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Caso Brigante, parlano segretario e protagonista

BRINDISI – Appare irreparabile lo strappo tra la segreteria provinciale del Partito Democratico brindisino e l’ex presidente della Camera di Commercio, Giovanni Brigante, che ha annunciato la propria candidatura nella lista La Puglia per Vendola.

BRINDISI – Appare irreparabile lo strappo tra la segreteria provinciale del Partito Democratico brindisino e l’ex presidente della Camera di Commercio, Giovanni Brigante, che ha annunciato la propria candidatura nella lista La Puglia per Vendola. Dopo la dichiarazione del segretario provinciale Corrado Tarantino, che ha spiegato chiaramente che il PD “non è un autobus: chi scende non può pretendere di tornare a bordo quando vuole”, Brigante risponde che l’annuncio della sua estromissione dal partito costituirebbe in Puglia e in Italia un caso unico, perché la sua non è una scelta contro il PD, ma a favore dello stesso candidato presidente del Partito Democratico.

Oggi Tarantino è stato ancora più chiaro in una intervista a BrindisiReport: “Ha fatto tutto lui: ha deciso di candidarsi con Vendola e ce lo ha comunicato. In tutte le riunioni delle ultime settimane per la scelta dei candidati, alle quali ha partecipato come componente degli organismi dirigenti provinciali, non ha mai proposto il suo nome per la lista del partito”, ha detto Tarantino.

“Correttamente, invece, ci ha inviato le dimissioni dagli stessi organismi dirigenti. Ne prendiamo atto. Noi non lo scacciamo, ma è lui che si messo fuori dal PD”. Brigante però non ha consegnato la tessera, si è solo dimesso dalla direzione e dal consiglio provinciale. “Lo statuto –ha spiegato Corrado Tarantino- prevede che gli iscritti si impegnino a sostenere le liste e le candidature decise dal partito. Chi non lo fa, scendendo dall’autobus, poi non può pretendere di risalire”.

Cosa farà adesso la segreteria del PD, passerà il caso alla commissione di garanzia? “Non c’è nessun organismo da riunire –ha risposto Tarantino-, è automaticamente escluso. Nel 2010 a Giovanni Brigante non sarà rinnovata la tessera”. E per il seggio in consiglio comunale? “Non possiamo chiedergli nulla perché è stato eletto con un’altra lista (Sviluppo e Lavoro, ndr)”.

Il caso di Giovanni Brigante è isolato, nel Brindisino? “No, ci sono anche tre iscritti di Cellino S.Marco che alle comunali hanno scelto di candidarsi con una lista civica, e tra essi  il vice sindaco uscente Lorenzo Mazzotta. Useremo lo stesso criterio indicato dallo statuto. Certi atteggiamenti sono stati tollerati per troppo tempo e non saranno più ammessi –avverte Tarantino- perché noi vogliamo costruire un partito in cui conti il collettivo e non l’individualismo. Non possiamo e non vogliamo inviare segnali negativi a chi invece rispetta ogni giorno le regole”.

Giovanni Brigante, imprenditore del settore metalmeccanico, un centinaio di dipendenti, non si sente fuori dal partito: “Non ho lasciato la tessera”, ha detto oggi a BrindisiReport. “Mi sono solo dimesso dagli organismi dirigenti. In Italia ci sono altri casi come il mio. Se mi fossi iscritto al partito di Vendola sarebbe stato diverso, ma io ho fatto semplicemente la stessa cosa che hanno fatto Luigi Sansò, Rocco Loreto, Carlo Salvemini e Pina Marmo. Che non sono stati espulsi”.

Ma tutto questo perché? “Auspico solo che la lista di Vendola torni a fare ridiscutere la sinistra brindisina di politica con la ‘p’ maiuscola. Io voglio solo lavorare per una nuova sinistra riformista. Non è vero, come avete scritto, che ho fatto questo passo solo perché nella lista del PD non è stato accettato un candidato di Sviluppo e Lavoro. Noi stavamo addirittura decidendo di appoggiare Vincenzo Montanaro”.

Poi cosa è accaduto? “Francesco Fistetti e Francesco Saponaro mi hanno chiesto di incontrare Nichi Vendola, e io sono andato giovedì scorso a questo incontro, chiedendo di riflettere sulla proposta di entrare nella lista del presidente, premettendo che se si fosse trattato solo di una convenienza elettorale avrei detto di no. Ho accettato perché è un progetto per riunire la sinistra”.

E adesso cosa accadrà? “Il problema che io stia dentro o fuori il PD credo non appassioni nessuno. Forse conta di più il mio programma a favore delle piccole e medie imprese. Intanto aspetto che la commissione di garanzia mi dica qualcosa di ufficiale”.

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