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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Bms. l'amministratore revocato: "Incredulo per le accuse del sindaco"

L'avvio della procedura di revoca dell'avvocato Francesco Arigliano dal ruolo di amministratore unico della società partecipata Brindisi Multiservizi è stata formalizzata stamani nel corso della conferenza dei capigruppo e, nel primo pomeriggio, durante la riunione del comitato di governance delle partecipate. In entrambe le sedi sono state recepite anche le controdeduzioni

BRINDISI – L’avvio della procedura di revoca dell’avvocato Francesco Arigliano dal ruolo di amministratore unico della società partecipata Brindisi Multiservizi è stata formalizzata stamani nel corso della conferenza dei capigruppo e, nel primo pomeriggio, durante la riunione del comitato di governance delle partecipate. In entrambe le sedi sono state recepite anche le controdeduzioni presentate da Arigliano, senza entrare nel merito della questione. La discussione, infatti, è stata rinviata, per dar modo ai capigruppo di studiare il corposo documento presentato dall’ormai ex amministratore della società in house. 

Il sindaco Consales contesta i seguenti punti: “l’instaurazione di un contenzioso giudiziario, attraverso il deposito di tre ricorsi per decreto ingiuntivo, Mimmo Consalesnei confronti del Comune di Brindisi, per il soddisfacimento di presunti crediti della società, in aperto contrasto con la volontà del socio unico e dopo che la stessa era stata già espressa in sede di assemblea societaria, mediante contestazione e non riconoscimento di tali crediti”; “l’esposizione della società a spese, quali quelle relative alle procedure esecutive di cui al punto 1, successivamente rinunciate”.

E poi, “L’aver adito l’autorità giudiziaria ai sensi dell’articolo 249 ter del codice civile, per l’annullamento della delibera dell’assemblea dei soci di approvazione del bilancio 2012, evocando un improbabile conflitto di interessi con un socio unico”; “Il mancato rispetto degli indirizzi dell’amministrazione in materia dei trattamenti retributivi ad personam, contestualmente assumendo iniziative senza previamente informare il socio unico”. 

Ancora, “L’aver vantato, relativamente all’esercizio 2013, crediti societari di certa entità nei confronti del Comune che, al successivo trattamento e per diretta ratifica, erano di consistenza diversa ed inferiore”; “L’evidente disconoscimento, non scevro dalla formalizzazione in atti, della natura di azienda in house della Multiservizi, e dei rinvenienti obblighi sul controllo analogo, solo sintomatologicamente segnati ai punti precedenti, delineati dalle norme nazionali e dalla giurisprudenza comunitaria e nazionale, in tal fatta esponendo l’ente a profili di illegittimità degli affidamenti diretti, per la sistematica precarizzazione dei maggiori poteri pubblici, rispetto a quelli assembleari - codicistici, riconosciuti al socio unico pubblico”.

Nelle sue controdeduzioni, Arigliano manifesta “stupore e incredulità” per il contenuto della comunicazione di avvio della procedura di revoca, “laddove vengono mossi addebiti – afferma l’avvocato – a carico dello scrivente, di per sé già privi di fondamento per effetto della evidente genericità che li caratterizza”. 

Francesco Arigliano-2La difesa di Arigliano parta dalla contestazione del principio cardine sul quale poggia la procedura avviata da Consales: il venir meno del rapporto di fiducia fra il sindaco e l’amministratore della Multiservizi. “Il rapporto fiduciario che lega l’amministratore al socio che lo ha nominato – si legge nelle controdeduzioni – deve necessariamente soggiacere ai limiti imposti dalle norme di legge che non possono essere travalicati per alcuna ragione”. 
Arigliano spiega di aver agito nel pieno rispetto delle facoltà conferite all’amministratore di Bms dallo statuto della stessa. E i procedimenti giudiziari intrapresi contro l’amministrazione comunale (tre decreti ingiuntivi per il recupero dei crediti vantati dalla società e citazione in giudizio del Comune per l’annullamento della delibera dell’assemblea dei soci di approvazione del bilancio 2012) sono in realtà mirati a tutelare lo stato patrimoniale della partecipata e a tutelare lo stesso Arigliano da eventuali responsabilità erariali, in caso di fallimento della Multiservizi. Arigliano riferisce quindi dell’esistenza di un conflitto di interessi in capo all’ente pubblico. 

“Conflitto – scrive l’avvocato – riportabile alla circostanza che quest’ultimo è contemporaneamente un ‘cliente’ della società, delle cui prestazioni fruisce, e il suo proprietario, in quanto azionista unico.  E’ evidente – prosegue Arigliano – che questa duplice veste rischia di creare una confusione di ruoli che finisce per essere deleteria per il coretto e lineare svolgimento dei rapporti”.
 

Arigliano risponde punto per punto alle obiezioni del sindaco, facendo riferimento anche a un'analoghe controversia giuridica, culminata con il riconoscimento dei diritti rivendicati dall’amministratore. Il professionista, in particolare, cita una sentenza della Corte di Cassazione (la numero 23381 del 15 ottobre 2013) “che ha ritenuto che gli amministratori di una società controllata da un comune che hanno posto in essere condotte che attestavano chiaramente il venir meno del rapporto di fiducia con l’assemblea dei soci, non possono essere revocati perché, affinché possa essere disposta la revoca per giusta causa, tali azioni devono indicare oggettivamente un’inadempienza nelle capacitò gestionali degli amministratori”.

Per quanto riguarda l’accusa di non aver eliminato i privilegi e le indennità da capogiro di cui, a detta dell’amministrazione comunale, godono alcuni lavoratori, Arigliano si difende spiegando di non essersi mai scostato dagli indirizzi dell’amministrazione comunale. “E’ stato rappresentato, infatti, che la riorganizzazione aziendale – scrive Arigliano – ha reso necessario per un verso uniformare l’applicazione di unica contrattazione collettiva all’intero organico aziendale (fatta eccezione degli addetti al settore parcheggi e rimozione per espressa volontà del socio unico) con decorrrenza aprile 2014, e per altro  verso garantire condizioni di ricaduta economica sui singoli dipendenti attraverso il mantenimento del trattamento retributivo evitando che intervenisse un effetto sfavorevole rispetto al pregresso”. 
 

Arigliano rimarca inoltre i risultati positivi prodotti dalla sua gestione, come attestato dal bilancio consuntivo 2013, dal quale “traspare nitidamente la discontinuità rispetto alla passata gestione tant’è che nel primo semestre 2013 (vecchia gestione) la società ha conseguito un risultato d’esercizio negativo per complessivi 744mila 705 euro, mentre nel successivo semestre la gestione Arigliano ha prodotto notevoli economie tanto da generare un utile per 198mila 296 euro”. 

Le argomentazioni di Arigliano verranno discusse nel corso della prossima seduta della conferenza dei capigruppo. Nei corridoi di Palazzo di città, intanto, girano alcune voci sulla successione. Qualcuno dice che il sindaco sia intenzionato ad affidare le redini della società a una commissione composta da due dirigenti comunali. Ma lo statuto, in realtà, prevede la figura di un amministratore unico alla guida della partecipata. 

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