"La fede e la ragione sono due ali con le quali lo spirito umano si innalza verso la contemplazione della verità". Così scrisse Papa Giovanni Paolo II nella sua lettera enciclica del 14 settembre 1998. Con questa bella metafora il Santo Padre volle spiegare che fede e ragione non erano in contrapposizione ma potevano completarsi, sostenersi vicendevolmente.

Della non contrapposizione tra fede e ragione si è parlato giovedì durante la presentazione del saggio scritto dal prof. Enzo Pennetta, biologo e docente di Scienze naturali e intitolato "Lazzaro Spallanzani e Gregor Mendel. Alle origini della biologia e della genetica" (ediz. Cantagalli). Co-autore del libro lo storico prof. Francesco Agnoli.

L'incontro di giovedì, svoltosi presso il salone del Museo Provinciale, è stato organizzato dal Serra International Italia-Club di Brindisi, movimento laicale al servizio della Chiesa Cattolica. Il movimento prende il nome dal frate francescano Junipero Serra, che nella seconda metà del Settecento svolse un grande lavoro missionario in Messico e California. Scopo del Serra è quello di favorire le vocazioni al sacerdozio e diffondere il cattolicesimo incoraggiando i propri membri, dopo uno studio approfondito, ad adempiere alla loro personale vocazione cristiana al servizio.

Tra i relatori, oltre all'autore, vi erano il presidente Serra Club Brindisi, dott. Angelo Pomes, il dott. Sandro D'Alessandro, Corpo Forestale dello Stato e segretario del Serra Club e l'Arcivescovo di Brindisi Mons. Domenico Caliandro. A moderare il giornalista Renato Rubino. Dopo gli interventi del presidente e del segretario del Serra Club, l'autore ha affermato di aver voluto scrivere un libro sulla figura dei due grandi scienziati-sacerdoti  perchè accortosi che passavano messaggi sbagliati  sul rapporto tra fede e scienza.

Il prof. Pennetta ha parlato poi di come è nata la scienza moderna nell' Italia cattolica, di Galilei e il suo metodo scientifico e della nascita in ambiente anglosassone, nell'Ottocento, dell'invenzione che fede e scienza fossero contrapposte. L'autore ha inoltre parlato dell'iniziativa dei Mendel Day, iniziativa nata per ricordare la figura del padre della genetica Gregor Mendel. Il primo Mendel Day si è svolto a Verona il 20 febbraio. Il libro del prof. Enzo Pennetta restituisce la memoria di due grandi scienziati del passato che avevano in più il dono della fede. Due uomini di Dio che diventarono i precursori della genetica e della biologia.

Lazzaro Spallanzani ( 1729-1799), gesuita, viene ricordato per aver ottenuto nel 1777 la prima fecondazione artificiale e per aver contestato  la "teoria della generazione spontanea" secondo la quale dalle sostanze in decomposizione nascevano minuscoli organismi viventi in virtù di una "forza vitale". Con un semplice esperimento il "padre della biologia" dimostrò come, riscaldando un infuso,  la generazione non si verificasse.

Il "primo dei naturalisti d'Europa" come lo definì Voltaire,  per molto tempo caduto nel dimenticatoio, viene quindi ora ricordato insieme al monaco agostiniano Gregor Mendel che pose le basi per i moderni principi dell'ereditarietà. Nel giardino del suo monastero a Brno, in Austria, Mendel coltivò, per sette anni, oltre ventimila piante di piselli, incrociandoli, osservando i risultati ottenuti e la discendenza prodotta.

Applicando per la prima volta la statistica e il calcolo delle probabilità allo studio dell'ereditarietà biologica, Mendel arrivò ad enunciare le leggi della dominanza e  della separazione dei caratteri. Nel libro, oltre a un'accurata ricostruzione storico-scientifica, viene messo in risalto l'aspetto umano di questi due grandi scienziati che contribuirono al bene dell'umanità studiando la natura con fede. Fede che, come affermato dall'arcivescovo di Brindisi, ha esattamente come le conquiste scientifiche alla sua base un sentimento importante, l'amore.