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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cultura

Il vino, Ulisse e il viaggio della vita

BRINDISI - "Spesso la condotta di un uomo, riscaldata dal vino, non è che l'effetto di ciò che negli altri momenti avviene nel suo cuore". Questo il pensiero di Jean Jaques Rousseau sulla bevanda più antica del mondo. Del vino infatti non si conosce la data esatta di diffusione, ma se ne parla già negli scritti dell'Antico testamento. La prima vera grande terra del vino è senz'altro la Grecia.

BRINDISI - "Spesso la condotta di un uomo, riscaldata dal vino, non è che l'effetto di ciò che negli altri momenti avviene nel suo cuore". Questo il pensiero di Jean Jaques Rousseau sulla bevanda più antica del mondo. Del vino infatti non si conosce la data esatta di diffusione, ma se ne parla già negli scritti dell'Antico testamento. La prima vera grande terra del vino è senz'altro la Grecia.

Omero ne parla molte volte nell'Odissea, come quando permette ad Ulisse di sconfiggere il Ciclope Polifemo grazie al vino donatogli dal sacerdote Marone, o quando parla della maga Circe, che lo offrì ai suoi compagni di viaggio prima di trasformarli in porci. E proprio il vino e l'Odissea sono stati al centro della presentazione del libro del docente di Letteratura italiana dell'Università del Salento, Ettore Catalano, intitolato "Per altre terre. Il viaggio di Ulisse", edito dalla casa editrice Progedit di Bari, organizzata ieri alle 18 dall'Associazione culturale Sviluppo e Lavoro presso la Cantina Risveglio Agricolo di Brindisi.

Il prof. Catalano ha intrattenuto molto piacevolmente il pubblico presente raccontando la storia del "più bel dono offerto dagli dei all'uomo" e della sua rilettura di quella che ha definito "la madre di tutte le storie, l'Odissea".

"Per altre terre" riassume gli avvenimenti più importanti dell'opera di Omero in  altrettanti ventiquattro capitoli, donando ai lettori, in ognuno di essi,  piccole gemme dei poeti greci del Novecento, come Kavafis e Ritsos, ma anche dell'antichità, come Platone, costruendo così un ponte tra due mondi: quello antico e quello contemporaneo.

I capitoli che il prof. Catalano ha reintitolato in modo davvero poetico,come "Il ricordo del niente", "Le pietre del tempo", "Il mare profondo del narrare", sono completati da altrettante ventiquattro riletture artistiche  del pittore barese Donato Sciannimanico. I quadri  dell'artista, dai colori accesi, colgono l'essenza dei passi più importanti del libro,attraendo lo sguardo del lettore a prima vista.

Ma "quante Odissee ci sono nell'Odissea?" e "quanti sono i volti che Ulisse ha assunto nel corso dei secoli  nelle diverse letterature? ". Domande complesse cui solo un professore d'eccellenza, come Catalano, poteva dare risposte esaurienti e al tempo stesso brillanti per il suo pubblico.

Passando da Dante, che colloca Ulisse nell' VIII cerchio dell'Inferno, tra i consiglieri di frode, per aver oltrepassato i limiti delle Colonne d'Ercole al fine di conoscere ciò che agli umani non era dato sapere, a Foscolo, che racconta un Ulisse "bello di fama e di sventura" nella sua "A Zacinto", dipingendolo come un moderno eroe dell'epoca romantica prima e, successivamente, come un ingannatore nell' "Aiace", per essersi impadronito delle armi di Achille spettanti ad Aiace.

E continuando poi per Pascoli, che nel suo "Ultimo viaggio" descrive un Ulisse che malinconico, deluso, alla ricerca del vero senso delle cose, lascia la ritrovata serenità di Itaca, per rimettersi in viaggio verso quelle stesse città che lo avevano visto giovane e vincitore.

E ancora con D'Annunzio, Ulisse cambia nuovamente volto. Per il poeta, il re di Itaca diventa simbolo del superuomo, dello sprezzo del pericolo, una guida per coloro che non sopportano la vita mediocre. Finendo poi con Ungaretti, che lo definisce "superstite lupo di mare" e Joyce, che lo trasforma nell'anti-eroe per eccellenza. Catalano ha concluso la serata dedicando il libro a sua moglie, senza la quale non avrebbe mai potuto scrivere i suoi libri e alla Grecia che vive attualmente una difficile situazione.

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