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"I volti della violenza": incontro pubblico a scuola

L’evento ha lo scopo di informare e sensibilizzare la collettività sulle tematiche della violenza domestica e della violenza assistita

BRINDISI - Martedì 21 novembre, alle 17, l’Aula Magna della Scuola Secondaria di I grado di via Mantegna 23, nel quartiere Sant’Elia, ospiterà la conferenza, aperta alla cittadinanza, "I volti della violenza".

L’evento, fortemente voluto dalla prof.ssa Lucia Portolano, Dirigente dell’IC Sant’Elia–Commenda di Brindisi, allo scopo di informare e sensibilizzare la collettività sulle tematiche della violenza domestica e della violenza assistita, si ascrive tra le numerose iniziative realizzate in occasione Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, celebrata in tutto il mondo il 25 novembre. 

Alla conferenza, organizzata con il patrocinio della Fondazione Italiana di Sessuologia Scientifica (Fiss) e dell’Associazione Emdr Italia, specializzata nel trattamento del trauma e di problematiche legate allo stress traumatico, interverranno il dott. Antonio De Donno, procuratore della Repubblica di Brindisi, il dott. Alessandro Taurino, docente di Psicologia Clinica presso l’Università degli Studi di Bari, la dott.ssa Barbara Palaia, Psicologa e Psicoterapeuta e il dott. Roberto Comunale, Operatore del Centro Crisalide e Referente Csmai di Puglia e Basilicata.

Parlare di violenza di genere non è certo un compito semplice in quanto costituisce un fenomeno composito e multiforme, le cui manifestazioni non si presentano quasi mai separate. Violenza fisica, psicologica, economica sono forme diverse di quello che è la violenza domestica, un fenomeno vasto e diffuso, ma ancora sottovalutato e sottostimato, che in Italia vede coinvolta una donna su tre nel corso della propria vita, attraversando tutte le fasce sociali e d’età, da nord a sud della penisola.

È impressionante pensare che la casa, il luogo che dovrebbe proteggerci e farci sentire al sicuro, è lo scenario in cui si consuma l’80 per cento dei casi di violenza. La cronaca attuale mostra, infatti, come la violenza, in particolare la violenza di genere, stia sempre più assumendo le caratteristiche di fenomeni intrafamiliari, che spesso restano anche segreti o poco visibili. Vittime principali le donne ma anche i bambini, spesso testimoni inosservati.

La violenza domestica è una tipologia di maltrattamento che coinvolge tutti i membri della famiglia: "l'atto" violento ha ripercussioni non solo sulla coppia all'interno della quale si verifica la relazione violenta, ma su tutto il nucleo familiare. Ecco perché accanto alla violenza domestica si parlerà di violenza assistita. Numerosi studi dimostrano che l'assistere alla violenza domestica possa compromettere lo sviluppo del bambino, sottolineando le aree maggiormente danneggiate: legame di attaccamento, adattamento e competenze sociali, problemi comportamentali, abilità cognitive e problem solving, apprendimento scolastico.

In situazioni familiari violente i bambini possono anche apprendere che l'uso della violenza è normale nelle relazioni affettive; di conseguenza, potrebbero imparare il disprezzo per le donne e per le persone viste come più deboli, sviluppando modalità aggressive e centrate sull'esercizio del potere nella relazione.

L’incontro, moderato dalla giornalista Lucia Portolano, Direttore di Brindisi Oggi, sarà l’occasione per riflettere su questi temi secondo specifiche angolazioni. Il dott. De Donno si occuperà degli aspetti legislativi, sociali e giuridici del fenomeno, facendo il punto sulla legge sul femminicidio a quattro anni dalla sua applicazione. Il prof. Taurino si soffermerà sulle donne vittime di violenze mentre la dott.ssa Palaia analizzerà le caratteristiche e le motivazioni dell’uomo violento e della violenza nelle relazioni intime. Il dott. Comunale, infine, porterà l’esperienza del Centro Antiviolenza di Brindisi attivo sul territorio dal 1999.

Ad impreziosire la serata alcuni monologhi teatrali a cura del gruppo teatro Oratorio Centro Giovanile Salesiani. La violenza di genere non è solo un problema inerente alla sicurezza ed incolumità fisica e psicologica delle donne e dei minori che vi assistono. È un problema culturale -e in quanto tale appartiene a tutti, non solo alla donna- capace di infiltrarsi subdolamente in tutte le sfaccettature della vita. Rappresenta, dunque, una gravissima violazione dei diritti fondamentali: quelli alla vita, alla libertà, alla sicurezza, alla dignità, all’integrità fisica e mentale, all’uguaglianza tra i sessi.

“Proprio per questa ragione - sostiene la Dirigente prof.ssa Lucia Portolano - è importante investire sul futuro con una scuola che educhi alla parità di genere. Perché se la violenza è un segno, e come tale va analizzato nelle sue complesse implicazioni sociali, economiche e politiche, non bisogna trascurare l’aspetto educativo. Stereotipi, giustificazioni, qualunquismo possono essere contrastati con l’educazione all’affettività, alla sessualità, alla tolleranza, all’inclusione, alla non violenza. Occorre insegnare che le relazioni umane, e a maggior ragione quelle relative a un contesto di intimità familiare, si fondano sull’empatia, sul rispetto reciproco, sullo scambio costruttivo di esperienze e opinioni”.

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