rotate-mobile
Politica

Caso bilanci a rischio boomerang

BRINDISI – Ma quali sono i bilanci che il presidente della Provincia, Massimo Ferrarese, considera infettati dal virus del falso in comunicazioni sociali? Quello del 2010 e quello del 2009, di cui si è parlato sino ad oggi, oppure con un lungo percorso a ritroso, quelli certificati dalla gestione precedente all’era Antonio Andreucci e al consiglio di amministrazione insediato dallo stesso Ferrarese? Il dubbio sorge spontaneo alla luce di una stringata nota diramata questa sera dallo studio Manfreda di Brindisi, che informa dell’incarico ricevuto dall’attuale consiglio di amministrazione della società.

BRINDISI – Ma quali sono i bilanci che il presidente della Provincia, Massimo Ferrarese, considera infettati dal virus del falso in comunicazioni sociali? Quello del 2010 e quello del 2009, di cui si è parlato sino ad oggi, oppure con un lungo percorso a ritroso, quelli certificati dalla gestione precedente all’era Antonio Andreucci e al consiglio di amministrazione insediato dallo stesso Ferrarese? Il dubbio sorge spontaneo alla luce di una stringata nota diramata questa sera dallo studio Manfreda di Brindisi, che informa dell’incarico ricevuto dall’attuale consiglio di amministrazione della società.

Ecco il testo integrale: “In relazione agli ultimi accertamenti disposti ed afferenti esercizi finanziari -antecedenti l’insediamento dell’attuale CdA della Cittadella Ricerca - e sulla scorta delle relative risultanze, il CdA ha dato mandato ad una equipe di professionisti - composto dalla dott.ssa Barbara Branca, l’avv. Cataldo Motta e l’avv. Massimo Manfreda - per l’esame della situazione e l’eventuale inoltro degli atti alla Procura della Repubblica”. Quindi, se le comunicazioni legali non sono un’opinione, si svolgeranno approfondimenti e valutazioni non sui bilanci della gestione Andreucci, ma su quelli della gestione Gioia. E sul famoso “buco” di 290mila per il quale è stato lapidato l'ex direttore Colucci, chi indaga? E’ sparito dal palcoscenico?

E infatti, Andreucci e Ferrarese si saranno resi conto dopo il battage che ha indotto, ad esempio, l’ex direttore Angelo Colucci a sporgere querela contro lo stesso Andreucci e il giornale Senzacolonne, come il portare in procura i bilanci valutati, certificati e approvati dall’attuale gestione e dall’attuale collegio dei revisori sarebbe stato un boomerang pazzesco, visto che la eventuale circostanza del reato del falso in comunicazioni sociali ricade per legge sulle spalle dell’amministratore che presenta ai soci un bilancio viziato, e non certo su quelle dei contabili che predispongono gli atti.

Quindi ci sarebbero andati di mezzo Antonio Andreucci, il CdA e il collegio dei revisori attuali, perché la tesi che essi non si sono accorti dei problemi sbandierati in questi giorni non reggerebbe neppure un secondo davanti ad un pm (oltre alla bella figura di aver svolto una verifica non certo approfondita), il quale chiederebbe ragione della mancata efficacia dei controlli di conformità e legittimità. Ma sono stati loro ad organizzare questo ballo. E adesso le verifiche saranno due: quella del gruppo di esperti designati dal consiglio di amministrazione di Cittadella (Antonio Andreucci, Alessandro Gianicolo e Fulvio Fagiano), e quello della commissione d’inchiesta del consiglio provinciale. Comunque sembra chiaro che i bilanci del 2009 e del 2010 in procura non ce li porterà nessuno. Anche perché a quanto pare qualcuno dall’interno comincia a protestare vivacemente.

Ma a questo punto, la commissione d’inchiesta del consiglio su cosa dovrà svolgere il proprio lavoro: sui bilanci 2009 e 2010, e magari anche su quello del 2011 non ancora approvato, oppure solo su quelli della presidenza di Vitantonio Gioia? Sarebbe giusto che la commissione d’inchiesta si occupasse di tutto dal 2005 ad oggi. Sarebbe anche un buon sistema per capire cosa si faceva prima e cosa si fa da una paio d’ anni a questa parte, perché in Cittadella ci finiscono soldi pubblici, e anche investimenti privati, e il problema della gestione non può essere assolutamente secondario a quello delle presunte false comunicazioni sociali. Così si potrebbe dare a Cesare quel che è di Cesare, chiunque sia Cesare.

La situazione della società non è affatto serena. Basti pensare ai grossi crediti presso alcuni inquilini anche di rango che non si riescono ad incassare, ai lavori bloccati, alla cassa integrazione del personale, sino alle lettere recapitate da un paio di giorni fa agli inquilini, ai quali si chiede di staccarsi dalla rete elettrica di Cittadella, e di provvedere a stipulare contratti separati  per allacci autonomi con Enel. E qui si parla di laboratori ed aule, e del servizio di fornitura di energia elettrica che fa parte dei contratti di locazione. Un bel vespaio. La commissione d’inchiesta dovrebbe valutare anche tutto ciò, per stabilire equamente quali siano le responsabilità effettive.

Certo, ci sono ormai pochi soldi. Ecco perché di quel milione e 300mila euro residuo del finanziamento Enel per la bonifica dell’amianto in Cittadella si sarebbe potuto fare un uso migliore, piuttosto che stornare grosse somme per il marchio Filia Solis: 600mila euro, se non andiamo errati (del resto non sappiamo) che avrebbero fatto molto comodo nella situazione attuale. Come minimo, una cifra doppia alla famosa “voragine”, finita alla promozione turistica dopo una modifica dell’atto con Enel. E per accendere il Solis, in Cittadella si rischia di finire con le candele. Almeno questo si desume dall’ultima circolare.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Caso bilanci a rischio boomerang

BrindisiReport è in caricamento