"Io partigiana/la mia Resistenza": a Carovigno arriva Lidia Menapace
CAROVIGNO - Giovedì 24 luglio alle ore 19, nella sala convegni del Castello di Carovigno, Lidia Menapace, 90 anni, staffetta partigiana, pacifista, militante del movimento femminista e fondatrice del giornale "Il Manifesto", presenterà il suo libro "Io, partigiana/la mia Resistenza".
All'incontro coordinato e presieduto da Vito Uggenti, segretario cittadino Prc/Se (Partito Rifondazione Comunista - Sinistra Europea), parteciperà Pasquale Voza, professore ordinario di letteratura italiana alla facoltà di Lettere dell'Università degli Studi di Bari. Interverranno: Gino Marchitelli, scrittore/autore di libri Noir come "Morte nel Trullo", "Qvimera", "Il pittore"; Primarosa Saponaro, portavoce del comitato cittadino Petizione Popolare "Salvatore Morelli"; Luigi Tamborrino,responabile Beni Comuni e Culturali - segreteria cittadina Circolo Prc/Se di Carovigno; Luigi Cesaria, presidente Università Popolare Carovigno e Marzia Bagnulo, assessore alla Cultura dell'omonimo Comune.
Recensione del libro
Lidia Menapace è nata nel 1924 a Novara e vive a Bolzano.Staffetta partigiana, senatrice della Repubblica italiana, pacifista e femminista militante, in questo libro racconta la sua esperienza nella Resistenza attraverso i grandi eventi storici e gli episodi di eroismo personale e collettivo. La tessera del pane e i bombardamenti, la solidarietà tra famiglie e le fughe in bicicletta, la distribuzione dei giornali clandestini e la paura dei posti di blocco dei nazifascisti, la consegna dei messaggi in codice imparati a memoria, l’aiuto prestato a un giovane ebreo nella fuga in Svizzera, i libri sui sindacati letti di nascosto, lo studio al lume di candela durante il coprifuoco.
E poi, la presa di coscienza graduale del valore politico della Resistenza che ha posto le fondamenta teoriche e pratiche del progetto di una società solidale e partecipata il quale, se trovò un seguito forte nella Costituzione, fu poi tradito nella storia reale dell’Italia. Ma, come le scriveva in un bigliettino il generale Alexander, comandante delle forze alleate, “Lidia resisté”, e la Menapace continua ancora oggi a combattere. La sua è una fondamentale testimonianzastorica e coinvolgente, corredata da schede di approfondimento che guidano nella lettura anche un pubblico di giovani.
Chi è Lidia Menapace
Giovanissima prese parte alla Resistenza partigiana come staffetta e nel dopoguerra fu impegnata nei movimenti cattolici, in particolare con la Fuci (Federazione Universitaria Cattolica Italiana). All'inizio degli anni sessanta, cominciò a insegnare in Cattolica; poi, trasferitasi in Alto Adige nel 1964 fu - assieme a Waltraud Gebert Deeg - la prima donna eletta nel consiglio provinciale di Bolzano e, in quella stessa legislatura, anche la prima donna ad entrare nella giunta provinciale (fu assessore alla Sanità). Insegnante, simpatizzò per il Partito Comunista Italiano, ma nel 1969 venne chiamata dai fondatori nel primo nucleo de "Il Manifesto". Nel 1973 è stata tra le promotrici del Movimento Cristiani per il Socialismo.
Lidia Menapace rappresenta una delle voci più importanti del femminismo italiano. Nelle elezioni politiche del 2006 viene eletta al Senato nelle liste di Rifondazione Comunista; la sua candidatura è stata resa possibile in sostituzione di Marco Ferrando, il leader di una minoranza del Prc, protagonista di una polemica che ne ha comportato la rimozione dalle liste del partito. Pochi mesi più tardi la Menapace ricevette alcuni voti in occasione dello scrutinio segreto per l'elezione del Presidente della Repubblica Italiana del 2006.
Autrice di numerosi libri, poco dopo la nascita del governo Prodi, è proposta alla presidenza della Commissione Difesa al Senato, gesto considerato un affronto da alcuni elementi della Casa delle Libertà visto il suo antimilitarismo.Successivamente è stata duramente contestata da alcuni settori del movimento pacifista per la sua scelta di votare il rifinanziamento della missione in Afghanistan, posizione secondo i contestatori quantomeno incoerente verso i settori dell'opinione pubblica di cui ella diceva di volersi far interprete in campagna elettorale. Dal 6 febbraio 2007 al 28 aprile 2008 ha ricoperto la carica di presidente della commissione parlamentare di inchiesta sull'uranio impoverito.Nel 2009 Lidia Menapace si è candida alle elezioni europee nella lista anticapitalista Prc-Pdci nella circoscrizione Nord-Est. Nell'aprile 2011 entra a far parte dell'Anpi (Associazione nazionale partigiani d'Italia).