Crisi Pd:"Adesso dimettetevi tutti"
BRINDISI - Neppure un segnale di autocritica, neppure un cenno all'apertura di un confronto interno, neppure l'ammissione della grave sconfitta in Puglia, in provincia di Brindisi e nel capoluogo. Per ora parlano solo i militanti come Enzo Albano, il quale spiega perchè preliminarmente - a suo avviso - si dovrebbero dimettere dalla carica i segretari regionale, provinciale e comunale del Pd.
BRINDISI - Neppure un segnale di autocritica, neppure un cenno all'apertura di un confronto interno, neppure l'ammissione della grave sconfitta in Puglia, in provincia di Brindisi e nel capoluogo. Per ora parlano solo i militanti come Enzo Albano, il quale spiega perchè preliminarmente - a suo avviso - si dovrebbero dimettere dalla carica i segretari regionale, provinciale e comunale del Pd.
Meno 12,5% , meno 13,3%, meno 16,8% alla Camera; meno 11,3%, meno 11,8%, meno 15,5% al Senato. In pratica alla Camera, ma esiti quasi analoghi si possono desumere con riferimento al Senato, si è passati da 738.861 a 407.900 con una perdita di 330.961 voti a livello regionale; da 72.938 a 38589 con una perdita di 34.349 voti a livello provinciale, da 17.293 a 8871 con una perdita di 8422 voti a livello comunale, nonostante il valore aggiunto che si pensava dovesse costituire la nuova maggioranza al comune della giunta di centro sinistra e del sindaco del Partito Democratico.
Queste le cifre che rappresentano la misura a livello regionale, provinciale e comunale dello smottamento elettorale, che ha certificato il corto circuito tra il Partito Democratico e l’opinione pubblica, che ha fatto evaporare quasi la metà dell’elettorato , che ci aveva accordato il consenso nella precedente elezione politica parlamentare.
Una disillusione cocente che ci consegna la rabbia della gente e il diffuso clima di insofferenza, di distacco e di sfiducia nei confronti della politica e di coloro che la rappresentano, a causa dei moltissimi casi di diseguaglianze, di inefficienze, di privilegi, di errori capitali, di opacità del discorso e dell’attività politica, ai quali la classe dirigente del Partito Democratico non è riuscita a porre rimedio, incapace di cogliere la forte richiesta di cambiamento che proveniva dal paese, con una risposta nuova, dirompente per riportare tra la gente il senso sociale e l’ indispensabilità della politica. E che oggi paghiamo tutti a piè di lista.
Siamo arrivati ad un punto morto, assediati all’interno di una società sovraccarica di dubbi in cui, ad eccezione di pochi, la gran parte non aderisce completamente a nulla, costretti come sono a scegliere fra mali presenti e mali futuri, fra promesse che non possono essere mantenute e mancanza di promesse percepibili concretamente.
Una situazione che non è riconducibile ad un semplice quanto gravissimo incidente di percorso, ma chiama in causa la responsabilità di tutto il gruppo dirigente del partito a livello regionale, provinciale e comunale, che ha tradito l’impegno e lo slancio che ci ha portato alla nascita del Partito Democratico, dimostrando nei risultati attuali di non aver alcun rapporto e controllo sul territorio, di non avere il polso in grado di reggere questa responsabilità, completamente separato dalla realtà sociale che, sentendosi tradita, si sta sempre più isolando nell’individualismo e nel particolare.
La consapevolezza di questa responsabilità e l’amore per il partito, ma anche il desiderio di rafforzarlo, mi obbliga come semplice militante a chiedere le dimissioni del segretario regionale, del segretario provinciale e del segretario cittadino, com’è naturale che sia in presenza del fallimento della loro attività ed impegno politico, per puntare con celerità alla formazione di una nuova classe dirigente di spessore, la cui capacità non abbia come riferimento il solo parametro anagrafico o di genere, ma anche quello culturale della capacità di coniugare elaborazione politica di qualità, concretezza ed indipendenza, per riportare il partito tra i bisogni della gente, che la faccia finita con le inefficienze, gli sprechi, i tanti privilegi che assediano questo paese.
E’ urgente ed indispensabile restituire un’anima ed una compattezza ad un partito diventato arido, burocratico, conflittuale, per rivitalizzarne e rendere prioritaria la presenza territoriale ed il rapporto con i cittadini, specialmente a livello comunale dove è praticamente scomparso dall’agenda politica e nella attività di ricerca elettorale del consenso, completamente risucchiato e appiattito sull’attività e sulle decisioni dell’amministrazione comunale.
Ma principalmente bisogna recuperare la passione e l’impegno politico, per metterlo finalmente in grado di combattere le battaglie che va annunciando, facendolo uscire dalle secche di una discussione tutta concentrata al proprio interno, troppo sbilanciata nella definizione dei numeri, delle maggioranze e degli incarichi di responsabilità, a scapito della elaborazione delle politiche, dei programmi, delle prospettive per dare una speranza di futuro ai tanti giovani e lavoratori di questa città. (Enzo Albano)