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Città invasa dai rifiuti: "Troppo facile prendersela solo con i cittadini"

I cittadini non possono essere additati come gli unici responsabili dei cumuli di rifiuti che assediano la città. Vincenzo Albano, responsabile del Movimento consumatori, chiede che si accerti se non sussistano anche delle responsabilità addebitabili alla ditta che gestisce il servizio di raccolta dei rifiuti solidi urbani

BRINDISI – I cittadini non possono essere additati come gli unici responsabili dei cumuli di rifiuti che assediano la città. Vincenzo Albano, responsabile del Movimento consumatori, chiede che si accerti se non sussistano anche delle responsabilità addebitabili alla ditta che gestisce il servizio di raccolta dei rifiuti solidi urbani. Albano, attraverso un comunicato, manifesta l’auspicio che il comune, oltre al pugno di ferro nei confronti dei furbetti della raccolta differenziata che si annidano fra cittadini e commercianti, stia anche verificando la sussistenza di eventuali inadempienze da parte dell'azienda.

“Perché questo sbilanciamento del controllo nei confronti dei comportamenti del   cittadino, quasi a senso unico – dichiara Albano - vorrebbe significare  che qualcuno nel palazzo  ha maturato il bizzarro convincimento, o voglia far credere,  che questo stato di cose, di degrado, di scarsa IMG_5207-2pulizia delle strade e dei corsi, di sottopassaggio sporco, di abbondanza di rifiuti, di cassonetti di umido non ritirati,  (come è accaduto, per fare qualche esempio,  il 13 agosto nella zona di via Barletta, via Bari, via Gallipoli, e il 15 agosto in quella di largo Guglielmo da Brindisi e via S. Aloy),  di ritardi nel ritiro della plastica e della carta,  di tanti roditori e blatte,  di cassonetti inefficienti,  di cestini ricolmi  di rifiuti,  di caditoie e griglie intasate piene di rifiuti e di abbondante vegetazione, dipenda quasi esclusivamente dai cittadini e non dalle inefficienze e dalle inadempienze della società alla quale è stato affidato il servizio di raccolta,  di pulizia e trasporto dei rifiuti”.

A giudicare dallo stato di degrado in cui versano numerose zone del centro e della periferia, Albano si chiede “se di quel costoso capitolato di appalto si riesca a trovare una applicazione e testimonianza significativa in città”. “Oltretutto i precedenti progetti di tolleranza zero,  attivati negli anni 2009, 2010, 2011,  2012, 2013 e  2014 – scrive ancora Albano -  non hanno sortito l’effetto sperato, non fosse altro perché siamo sempre  allo stesso punto, a fare gli stessi discorsi, a replicare ogni anno le stesse iniziative. Quasi un instancabile gioco dell’oca, che ci riporta sempre indietro, al punto di partenza”.

“Ci sono invece tutti gli elementi e tante segnalazioni perché si possa ragionevolmente dubitare  - si legge ancora nella nota del movimento Consumatori - sul corretto adempimento di quanto previsto dal capitolato d’appalto e volgere in  quella direzione controlli più incisivi, pubblicizzandoli  nello stesso modo, con la stessa risonanza utilizzata per evidenziare le mancanze dei cittadini e dei commercianti”. Le sanzioni inflitte ai cittadini, quindi, non bastano.

“Quella squadra approntata per tallonare e sanzionare il cittadino – spiega Albano - potrebbe contemporaneamente riservare uguale  attenzione ai comportamenti ed agli adempimenti della società  dei servizi di igiene urbana. Proprio in questa direzione sono stati molti gli interrogativi proposti, che non hanno trovato risposta adeguata e  che riguardano chi e come  si sovrintende al controllo delle prestazioni  previste in  contratto,  le inadempienze  rilevate, le iniziative assunte, le censure formalmente avanzate, gli interventi d’ufficio da parte del comune a danno dell’appaltatore per sopperire alle carenze rilevate”.

IMG_5208-2Albano, in particolare, chiede che si verifichi “con quale periodicità e con quali atti sia stata mai certificata la consistenza di personale,  mezzi e  attrezzature effettivamente  impegnate ogni giorno nell’attività di igiene urbana, se è stato mai accertato  il numero dei cassonetti e dei cestini installati e la corrispondenza con quanto previsto in appalto, se sia stata mai verificata la tempistica e le modalità di lavaggio dei cassonetti stradali, di quelli consegnati alle attività commerciali ed ai condomini e dei mezzi di trasporto dei rifiuti”. 

“Ma anche - afferma ancora Albano - se sia mai stato accertato  il tempestivo taglio dell’erba stradale, la pulizia ed il lavaggio giornaliero delle 34 strade e delle fontane  del centro storico ridotte in condizioni pietose, il numero delle spazzatrici effettivamente impiegate negli orari previsti. E ancora, quanti controlli sono  stati effettuati per verificare gli interventi  di   deblattizzazione, derattizzazione e disinfestazione della città, oppure se sia mai stata eseguita l’analisi dei prodotti utilizzati  (considerata la più che  consistente presenza topi, zanzare e blatte in città). Ma anche se siano stati mai accertati i prodotti utilizzati per lavare e disinfettare le aree mercatali e il sottopassaggio di via Appia , perennemente maleodoranti e quant’altro ancora prevede il capitolato di appalto”. 

Albano avanza il sospetto che il contratto d’appalto, una volta sottoscritto, sia stato riposto in un cassetto, con la conseguenza di tentare di  “scaricare la responsabilità esclusivamente  sui cittadini, che vengono ritenuti più facili da colpire, che difficilmente reagiscono”.  “Ora – conclude Albano -  la storia si ripete. Un vero è proprio oltraggio. Oltre a dover pagare somme rilevanti per avere una città pulita, devono subire il sopruso di essere additati a unici responsabili dello stato di degrado della città. Ci mancava pure questo. Purtroppo non c’è nessuno a palazzo che li difende”. 

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