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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Scatenare l'inferno? In giro per adesso i soliti falò

Si insedierà lunedì mattina a Palazzo Nervegna, ammesso che decida di utilizzare la stessa sede inaugurata da Domenico Mennitti e poi prescelta anche da Mimmo Consales, il commissario prefettizio Cesare Castelli, che dopo aver diretto la Provincia dopo l’abbandono di Massimo Ferrarese, ora si occuperà della ordinaria amministrazione del Comune di Brindisi

BRINDISI – Si insedierà lunedì mattina a Palazzo Nervegna, ammesso che decida di utilizzare la stessa sede inaugurata da Domenico Mennitti e poi prescelta anche da Mimmo Consales, il commissario prefettizio Cesare Castelli, che dopo aver diretto la Provincia dopo l’abbandono di Massimo Ferrarese, ora si occuperà della ordinaria amministrazione del Comune di Brindisi, prematuramente abbandonato dal sindaco Mimmo Consales ma questa volta per ragioni di giustizia. Ma Castelli, in fondo, potrebbe anche stabilirsi nel vecchio ufficio di tanti sindaci di Brindisi nel vicino municipio, magari per avere sottomano la struttura dirigenziale.

Cesare CastelliDi lavoro, il commissario, ne avrà in abbondanza sia pur restando nell’ambito dell’ordinaria amministrazione: dalla scottante situazione della società in house Multiservizi, al bilancio consuntivo del 2015, all’emergenza rifiuti e alla gestione del bando decennale per il gestore unico del ciclo dei rifiuti per l’Aro Brindisi 2, quello di cui è capofila il Comune capoluogo, al piano dei parcheggi, agli eventuali adempimenti per la redazione del Piano urbanistico generale, e persino –se i tempi coincideranno – alla designazione del rappresentante della città di Brindisi nella nuova Autorità Portuale di Sistema dell’Adriatico Meridionale.

Mentre alla guida della civica amministrazione si insedia, dunque, l’inquilino inviato dalla Stato, in giro di gente pronta a scatenare l’inferno su incitazione di Michele Emiliano se ne vede poca davvero. La politica locale non ha percepito i segnali di profonda insofferenza dei brindisini anche per i celebranti che stanno cercando in questi giorni e in queste ore di tessere alleanze e patti. Il taglio netto col passato non c’è ancora, non è visibile.

La netta impressione è che Brindisi da sola non potrà avviare il processo di cambiamento perché i suoi partiti sono svuotati di energie e uomini nuovi, ma soprattutto perché non hanno ancora in se stessi  il germe del coraggio, quello di affrontare, anche a costo di non vincere, un vero percorso di rinnovamento. Anche a costo di non vincere: il concetto va ripetuto perché non è affatto una condizione secondaria, ma è la vera predisposizione a perseguire comunque lo scopo di una vera svolta.

Michele Emiliano-7Il Partito democratico è quello che rischia maggiormente di mancare l’occasione. Da un lato è preso dallo stimolo – instillato da Michele Emiliano – di bruciare i vecchi stracci senza rimpianti, ma con nuovi propositi e idee; dall’altro dalla paura della sconfitta. E’ questa la fase in cui la possibilità di tornare sulla vecchia strada è altissima, l’equazione è semplice: paura di non farcela senza i vecchi pacchetti di voti , uguale riapertura delle porte agli attori – o a parte di essi -  della commedia su cui è calato il sipario dell’inchiesta sulle tangenti della Nubile.

Il Pd perciò o dà un segnale ora, o mai più, e di un progetto di governo della città fatto da uomini nuovi guidati da regole nuove deve farsi garante proprio Michele Emiliano. Dopo il discorso dell’Internazionale, ci vogliono i fatti. Non stanno infatti perdendo tempo gli uomini della sconfitta squadra di Consales che hanno capito come la loro storia nel Pd sia finita: è ricominciato il lavorio per la costruzione di liste civiche che terranno Brindisi incatenata al passato, lavorando ai fianchi soprattutto lo stesso Partito democratico e l’alleanza Forza Italia – Conservatori e Riformisti.

Il notaio Michele ErricoMichele Errico sembra essersi già autoescluso dalla guida di una coalizione con il Pd dopo le parole dure contro Emiliano lanciate nel corso di una apparizione sugli schermo di una tv privata. Si ricordino anche le sue parole contro Vendola quando era presidente della Provincia: le sinergie con la Regione sono invece strategiche per Brindisi. Gli resta uno schieramento con Brindisi Bene Comune e con Roberto Fusco con il quale Errico condivideva l’ipotesi dell’incoronazione a candidato sindaco del Partito democratico e alleati, si dice già sfumato (almeno per Errico) perché il governatore avrebbe chiesto loro di sostenere dall’esterno uomini nuovi.

Questa possibile “coalizione verde” per essere letale nella competizione elettorale ha bisogno comunque di comprendere anche il M5S, che ha già mandato a dire a Riccardo Rossi che non entrerà in alcuna alleanza. Sarà davvero così? Il centrodestra non cambierà uomini, eccetto il candidato sindaco se Nando Marino accetterà ufficialmente. E neppure i centristi, che pare che siano ritornati non al futuro, ma a Marcello Rollo. 

Il sindaco Mimmo ConsalesC’è una cosa per il momento che accomuna tutti, esorcizzata e deprecata ma reale: innalzare al cielo le spoglie di Mimmo Consales, dalla convention dell’Internazionale ai salottini tv della città, alle pagine dei giornali. Non basterà però per truccare ancora la partita, si legge sui social e si sente per strada. Via tutti. Qualunquismo? E se ci si provasse almeno per una volta? Anche senza ostracismi: chi c’era sino a sabato 6 febbraio può rendersi utile lavorando da militante, da iscritto. Al Comune invece gente nuova, con pacchetti di competenze piuttosto che di tessere e – come dice qualcuno – con un lavoro suo e senza figli da sistemare.

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