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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Sul caso Grimaldi arriva anche la politica, ma posizioni ancora non definite

Se qualcuno sperava che la politica brindisina si allineasse alle strategie portuali di altre realtà marittime italiane e mediterranee (per non disturbare i porti europei dell’Atlantico), dove i grandi operatori decidono di fare base, ma senza ottenere vantaggi esclusivi e soprattutto realizzando a proprie spese i terminal, si sbagliava

BRINDISI – Se qualcuno sperava che la politica brindisina si allineasse alle strategie portuali di altre realtà marittime italiane e mediterranee (per non disturbare i porti europei dell’Atlantico), dove i grandi operatori decidono di fare base, ma senza ottenere vantaggi esclusivi e soprattutto realizzando a proprie spese i terminal, si sbagliava. Dai comunicati diramati stasera sia dai gruppi consiliari del centrodestra, che da quelli degli altri movimenti di opposizione (Sviluppo e Lavoro, Brindisi Bene Comune e Sì Democrazia) sulla richiesta di concessione ventennale degli accosti di Punta delle Terrare avanzati dalla società Atlantica di Navigazione del Gruppo Grimaldi, si evince che Grimaldi otterrà ciò che vuole, senza neppure combattere.

“Sulla vicenda della richiesta di concessione presentata da Grimaldi approfondiremo la conoscenza dei fatti direttamente con l’Autorità portuale alla quale chiederemo un incontro con una nostra delegazione composta da noi, dai nostri Consiglieri regionali e dai nostri Parlamentari”, scrivono nel loro comunicato i capigruppo consiliari del Comune di Brindisi di Forza Italia, Futuro e Libertà, Brindisi Avanti Veloce, La Puglia prima di tutto e Movimento Regione Salento. “Siamo assolutamente a favore di nuovi investimenti nel porto di Brindisi e se c’è un imprenditore interessato a farlo non dobbiamo farlo scappare. Siamo contrari certamente a logiche di monopolio ma non prestiamo il fianco a chi, per proteggere propri interessi, determina un clima sfavorevole e rende, di conseguenza, meno attrattivo il nostro porto”. Chi sia costui che deve proteggere i propri interessi creando un clima sfavorevole non lo si dice, secondo il consueto rituale brindisino in cui la chiarezza su fatti e nomi è assente.

Non dicono invece no alla concessione si da subito Giovanni Brigante, Roberto Fusco e Riccardo Rossi in una lettera con richiesta di incontro al sindaco Mimmo Consales. “In relazione all’appresa notizia di una richiesta da parte della nota società armatoriale Grimaldi di una concessione demaniale marittima della zona portuale denominata Costa Morena Ovest di durata ventennale, unitamente alla richiesta di autorizzazione ad esercire come impresa portuale, i sottoscritti rappresentanti politici Le chiedono un incontro urgente al fine di reperire una soluzione che, nell’interesse del porto e della città di Brindisi, contemperi da un lato l’esigenza affinché un’importante e prestigiosa compagnia armatoriale come Grimaldi permanga ed incrementi le proprie attività nel porto di Brindisi, e dall’altro che si evitino situazioni che, per le concrete modalità di svolgimento, creino di fatto ostacoli all’utilizzo del porto di Brindisi da parte di altri armatori, soprattutto allorché, in un’ottica di uscita dall’attuale crisi, potranno determinarsi le condizioni per un rilancio del porto di Brindisi ed un aumento dei relativi traffici”.

Poi un elenco di condizioni da porre a Grimaldi, nel caso il Comitato portuale decidesse di rilasciare la concessione a Grimaldi. “Sotto tale profilo, infatti, sarebbe opportuno che l’eventuale concessione che dovesse essere rilasciata a Grimaldi preveda: una durata più limitata della concessione, al fine di avere un periodo di verifica dei benefici che dalla concessione si attendono per il porto e la città di Brindisi in termini di aumento dei traffici e di maggiori ricadute economiche sul territorio; impegni della società Grimaldi ad assicurare almeno determinati volumi di traffici portuali, secondo un trend crescente rispetto all’attuale; la previsione dell’obbligo della società Grimaldi di tenere libero almeno uno dei tre ormeggi possibili nella zona richiesta in concessione in favore di compagnie armatoriali terze, al fine di consentire il libero ormeggio a qualunque soggetto ne faccia richiesta; l’applicazione da parte del concessionario di tariffe di ormeggio determinate dall’Autorità Portuale; la determinazione degli investimenti che la società Grimaldi intende effettuare (con spese a proprio esclusivo carico, sgravando dai relativi costi l’Autorità portuale) nell’area affidata in concessione e dei i servizi che la stessa si impegna a prestare in tale area in favore dei suoi utilizzatori; l’impegno della società Grimaldi ad utilizzare in via preferenziale aziende, operatori portuali-maestranze locali, nell’espletamento delle operazioni portuali; quanto altro possa essere necessario al contemperamento delle esigenze innanzi indicate”.

Il punto principale ne risulta però oscurato: se Grimaldi vuole in concessione un’area del porto di Brindisi, perché non investe in una delle zone del porto per realizzare un suo terminal autonomo, invece di puntare sull’unica attualmente attrezzata per gli ormeggi di traghetti e navi ro-ro? Le forze politiche brindisine hanno a mente il fatto che la magistratura ha avviato un processo per violazioni urbanistiche nell’area di Punta delle Terrare, dove lo strumento vigente, il Piano regolatore portuale, non prevede alcuna struttura al servizio dei passeggeri? Su cosa dovrebbe investire, in termine di strutture di servizio, Grimaldi, se la legge non lo consente? I partiti brindisini sanno esattamente quale fatturato ha assicurato al porto la presenza di Grimaldi, per chiedere incrementi di utilizzo di imprese e mano d’opera locale ad una società che ha anche chiesto l’autorizzazione di impresa portuale, e quindi non potrà di conseguenza passare lavoro ad alcuno? Il dubbio, leggendo i comunicati, è molto forte.

La presenza di Grimaldi è importante per il ruolo del porto di Brindisi di terminal principale del traffico trailer, Tir e quindi merci con l’area balcanica, attraverso il porto di Igoumenitsa. Ma al contempo non può permettersi il lusso di chiudere le porte alla possibilità di arrivo di altre compagnie, dicono molti operatori portuali, agenzie e tour operator brindisini. Ascoltare anche loro, oltre all’Autorità Portuale e al sindaco, integrerebbe l’informazione necessaria allo scopo.

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