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Giovedì, 18 Aprile 2024
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Consolidamento della falesia: serviva la Via. Si allungano i tempi

Andava assoggettato alla procedura di Via il progetto di consolidamento della falesia appaltato lo scorso marzo alla R.A. Costruzioni srl. E sarà la stessa Ra, adesso, a dover istruire l'iter per la valutazione di impatto ambientale: decisamente qualcosa di più complesso a articolato rispetto alla procedura di verifica prevista dal capitolato

BRINDISI – Andava assoggettato alla procedura di Via il progetto di consolidamento della falesia appaltato lo scorso marzo alla R.A. Costruzioni srl. E sarà la stessa R.A., adesso, a dover istruire l’iter per la valutazione di impatto ambientale: decisamente qualcosa di più complesso e articolato rispetto alla procedura di verifica prevista dal capitolato. Questo lo si evince da una nota del Servizio Ecologia della regione Puglia inviata lo scorso 30 aprile all’amministrazione comunale e alla ditta appaltatrice.

Non si può prescindere dalla Via perché nel progetto definitivo presentato alla Regione ricade un’area protetta (la cui presenza, fra l’altro, era stata già segnalata dallo Stesso Comune): la porzione marina della riserva naturale dello Stato, area marina protetta di Torre Guaceto, direttamente interessata dai lavori di messa in sicurezza e protezione del tratto di costa caratterizzato da dissesto idrogeologico. Nella nota (foto in basso a destra) firmata dal dirigente dell’ufficio, Caterina Dibitonto, e dal funzionario istruttore, Vincenzo Moretti, emerge inoltre che la Regione, attraverso una precedente lettera del 10 La nota del Servizio ecologia della Regione-2ottobre 2013, aveva già fornito delle prime indicazioni sul progetto preliminare del Comune di Brindisi.

E fra queste rientrava proprio la richiesta di avviare la procedura di screening (verificare cioè se il progetto andava assoggettato alla Via). Ma il Comune, a quanto pare, come rimarcato dalla Regione, “ha provveduto all’approvazione del progetto preliminare e (il 27 marzo 2014) all’aggiudicazione definitiva del contratto di appalto relativo alla progettazione definitiva, esecutiva ed esecuzione dei lavori a favore della ditta R.A.”, lasciando però alla medesima R.A. l’onere di avviare la procedura di screening. Adesso, però, serve la Via.

Già, perché nella nota del 30 aprile, il Servizio Ecologia pone questo nuovo paletto: una prescrizione impegnativa se si considera che l’iter per l’ottenimento della Via richiede almeno 90 giorni (dalla R.A., a tal proposito, fanno sapere che difficilmente questa potrà arrivare prima di novembre-dicembre). All’orizzonte, insomma, si profila un tunnel di pastoie burocratiche, con l’opposizione di centrodestra che già lancia i primi strali. 

“Il consolidamento della falesia – afferma Massimiliano Oggiano, capogruppo di La Puglia prima di tutto – è stato pianificato su una cosa a venire (il riferimento è appunto alla procedura di Via, ndr). In tempi non sospetti avevamo condannato questo modo di fare, perché l’amministrazione comunale ha scaricato sul privato aggiudicatario la responsabilità di acquisire pareri per la messa in sicurezza. Uno di questi – prosegue Oggiano – corrisponde alla verifica della assoggettabilità alla Via, visto che una parte di quell’intervento ricade nell’area di Torre Guaceto".

Massimiliano Oggiano"Il Comune, insomma - afferma ancora Oggiano - ha approvato il progetto preliminare, lo ha inviato alla Regione e quest’ultima ha mosso una serie di osservazioni, di cui il Comune se n’è infischiato. Il risultato è che adesso la procedura per la Via la deve avviare la ditta appaltatrice, con inevitabili ripercussioni sulla possibilità di far partire i lavori in tempi celeri”. Il progetto di consolidamento della falesia è strettamente legato al piano della costa presentato due settimane fa dall’assessore al ramo, Pasquale Luperti, e dal sindaco, Mimmo Consales, nel corso di un conferenza stampa. Lo stesso Oggiano aveva già mosso delle obiezioni al progetto deliberato dalla giunta. Il consigliere comunale, adesso, rincara la dose. 

“Il piano della costa – spiega Oggiano – include due aree: quella di Punta del Serrone e quella a nord del litorale. La zona di Punta del Serrone non può essere pianificata dal piano della costa ai sensi della legge regionale 17 del 2006, poiché non si tratta di un’area che ricade nel demanio marittimo, bensì in quello militare. Ci auguriamo che questi terreni, attraverso una serie di accordi sottoscritti con la Capitaneria di porto e la Marina militare, vengano presto acquisiti dal Comune. Ma al momento non sono del Comune. Non si può quindi pianificare sull’incerto, prevedendo in maniera aleatoria e arbitrale la realizzazione di 6 stabilimenti balneari in quella zona”.

Contattato da BrindisiReport.it, il dirigente dell'ufficio Urbanistica, l'architetto Fabio Lacinio, fa però sapere che la delibera di giunta riguarda solo l'area compresa fra Torre Guaceto e Punta Penne. Per la fascia che va da Punta Penne a Cala Materdomini, invece, sono state fatte delle previsioni che potranno essere deliberate, in effetti, solo dopo l'acquisizione dei terreni, tuttora demanio militare in gestione della Capitaneria di porto. 

Alcune criticità, come detto, vengono sollevate anche riguardo la parte di piano della costa in cui ricade la fascia nord del litorale. “I 3-4 stabilimenti balneari previsti nell’area nord – dichiara Oggiano – insistono in aree private. L’unico modo per non abbatterli, di conseguenza, è quello di recuperarli attraverso una variante al piano regolatore che prevede 300 metri all’interno per 10 chilometri di tratto costiero. A questo punto, per quale ragione non dovrebbero essere ricompresi in tale variante anche i terreni ricadenti nell’area del villaggio Acque Chiare?”. 

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