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Venerdì, 29 Marzo 2024
Politica Francavilla Fontana

Candidati sindaco a rischio sospensione

FRANCAVILLA FONTANA - Il principio è contenuto in una norma ed è stato ormai chiarito univocamente da una sentenza del consiglio di Stato: gli amministratori locali oltre che coloro che ricoprono cariche elettive regionali che si ritrovino sul groppone una condanna in primo grado per reati contro la pubblica amministrazione vengono sospesi dalla carica.

FRANCAVILLA FONTANA - Il principio è contenuto in una norma ed è stato ormai chiarito univocamente da una sentenza del consiglio di Stato: gli amministratori locali oltre che coloro che ricoprono cariche elettive regionali che si ritrovino sul groppone una condanna in primo grado per reati contro la pubblica amministrazione vengono sospesi dalla carica per un massimo di 18 mesi e fino all’eventuale ribaltamento della sentenza.

E’ il caso di Lello Di Bari (Fi), sindaco di Fasano, che sta attendendo le determinazioni del prefetto. E’ il caso anche di Fabiano Amati (Pd), consigliere regionale condannato insieme a di Bari per abuso d’ufficio per l’incarico di redazione del piano di recupero del centro storico di Fasano e delle frazioni di Torre Canne e Savelletri con strascico di favori a parenti, secondo quanto sostenuto dall’accusa e condiviso dal gup.

Ma c’è una situazione parecchio spinosa in itinere. E riguarda Francavilla Fontana. Nella città degli Imperiali, come è noto, nel corso dell’ultima consiliatura (prima del commissariamento avvenuto proprio per le conseguenze di un’altra inchiesta giudiziaria sul sindaco) si è verificata una situazione paradossale. La maggioranza di centrodestra in consiglio comunale, è finita indagata dal pm Valeria Farina Valaori per un piano farmacie che sarebbe stato “aggiustato” per avvantaggiare il presidente dell’Ordine dei Farmacisti, Gabriele Rampino. Lo scorso 9 gennaio si è celebrata l’udienza preliminare e il gup, Giuseppe Licci, ha rinviato a giudizio tutti.

Il processo inizierà il 14 aprile. Oltre agli imputati eccellenti, come l’ex parlamentare di Fi Luigi Vitali e l’attuale senatore Pietro Iurlaro, spiccano altri due nomi: Michele Iaia e Antonio Sgura, entrambi candidati a sindaco ormai ufficializzati in corsa nelle consultazioni amministrative del 25 maggio prossimo. Iaia per Fratelli d’Italia, Sgura nome di punta della coalizione di centrodestra (Forza Italia più la Puglia Prima di Tutto) che è stato consacrato dalle primarie.

In caso di elezione e di eventuale condanna al termine del processo che sta per avere avvio, lo sanno bene entrambi, dovrebbero affrontare anche loro un periodo di sospensione. Sono insomma candidati “ad alto rischio” per i quali non vi è invece alcuna ragione formale di incandidabilità. Si pone forse una questione di opportunità, che tanto Iaia quanto Sgura, contattati da BrindisiReport.it liquidano con affermazioni piuttosto concordi.

“Se ho deciso di candidarmi – spiega Sgura – è perché sono assolutamente certo di non aver commesso alcunché di illegale. I cittadini poi, conoscono la problematica e sono liberi di scegliere. La mia posizione è delle più limpide e oneste, ognuno può decidere come agire. Ma non credo possa essere questo un criterio di selezione della classe politica. Se dovessimo fermarci tutte le volte che si presenta un impedimento di questo genere allora non dovremmo muoverci mai”.

Nel segreto dell’urna, quindi, decideranno gli elettori come comportarsi. “La magistratura sta facendo il proprio lavoro – ha invece dichiarato Iaia – ma sono certo che si arriverà a una sentenza di assoluzione e che il problema non si porrà. Non si può rinunciare a una competizione elettorale soltanto in virtù di una ipotesi, non è giusto mettersi da parte, non partecipare”.

Intanto il pericolo c’è ed è concreto. Sarebbe infatti automatica in caso di condanna in primo grado la procedura di sospensione. Lo prevede la legge Severino e se c’erano ombre e dubbi sulla norma, li ha chiariti il Consiglio di Stato rigettando il ricorso di Stefano Prete, consigliere comunale di Parabita condannato per abuso d’ufficio e precisando che la sospensione è provvedimento che ha da essere applicato in primo grado, e non per effetto di una sentenza definitiva. Altrimenti, che senso avrebbe sospendere prima di procedere alla decadenza?

Così è, e così potrebbe andare a finire anche per gli altri consiglieri comunali uscenti imputati nel processo sulle farmacie, quasi tutti in odore di ricandidatura. L’accusa per tutti e di abuso d’ufficio: Rampino quale titolare della farmacia “privilegiata”, Incalza quale dirigente dell’Ufficio tecnico, Zullino quale dirigente del settore Servizi Sociali, tutti gli altri quali consiglieri comunali di Francavilla Fontana, con “sviamento dei poteri loro attribuiti nell’esercizio delle rispettive funzioni” adottavano votando favorevolmente la delibera con cui si approvava l’istituzione di due nuove farmacie a Francavilla non rispondendo ai requisiti dell’equa distribuzione, dando atto di avere acquisito il parere della Asl che invece non era affatto favorevole, e non avendo acquisito il parere dell’Ufficio anagrafe, unico competente a fornire i dati democratici”.

In Italia i tempi di svolgimento di un processo non sono mai ragionevoli, ma nel caso specifico in cui le osservazioni dell’accusa sono già state parzialmente condivise da un giudice che ha ritenuto indispensabile un approfondimento dibattimentale non si prevede un giudizio lunghissimo. In caso di assoluzione, nulla quaestio. Nell’eventualità contraria? Sospensione immediata per chi è stato eletto. Come ha detto Sgura, i francavillesi conoscono il meccanismo. Sono quindi posti dinanzi all’assoluta libertà di regolarsi come meglio credono.

 

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