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Crisi complicata, assalto all'Urbanistica

BRINDISI – La situazione al Comune è ingarbugliata e c’è solo un punto fermo: la maggioranza di centrosinistra-destra non se ne andrà a casa. L'Api difende il suo assessore. Qualcuno tenta l'assalto all'Urbanistica. E mentre si respira aria sempre più pesante, D'Attis torna a chiedere le dimissioni. Per votare tra aprile e giugno.

BRINDISI – La situazione al Comune è ingarbugliata e c’è solo un punto fermo, quello di sempre: la maggioranza di centrosinistra-destra non se ne andrà a casa. Su tutto il resto nei prossimi giorni ci sarà molto da discutere.

LA GIUNTA – Sia le forze politiche che il sindaco Mimmo Consales hanno deciso di cambiare di nuovo gli assessori.  Di solito le cose si cambiano quando non funzionano, e già questo è un grande autogol dell’ex laboratorio politico, che per l’ennesima volta decide di mischiare le carte. È già la terza volta che accade in un anno e mezzo. Sull’azzeramento-rimpasto sono sorti subito i distinguo. Il segretario cittadino del Pd Antonio Elefante non vorrebbe cambiare i suoi due assessori, Marika Rollo (Servizi sociali) e Lino Luperti (Urbanistica), ma non è un mistero che sulla Rollo c’è la fronda da sempre, e che la poltrona di Luperti è appetita da mezzo partito. Oggi però qualcuno ha detto chiaro e tondo che se non si toccano gli assessori del Pd, non è giusto cambiare gli altri. Francesco Cannalire (Api) ha abbandonato la riunione di questa mattina tra sindaco e maggioranza, ed è stato chiaro: «Il nostro assessore è e resta Giuseppe Miglietta»

L’URBANISTICA – Le inchieste giudiziarie delle ultime settimane e i cambiamenti politici nazionali che si ripercuotono a livello locale, avrebbero dovuto convincere la maggioranza a fare chiarezza, magari avrebbero dovuto portare a qualche gesto esemplare, anche perché le nubi sul Comune continuano ad essere nere, l’aria che si respira è pesantissima (per intenderci, quella che si respirava nove anni fa, prima del blitz che azzerò la giunta Antonino) e il crollo di consenso intorno a Consales è preoccupante. E invece dalle denunce fatte da Mauro D’Attis in consiglio comunale, e dall’assalto alla poltrona di Luperti, si evince che ci sono forze politiche e imprenditoriali che in questo momento stanno pensando solo ad una cosa: l’assalto alla diligenza. E la diligenza che conta, oggi, è una sola: il nuovo Piano urbanistico generale. È il documento che deciderà dove e quanto si potrà costruire, per esempio in contrada Masseriola, oppure a Mitrano. Si tratta, ben inteso, di interessi legittimi, che però andrebbero governati e magari discussi alla luce del sole. E invece si ha l’impressione che come al solito qualcuno voglia decidere tutto in poche stanze. E siccome Lino Luperti non risponde a certe logiche e non sembra facilmente gestibile, allora sarebbe il caso di approfittarne per chiedere la sua testa. O magari assegnargli qualche altra delega. Della Multiservizi,

D’ATTIS – In questo clima il capogruppo di Forza Italia torna a chiedere le dimissioni del sindaco: «Tra finti proclami di rinnovamento e imbarazzanti inchieste giudiziarie spero che Consales, se gli è rimasta un briciolo di quella responsabilità alla quale cerca di restare aggrappato, trovi il buon senso di dimettersi entro il 4 febbraio, ultima data utile per evitare il lungo commissariamento e portare, in soli tre mesi, la città di Brindisi al voto del prossimo maggio 2014».

Il ministero ha infatti deciso che le prossime amministrative si terranno tra il 15 aprile e il 15 giugno. Dunque Brindisi potrebbe rientrare in quella finestra elettorale.

«Lo spettacolo che stanno offrendo - continua D’Attis - non ha precedenti. È irresponsabile immaginare di fare rimpasti solo annunciati senza comprendere che qui non c’è da “rimpastare” nulla ma occorre solo cambiare completamente la ‘pasta’. Tutto ciò che sta accadendo, ben visibile agli occhi dei brindisini, è un affronto all'intelligenza della gente che non si può avallare in questo momento di grande sfiducia nella politica. E’ imbarazzante e Consales se la può prendere solo con se stesso. La nostra opposizione è responsabile ma ora la stessa responsabilità la devono dimostrare gli altri. L’alternativa è davvero quella di cadere in un lungo commissariamento».

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