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Martedì, 23 Aprile 2024
Cultura

Il restauro della Chiesa dell'Addolorata, incontro domani a Carovigno

CAROVIGNO – Domani, 24 novembre, nella chiesa del Carmine in Carovigno (inizio ore 18.30) la dottoressa Antonia Barillà illustrerà le peculiarità storico artistiche della chiesa della Santissima Addolorata. L'ingegnere Luigi D'Amato esporrà metodologia e finalità dell'intervento di restauro in corso a vantaggio della stessa chiesa.

CAROVIGNO – Domani, 24 novembre, nella chiesa del Carmine in Carovigno (inizio ore 18.30) la dottoressa Antonia Barillà illustrerà le peculiarità storico artistiche della chiesa della Santissima Addolorata. L'ingegnere Luigi D'Amato esporrà metodologia e finalità dell'intervento di restauro in corso a vantaggio della stessa chiesa.

Il programma prevede il saluto introduttivo del dottor Giacomo Carito, dell’Ufficio Beni Culturali Arcidiocesi Brindisi- Ostuni, quindi gli interventi di Antonia Barillà, Società di Storia Patria per la Puglia (Percorsi di storia dell’arte in Terra d’Otranto. La Santissima Addolorata di Carovigno) e di Luigi D’Amato, tecnico incaricato del progetto di restauro (Il progetto di restauro a vantaggio della chiesa Santissima Addolorata). Conclusioni di don n Alessandro D’Agostino, parroco di San Pietro Apostolo. Coordinerà l’incontro la dottoressa  Antonella Golia, Società di Storia Patria per la Puglia.

Agli occhi di un viandante, la Carovigno del XVI secolo doveva apparire simile a una roccaforte, con poco più di tremila abitanti difesi dalle possenti fortificazioni angioine adeguate in età aragonese e vicereale alle esigenze imposte dall’introduzione delle armi da fuoco. All’esterno delle mura non mancavano insediamenti abitativi, concentrati soprattutto intorno ai nuclei religiosi posti nelle immediate vicinanze della cittadina. Fra questi era la chiesa dell’Addolorata o dell’ospedale titolo questo che può far riferimento o a un qualche ordine ospitaliero o a un vero e proprio hospitium o hospitale, luogo d’ospitalità, da dove appunto ospedale, per poveri e viandanti.

Certo, anche le cure erano comprese nelle prestazioni fornite, ma preponderante era la funzione di rifugio per poveri e soprattutto pellegrini: non a caso i primi ospedali medievali erano gestiti da enti religiosi e si trovavano prevalentemente lungo gli itinerari di pellegrinaggio. Nel nostro caso occorrerà pensare a un piccolo luogo di ricovero con sette o otto posti letto.

Non sappiamo se abbia avuto funzione di lazzaretto extra moenia per evitare i contagi all’interno della comunità o se possa porsi in connessione con l’ospedale civico amministrato nel XIX secolo dalla Deputazione della Pubblica Beneficenza su cui informa Vincenzo Andriani. La chiesa, eretta probabilmente dopo il concilio tridentino, si compone di un’unica navata, con semplice copertura a botte arricchita da unghie laterali; si conclude in un’abside rettangolare che accoglie l’unico altare.

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