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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cultura

In redazione senza paracadute

BRINDISI – Ha presentato anche a Brindisi il suo libro-denuncia sulla condizione dei giornalisti precari italiani, una grande massa di intelligenze e ferree volontà sottopagate e costantemente frustrate. Antonio Loconte ieri sera 2 ottobre, a Palazzo Nervegna, accompagnato dal suo collega ma ora sindaco della città, Mimmo Consales, ha raccontato come e perché ha scritto “Senza paracadute”, in realtà un’autobiografia, nella pratica un ritratto di una generazione di cronisti che vivono con i contratti a termine, i licenziamenti dall’oggi al domani, i compensi irrisori, lo stesso grande problema di altre decine di migliaia di giovani. BrindisiReport.it ha rivolto alcune domande a Loconte.

BRINDISI – Ha presentato anche a Brindisi il suo libro-denuncia sulla condizione dei giornalisti precari italiani, una grande massa di intelligenze e ferree volontà sottopagate e costantemente frustrate.  Antonio Loconte ieri sera 2 ottobre, a Palazzo Nervegna, accompagnato dal suo collega ma ora sindaco della città, Mimmo Consales, ha raccontato come e perché ha scritto “Senza paracadute”, in realtà un’autobiografia, nella pratica un ritratto di una generazione di cronisti che vivono con i contratti a termine, i licenziamenti dall’oggi al domani, i compensi irrisori, lo stesso grande problema di altre decine di migliaia di giovani. BrindisiReport.it ha rivolto alcune domande a Loconte.

A cosa ha dovuto rinunciare, o rinuncia, per continuare a svolgere la professione giornalistica?

A tutto. Agli amici, agli hobby, alle passioni, all'idea di poter vivere una vita normale. Non rinuncerei mai alla dignità. Per questo ho fatto causa alla mia azienda, per ingiusto licenziamento.

Quali sono state le gratificazioni ricevute che ricorda meglio?

Ho vinto dei premi che mi hanno permesso di guadagnare dei soldi.  O quando incontri gente che ti dice che il tuo servizio lo ha capito anche la moglie. Il mio è uno stile per tutti ma che non rinuncia ad usare parole importanti. Non bisogna aver paura di usare le parole giuste.

Pensa che questo libro possa essere utile a chi si ritrova ad essere precario?

Un signore di Scandicci lo ha comprato per la figlia che vuole fare la giornalista. E' un libro che però molti giornalisti dicono di non aver letto.

Nonostante le difficoltà che un giovane deve affrontare quando si avvicina al mondo del giornalismo, glielo consiglierebbe?

Sì. Consiglio ai giovani di essere tenaci, sognatori, di non mollare perchè c'è spazio per tutti. Ma bisogna capire anche che può esserci altro. Ci vuole coraggio  per fare questo mestiere.

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