia Paradiso, presidente della cooperativa Artemide di Latiano, l'avv. Clementina Spagnolo, presidente Camera nazionale Avvocati per la famiglia e i minorenni.

Dopo l'apertura con la "cerimonia delle candele" (che simboleggiano l'opera delle donne nel mondo), e la lettura di un messaggio della presidente nazionale Fidapa, Eufemia Ippolito che ha reso omaggio a una delle socie che ha dato maggiormente lustro all'associazione, Rita Levi Montalcini, ricordandone le parole "quando muore il corpo sopravvive il messaggio che hai dato",  Catena Fiorello è stata riconosciuta  Socia onoraria dell'associazione.

Presente tra il pubblico anche il prefetto di Brindisi, Nicola Prete, il quale ha parlato del ruolo importante che hanno oggi le donne in Italia, dei tanti ministri donna che occupano "posti-chiave" e di come, a differenza di molti altri luoghi del mondo, siano stati sconfitti i pregiudizi nei confronti delle donne nel nostro Paese.

Il prefetto ha continuato poi ribadendo quanto sia importante il ruolo della famiglia e dell'esempio che essa dà agli uomini "quando vediamo uomini che rispettano le donne vuol dire che hanno avuto l'esempio in famiglia. La famiglia è il più grande ammortizzatore sociale." Il Prefetto ha concluso il suo intervento augurando alle future generazioni di capire quanto sia importante l'impegno per la realizzazione delle proprie aspirazioni.

Il libro di Catena Fiorello è per il dott. Luigi Russo "un trattato di pedagogia". Il responsabile della casafamiglia Ambarabà di Lecce ha invitato i presenti a guardare, nella quotidianità, i propri figli, i loro amici,le scuole. "Nel libro di Catena le parole identità, famiglia e cibo che oggi sanno di precario, di fast food, riprendono consistenza. L'identità personale nasce dal bisogno di cibo. Il neonato piangendo si accorge che un adulto si avvicina, che ha capito la sua necessità. In questo rituale viene soddisfatto questo bisogno di cibo".

"Ad un certo punto però succede che devo imparare ad aspettare perchè mia madre non può soddisfare subito il mio bisogno. Succede allora che comincio a desiderare. E' in una situazione di attesa quindi che io imparo a desiderare. Ma siamo noi adulti in grado di educare al desiderio? Di fronte alla tristezza dei nostri figli siamo in grado di essere per loro dei punti fermi?." Il dott. Russo ha parlato poi della precarietà dell'essere adulto: " Siamo capaci di essere adulti che sanno dare sicurezza in quello spazio di attesa che è il non raggiungimento dell'obiettivo?".

Dopo l'intervento del dott. Russo molto apprezzato dal pubblico presente al meeting, sono seguiti gli ultimi due interventi. Quello della dott.ssa Angela Silvia Paradiso che ha parlato del suo lavoro nella comunità Artemide dove rispetto al passato non giungono più minori che hanno una situazione di indigenza alle spalle ma giungono oggi minori che provengono da situazioni famigliari logorate, che vivono il disagio in prima linea, che arrivano in comunità solo perchè non è stato stabilito se devono stare con il padre o la madre.

"Sono adolescenti normali. Educare figli naturali o adottivi significa rinunciare al proprio tempo, a qualcosa di sè, significa avere un istinto di protezione. E questo costa. Il prezzo da pagare è qualcosa in meno per noi. In alcune situazioni basterebbe soltanto esserci. I bambini devono essere tenuti fuori da determinate dinamiche. Da noi vengono bambini che quando parlano sembrano avere quarant'anni. Ci sono dei codici famigliari che abbiamo ma che ci dobbiamo riprendere. Ognuno di noi può essere un tutore per i bambini che ha, un punto di riferimento per qualcuno che abbiamo accanto."

Infine con l'intervento dell'avv. Clementina Spagnolo si è avuto il punto della situazione di ciò che avviene oggi negli studi legali. "Oggi nello studio dell'avvocato si va alla ricerca di risposte, perchè conosce il Diritto, che è certezza. La domanda dei clienti deve trovare per forza delle risposte. Oggi c'è la paura di non far vivere ai propri figli ciò che è mancato a noi. Qual è il debito che abbiamo verso noi stessi? è quello di restituire i valori smarriti. La mancanza di valori porta alla fine della famiglia".

"Quello che oggi manca è il senso di due persone che vogliono superare le difficoltà quotidiane. Il bambino ha bisogno di entrambi i genitori. La realtà insegna che un bambino che ha vissuto con due genitori ha stimoli che provengono da due personalità diverse, bagagli culturali diversi. Chi vive con un solo genitore lo idealizza. E' necessario che il genitore affidatario cerchi di essere generoso,comprensivo perchè anche se la famiglia non c'è più rimane sempre il rapporto genitore-figlio. Attraverso la famiglia si costruisce l'identità personale dei figli."

 

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