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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Minacce perchè non le piace l'uomo di Ferrarese come sindaco

ORIA - Finisce all’attenzione della procura, in forma di denuncia-querela per minaccia, un alterco fra una giovane militante del Partito democratico, la 26enne Mariagrazia Petese e Mauro Marinò, coordinatore oritano di Noi centro, la lista che fa capo al presidente della Provincia Massimo Ferrarese. “Non ti dimenticare che sei una disoccupata senza lavoro e sola, e questo è un peccato perché quelle persone hanno potere e chi ha potere può fare di tutto”, sarebbero queste le parole rivolte da Marinò in risposta al dissenso espresso dalla giovane donna alla candidatura dell’assessore provinciale Cosimo Pomarico, all’Agricoltura e candidato in pectore del centrosinistra oritano.

ORIA - Finisce all’attenzione della procura, in forma di denuncia-querela per minaccia, un alterco fra una giovane militante del Partito democratico, la 26enne Mariagrazia Petese e Mauro Marinò, coordinatore oritano di Noi Centro, la lista che fa capo al presidente della Provincia Massimo Ferrarese. “Non ti dimenticare che sei una disoccupata senza lavoro e sola, e questo è un peccato perché quelle persone hanno potere e chi ha potere può fare di tutto”, sarebbero queste le parole rivolte da Marinò in risposta al dissenso espresso dalla giovane donna alla candidatura dell’assessore provinciale Cosimo Pomarico, all’Agricoltura e candidato in pectore del centrosinistra oritano.

Il consigliere comunale, per tutta risposta, rilancia: non solo nega di aver mai pronunciato minaccia alcuna, ma  annuncia il contrattacco con ben due denunce, una delle quali parlerà sicuramente di calunnia, l’altra è un mistero “di cui parlerò al momento opportuno”, sottolinea Marinò. Nasce in rete, su Facebook o altrove la sostanza non cambia, e finisce nelle aule di giustizia. Il percorso del dibattito politico segue, anche in provincia, le direttrici del web, scambio virtuale e senza esclusione di colpi. Starebbe proprio nei commenti affidati da Mariagrazia Petese alla bacheca del social network, l’antefatto di questa storia.

“Da alcuni anni sono iscritta al Partito democratico di Oria che aderisce alla Fabbrica di Nichi. Svolgo nell’ambito cittadino attività politica, e partecipo attivamente al dibattito che si sviluppa soprattutto su internet in ordine alla scelta del candidato sindaco del centrosinistra per le prossime amministrative per l’anno 2011. Esprimo un punto di vista assolutamente critico nei confronti della candidatura proposta da Noi Centro nella persona dell’attuale assessore provinciale Cosimo Pomarico”, è questo l’incipit della denuncia, che pare spiegare il peccato originale di tutta la vicenda. Secondo la Petese, il primo ad aver malgradito, o maltollerato, i commenti in formato digitale, sarebbe stato proprio Pomarico.

L'autrice della denuncia sostiene che Marinò in persona si sarebbe fatto portavoce del rammarico assessorile e quando Mariagrazia Petese le chiede di incontrarlo, avviene il verboso scambio di battute che ha dato origine alla denuncia. Un monito affine sarebbe stato rivolto, conto terzi, anche ai parenti della ragazza. “Di fronte alla citata frase – scrive la 26enne nella denuncia – di chiara natura intimidatoria ho interrotto la discussione riferendogli che non avevo paura del suo assessore e dei suoi ricatti”. A conforto della propria versione Petese cita due testimoni presenti al momento dell’incontro fra lei e Marinò.

“E’ in atto uno squallido tentativo di gettare discredito sulla mia persona”, ha replicato prontamente Marinò, “è un’autentica persecuzione politica nei miei riguardi sempre da parte della Petese, politicante da sobborgo, alla ricerca affannosa di 'popolarità' che approfitta di ogni occasione per mettersi in particolare evidenza col disarmante risultato di essere soltanto ignorata dall’opinione pubblica oritana”. Il coordinatore cittadino parla poi, senza mezzi termini, di una “regia politica” che avrebbe fatto della 26enne strumento lanciato contro di lui per mettere a segno tutt’altri obiettivi, certezze pronte a tradursi nelle contro-denunce annunciate contro la querelante ma anche “eventuali corresponsabili, sia in sede civile che penale, a tutela della mia dignità e del mio onore”. Da qualunque parte stia la verità, a questo punto lo deciderà la magistratura. L’episodio, questo è un fatto, è certamente sintomatico del clima incandescente dello scontro politico (sic) in corso. La posta in gioco è la poltrona lasciata libera, malgrè lui, dal sindaco defenestrato Cosimo Ferretti.

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