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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

“Cittadini protagonisti della vita pubblica”

FASANO - A contendersi la fascia di Primo cittadino a Fasano non c’è anche uno scrittore e docente universitario: Vito Bianchi, candidato sindaco per la lista civica “In Comune”. Né con Lello Di Bari, né con Stella Carparelli, per una campagna elettorale vissuta fuori dai blocchi. Perché i fasanesi dovrebbero bocciare centrodestra e centrosinistra?

FASANO - A contendersi la fascia di Primo cittadino a Fasano non c’è anche uno scrittore e docente universitario: Vito Bianchi, candidato sindaco per la lista civica “In Comune”.

Né con Lello Di Bari, né con Stella Carparelli, per una campagna elettorale vissuta fuori dai blocchi. Perché i fasanesi dovrebbero bocciare centrodestra e centrosinistra?

Ma le avete viste le facce che compongono gli schieramenti del centro-destra e del cosiddetto centro-sinistra? Sempre le stesse da dieci, vent’anni e più. Sempre i soliti personaggi, a ragionare dei fatti propri e non del bene comune. Che prospettive poteva avere, il territorio fasanese, con simili politicanti? E i nostri figli, a chi avremmo dovuto consegnarli? E’ necessario riscattare la comunità di Fasano e delle frazioni dall’abbandono sociale e dal dilagante degrado ambientale e culturale, favorendo lo sviluppo di un modello di società in cui i cittadini siano protagonisti reali della vita pubblica. E bisogna che la cittadinanza si emancipi da vecchie e nocive politiche clientelari, le quali, per soddisfare gli interessi del singolo, hanno inibito la tensione collettiva verso il bene comune. Non ha molto senso parlare di centrodestra o centrosinistra, quando gli affari personali realizzati sulla pelle dei cittadini sono trasversali. Certo, non potevamo schierarci coi personaggi che negli ultimi dieci-quindici anni sono stati i principali artefici dell’attuale mortificazione fasanese. I responsabili devono essere individuati, non si può continuare a mettere sempre la testa sotto la sabbia, né a delegare agli altri le sorti di una comunità. L’azione di “in Comune” nasce con l’intento di andare al di là delle altre coalizioni, arroccate nella loro supponenza, nella penombra di spartizioni partitiche e di operazioni opache, che avvengono più o meno dietro le quinte.

Fasano ha conosciuto in questi anni un forte sviluppo nel settore turistico, grazie ad investimenti privati  lungo la costa che hanno puntato sulla qualità dell’offerta. Piccoli commercianti e artigiani locali però arrancano. E la Selva sembra aver smarrito la propria identità. Una crescita a metà, dunque.  Quali le soluzioni per il futuro?

Dal turismo concentrato in isole chiuse a cinque stelle, che non hanno, in quindici anni, apportato quasi nulla all’economia fasanese, è necessario passare a un turismo di qualità, sostenibile e diffuso, incentrato sul gusto dei visitatori per la lenta scoperta di un paesaggio che fra uliveti secolari, masserie fortificate, insediamenti rupestri, aree archeologiche, collina, mare, centri storici e chiesette rurali non è riproducibile altrove e, perciò, risulta assolutamente prezioso e appetibile. Le amministrazioni fasanesi, di entrambi gli schieramenti, sono state per decenni sedute su un forziere colmo di ricchezze mai messe a frutto. Ora è giunta l’ora che si alzino le chiappe e che le ricchezze del territorio siano messe intelligentemente in rete. Riguardo alla Selva, per un suo progetto di recupero siamo partiti dalle cartoline degli anni Quaranta, dove la selva è detta “Stazione climatica”: dunque, località di salute e benessere. Il nostro progetto di valorizzazione di questa località intende sostenere il territorio silvano e la sua comunità, prospettando un nuovo sviluppo economico, sociale e culturale sulla base delle tradizioni e della vocazione del luogo.

La Selva può così trasformarsi, per tutto l’anno, in un giardino dello spirito e del corpo, in cui una migliore qualità della vita si intrecci con la possibilità di offrire all’utenza – interna ed esterna –  una spa attrezzata con palestra e, insieme, l’opportunità di fare sport all’aria aperta, di andare in bicicletta, di passeggiare per i viali, di muoversi per il trekking lungo i sentieri collinari o i boschi, di scoprire spazi per i giochi dei bambini, di fruire di luoghi per lo studio e per il nutrimento della mente, e di conoscere il territorio con le sue peculiarità botaniche. Riteniamo che tutto ciò possa alimentare dei nuovi circuiti economici basati sulla destagionalizzazione delle presenze, senza peraltro rinunciare al consolidato profilo turistico dei mesi estivi. Siamo convinti che sia la natura stessa di un luogo a fare da guida per determinarne la crescita o la rinascita: basta solo saper guardare.

Progetto di recupero e ampliamento del Porticciolo di Savelletri: un investimento che convince?

Innanzitutto va sottolineato come i lavori siano fermi ormai da mesi, senza che se ne sia compreso pienamente il motivo. Poi, mi sembra che il recupero e l’ampliamento siano stati organizzati con un po’ troppa fretta: mi chiedo, infatti, se fosse realmente necessario impostare un nuovo molo di Levante, innestandolo proprio dietro la deliziosa chiesetta e la famosa casa rossa (uno dei punti più affascinanti di Savelletri), o non bastasse, piuttosto, conformare meglio il molo di maestrale, allungandolo e curvandolo adeguatamente. Inoltre, mi domando se la morfologia portuale, concepita sulla scorta dell’attuale progetto, potrà essere sufficiente a evitare insabbiamenti, oppure se sarà sempre necessario operare il dragaggio dei fondali: nel qual caso, l’investimento, a parte qualche posto-barca in più, sarebbe risultato sostanzialmente inutile.

Il Consorzio Centro Agroalimentare Fasano ha attraversato una difficile situazione economica e patrimoniale.  Come rilanciarlo?

Il problema del Centro Agroalimentare non dipende da un livello locale, ma va analizzato sul piano globale. Arriva in zona, per esempio, una quantità smodata di merce da Paesi come la Spagna o altri, che non hanno controlli assidui, né leggi che impediscano l’uso di determinati fitofarmaci (vietati in Italia), con la conseguenza che il prezzo dei  prodotti è sempre tendente al ribasso. Ciò strangola innanzitutto i produttori locali, i coltivatori locali, coloro che lavorando e curando la terra assicurano la vita all’umanità. Va recuperata una dimensione più local e meno global, soprattutto all’agricoltura. E in questo senso va valorizzato, anche con un’apposita e continua campagna pubblicitaria, di cui dovrà farsi carico l’amministrazione comunale, il marchio De. Co. (Denominazione Comunale) “Terre di Fasano”, che possa distinguere su tutti i mercati i prodotti fasanesi, permettendone una giusta distribuzione al giusto prezzo. Per questo, la partecipazione del marchio a fiere e convegni, e l’organizzazione di manifestazioni a tema, che potranno svolgersi nel ristrutturato ex-mercato ortofrutticolo, serviranno da volano e vetrina anche per lo stesso centro Agroalimentare. Bisogna impostare una campagna di sensibilizzazione verso ciò che è genuino e possibilmente a chilometro zero. Pagherà la qualità e il sapore, più del bell’aspetto e dell’incertezza riguardo a ciò che si sta mangiando.

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