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Venerdì, 29 Marzo 2024
Politica

Consiglio provinciale, vince il listone del Pd con Ncd, Fi e socialisti

Passa la linea del presidente Maurizio Bruno che aveva tenuto a battesimo Uniti per Brindisi: otto consiglieri eletti, più suffragato Tanzarella, ritorna Mingolla. Per Terra di Brindisi quattro: la spunta Marika Rollo per il capoluogo con il sostegno dei centristi

BRINDISI – Otto consiglieri provinciali alla  lista Uniti per Brindisi, la metà per la rivale Terra di Brindisi: il cosiddetto listone, nato dalle nozze politiche tra Pd, Fi, Ncd e socialisti, con la benedizione del presidente Maurizio Bruno, ha battuto  sul campo la strategia centrista legata alla coppia Marcello Rollo-Massimo Ferrarese.

UnitiPerBrindisi-2-2-2TerraDiBrindisi-2-2-2Il risultato finale dello scontro andato in scena ieri per il rinnovo del Consiglio provinciale è riassunto dai seguenti numeri: Uniti per Brindisi è arrivata a quota 54151, mentre Terra di Brindisi si è fermata a 33.664. Sono espressione dei voti dei sindaci e dei consiglieri dei Comuni del Brindisino, ponderati, vale a dire misurati con la popolazione.

Quelle scelte, ponderate appunto, hanno portato all’elezione, per la lista Uniti per Brindisi, di: Domenico Tanzarella con 7.434; Giuseppe Cavallo 6781, Cesare Epifani 6.201, Francesco Mingolla 5.882, Chiara Saracino 5310, Giuseppe Pace 4860, Giovanni Barletta 4827, Claudio Moncullo 4055. Restano fuori dal consiglio provinciale gli altri due candidati del listone Teodoro Pierri 3379, Angelo Presta 3040 e Pietro Iaia 2374.

Per Terra di Brindisi sono stati eletti in quattro: Lucia Trinchera 4880, Maria Rollo 3888, Christian Continelli 3207, Serena Lucia Missere 2974. Fuori sono rimasti gli altri candidati: Maria Zigrino 2870, Antonio Antonucci 2835, Giovanni Bruno 2693, Marina Miggiano 2554, Lilio Lolli 2445, Luigia Albanese 2230, Pino Trinchera 1620 e Pasquale Santoro 1468.

A spoglio concluso, quindi, è ufficiale che il Partito democratico ha conquistato tre scranni in Consiglio, è evidente che il più suffragato è Domenico Tanzarella, anima socialista di Ostuni, e che, sempre per il listone, c’è il ritorno di Francesco Mingolla di Mesagne, già vice presidente della Provincia. E’ altrettanto certo, a questo punto, che Brindisi avrà come rappresentante solo Marika Rollo dei Coerenti di Pasquale Luperti, supportata in questa tornata elettorale dai centristi di Massimo Ferrarese e Marcello Rollo nell’ambito di una manovra che, per alcuni, è servita per ricompattare la coalizione dei moderati dopo le liti interne che hanno portato la sindaca Angela Carluccio ad azzerare la Giunta il 30 dicembre scorso. 

L’operazione, a quanto pare, sarebbe stata dettata dalla necessità di mettere all’angolo Luperti, perché è stato lui il primo a chiedere l’azzeramento e poi una Giunta tecnica, ed è stato lui a sostenere la candidatura a consigliere comunale di Marika Rollo con il voto in abbinamento. La conferma alle ragioni della manovra sembra arrivare dai corridoi di Palazzo di città, dove secondo indiscrezioni la sindaca sarebbe pronta a varare il suo nuovo esecutivo. Ma va anche detto che rispetto alle previsioni Marika Rollo ha ottenuto tre voti in meno: sarebbero venuti a mancare quelli “garantiti” da Ferrarese nei comuni di Francavilla e San Michele. I Cor, invece, non sono riusciti ad arrivare in Consiglio provinciale con Marina Miggiano, attuale capogruppo al Comune, dopo essere stata assessore alla Programmazione economica.

Non hanno votato né i consiglieri di Brindisi Bene Comune, né quelli del Movimento CinqueStelle: "No a politici che eleggono altri politici, non è questa la democrazia", ripetono. E sul caso Brindisi aggiungono: "Ennesima spartizione". Del conflitto con Ferrarese aperto dopo che Marcello Rollo ha perso la presidenza dell'Asi ceduta a Mimmo Bianco, il presidente Bruno non vuole sentire parlare: “Ha vinto la democrazia", dice davanti al consenso ottenuto dalla sua lista, Uniti per Brindisi che all’inizio aveva sollevato più di qualche malumore per l’alleanza con partiti di centrodestra. “L’affluenza è stata alta, a dispetto di quanto si diceva”, aggiunge. “Lo scontro politico non lo abbiamo mai cercato, siamo sempre stati per il dialogo: ora siamo pronti per continuare a lavorare, nonostante le difficoltà viste le condizioni in cui sono state lasciate le Province”.

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