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Brunetta e il governo impugnano le leggi salva-precari della Regione Puglia. L'assedio è cominciato

ROMA - Prosegue la guerriglia del governo Berlusconi contro le leggi della Regione Puglia. Oggi il Consiglio dei Ministri ha deliberato l'impugnazione davanti alla Corte Costituzionale di altre due norme varate dalla giunta Vendola e approvate dal consiglio regionale. Si tratta di due provvedimenti salva-precari del settore pubblico, e il loro annullamento potrebbe avere gravi conseguenze sociali. Di contro, appena un buffetto alla Regione Veneto da parte del ministro Raffaele Fitto, pugliese di Maglie, promotore in Consiglio dei Ministri della proposta di impugnare la legge regionale del Veneto n. 17/2010 che istituisce le direzioni aziendali delle professioni sanitarie infermieristiche e ostetriche e le direzioni generali delle professioni riabilitative, tecnico-sanitarie e della prevenzione.

ROMA - Prosegue la guerriglia del governo Berlusconi contro le leggi della Regione Puglia. Oggi il Consiglio dei Ministri ha deliberato l'impugnazione davanti alla Corte Costituzionale di altre due norme varate dalla giunta Vendola e approvate dal consiglio regionale. Si tratta di due provvedimenti salva-precari del settore pubblico, e il loro annullamento potrebbe avere gravi conseguenze sociali. Di contro, appena un buffetto alla Regione Veneto da parte del ministro Raffaele Fitto, pugliese di Maglie, promotore in Consiglio dei Ministri della proposta di impugnare la legge regionale del Veneto n. 17/2010 che istituisce le direzioni aziendali delle professioni sanitarie infermieristiche e ostetriche e le direzioni generali delle professioni riabilitative, tecnico-sanitarie e della prevenzione.

L'annuncio dell'ennesima impugnazione di leggi della Regione Puglia è stata diramata stamani a Bari con una nota del ministro per la Pubblica amministrazione e l'Innovazione, Renato Brunetta. La legge regionale n.4 del 2010, sostiene Brunetta, costituisce una violazione "del riparto di competenza tra norme statali e disciplina regionale, consente infatti la stabilizzazione di oltre 8000 precari tra dirigenti medici e personale ex Lsu e proroga gli effetti delle procedure di stabilizzazione previste dalla precedente normativa regionale, ampliando così i destinatari delle stesse».

Per Brunetta, la legge 4/2010 "consente l'illegittimo inquadramento di personale proveniente da imprese o società cooperative all'interno di società, aziende o organismi della Regione Puglia in violazione della richiamata disciplina statale in materia di stabilizzazioni" e "si pone altresì in contrasto sia con i principi costituzionali di cui agli articoli 3, 97 e 117, secondo comma, lettera l, che riservano alla competenza esclusiva dello Stato la materia dell'ordinamento civile (contratti collettivi), sia con la giurisprudenza costituzionale che ha più volte ribadito come il pubblico concorso costituisca l'unica forma di reclutamento del personale idonea a garantire l'efficienza, il buon andamento e l'imparzialità della pubblica amministrazione".

La seconda legge della Regione Puglia impugnata dal governo è la n.5 sempre del 2010, che "autorizza invece il transito nei ruoli dell'Agenzia per il diritto allo studio universitario (Adisu) del personale finora in servizio a tempo determinato, con conseguente inquadramento riservato, in violazione della vigente disciplina statale e dei già citati principi costituzionali di cui agli articoli 3, 97 e 117, secondo comma, lettera l, della Costituzione».

La Regione reagisce e il 1 Maggio protesterà simbolicamente

Alle impugnative proposte da Brunetta la Regione Puglia reagirà nei modi previsti dalla legge ma anche simbolicamente utilizzando la giornata dell'1 Maggio. Lo ha detto  l'assessore regionale alle Politiche della Salute, Tommaso Fiore.

“Rispetto al primo problema, si rileva che la normativa nazionale relativa agli LSU -ha detto Fiore- ha connotazioni specifiche che non possono essere ricondotte all’interno sia dei contratti collettivi di lavoro sia delle normative che stabiliscono il pubblico concorso come unica forma di reclutamento nella pubblica amministrazione. La stessa figura di LSU è dal suo nascere configurata in modo separato.

“Per quanto attiene il secondo problema, si rileva che la giurisprudenza amministrativa ormai copiosissima ha consolidato la legittimità della costituzione delle società in house providing la cui natura speciale -precisa Fiore- consente l’applicazione della clausola di protezione sociale in favore dei lavoratori già impiegati attraverso contratti con specifici datori di lavoro vincitori di gare di appalto con la Pubblica Amministrazione. In questo senso -spiega l'assessore- devono essere lette sia le delibere di giunta regionale n.745/2008 e n.2477/2009 che hanno resistito al TAR di Puglia ed al Consiglio di Stato sia le delibere della ASL di Foggia e della ASL di Taranto con le quali sono state inverate le opzioni politico – amministrative della Giunta Vendola".

“Resta infine da considerare la competenza esclusiva regionale in materia di organizzazione e gestione del servizio sanitario garantita dalla riforma del Titolo V della Costituzione. L’assessorato proporrà alla giunta, simbolicamente il primo maggio di quest’anno, di opporsi alla decisione del governo -conclude Tommaso Fiore- che evidentemente non ha colto il valore contro simbolico della data individuata per opporsi a norme di elementare giustizia sociale.”

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