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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

Intervento/ Province: Comuni e sindaci siano protagonisti del passaggio

Al netto di alcuni interventi (pochi in verità) la discussione nelle sedi istituzionali è rimasta ferma più sul metodo che sul programma di lavoro che il futuro consiglio provinciale dovrà affrontare sino alla definitiva soppressione dell'Ente Provincia.

BRINDISI - In questi giorni la discussione sulle modalità con cui si sono imbastiti gli accordi per la composizione del Consiglio Provinciale ha assunto spesso toni aspri ed inspiegabilmente contraddittori.

BRINDISI - Al netto di alcuni interventi (pochi in verità) la discussione nelle sedi istituzionali è rimasta ferma più sul metodo che sul programma di lavoro che il futuro consiglio provinciale dovrà affrontare sino alla definitiva soppressione dell’Ente Provincia. Che passa, appunto, attraverso questo “accanimento terapeutico” e che a Brindisi assume connotati grotteschi grazie alle “incaute” dimissioni dell’ultimo presidente. Una protesta, la sua, anacronistica rispetto all’indispensabile rivoluzione dettata dal mutato assetto di competenze e responsabilità degli enti territoriali e che hanno fatto diventare le Provincie un ente inutile e dispendioso.

Puntualmente la Legge Delrio ha colto questa esigenza puntando sull’Ente Regione che deve diventare sempre più soggetto di programmazione, anche nell’ottica di un’efficace allocazione delle risorse della comunità europea, e di alta amministrazione, e sull’Ente Comune vicino ai cittadini e chiamato, sulla base delle ristrettezze finanziarie e del ridimensionamento della spesa pubblica, a ripensare e progettare strumenti e forme di collaborazione intercomunale.

Si sono letti ed ascoltati commenti, a volte ingenerosi, rispetto a contributi offerti, a soluzioni che si proponevano l’obiettivo di superare una prevedibile fase di impasse;  e che puntualmente si è verificata. Commenti irrispettosi (timorosi?) della pluralità e del confronto in un clima di caccia alle streghe; rimanendo impalati al metodo. Ad onor del vero, contenuti labili e problematiche nascono dallo stato di confusione ed anche da contraddizioni e cortocircuiti forti. Infatti, ancora si attendono i decreti attuativi del governo, attesi inizialmente a luglio; e si rischia di andare al voto per un ente di secondo livello che mantiene il vecchio pacchetto di poteri e funzioni.

Chi scrive, insieme ad altri, rifuggendo da logiche correntizie, ed in tempi non sospetti (ancora non era emersa sulla stampa l’attività delle segreteria provinciale del PD, stoppata poi dal Segretario Regionale) aveva immaginato lo scenario di forte confusione per le considerazioni dianzi esposte e per un uso distorto di questa scadenza come fosse un appuntamento elettorale e non l’ultimo atto verso la nuova riorganizzazione dei due enti territoriali superstiti ed aveva proposto, a mezzo stampa, non potendola esprimere nel consesso della segreteria provinciale, nominata dal segretario provinciale, in quanto non rappresentati in quella sede, una possibile soluzione, un percorso. 

Si ribadisce, invece, a dispetto della gratuità di alcuni commenti, che il contributo era ed è costruito e pensato seguendo la ratio della legge Delrio che vedrà nell’immediato futuro i Comuni caricarsi di nuove competenze ed una nuova governance del territorio articolata secondo criteri e parametri di omogeneità. Insomma un consiglio provinciale composto innanzitutto da sindaci, garantendo una rappresentanza territorialmente equilibrata. 

Si è immaginato, con questa proposta, che i sindaci possano, con il loro legame al territorio, le loro competenze ed essendo il riferimento di più parti politiche, riportare in una visione d’insieme, in progetto di sviluppo condiviso del territorio, la proiezione del comune di riferimento, superando logiche partitiche ed elettoralistiche.

(Cristiano D'Errico è componente del direttivo provinciale Pd)

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