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Sabato, 20 Aprile 2024
Politica San Pietro Vernotico

"Emergenze ambiente e criminalità"

SAN PIETRO VERNOTICO – Ambiente e criminalità. Sono questi i temi che Ermanno Manca, presidente dell’associazione antiracket di San Pietro, Ernesto Musìo, ambientalista, e Daniele Ancora, avvocato e consigliere comunale pongono all’attenzione del sindaco Pasquale Rizzo in un comunicato diramato agli organi di informazione.

SAN PIETRO VERNOTICO – Ambiente e criminalità. Sono questi i temi che Ermanno Manca, presidente dell’associazione antiracket di San Pietro, Ernesto Musìo, ambientalista, e Daniele Ancora, avvocato e consigliere comunale pongono all’attenzione del sindaco Pasquale Rizzo in un comunicato diramato agli organi di informazione.

"Due temi che attanagliano il paese e che non sono mai stai discussi a dovere e nelle giuste sedi. San Pietro è vittima dei veleni emessi dai complessi industriali presenti nel capoluogo brindisino, sostengono gli autori del documento. Nel giro di pochi anni i casi di cancro si sono moltiplicati e la principale causa (questo almeno è stato appurato), risiede nell’inquinamento ambientale".

“Ambiente e criminalità sono due tra i problemi che destano maggiore preoccupazione. Questi due problemi vanno affrontati con efficacia e competenza. E’ indubbio che l’inquinamento del territorio sanpietrano sia largamente dovuto ai veleni provenienti dall’apparato industriale brindisino, oggi individuato soprattutto nella centrale a carbone di Cerano, così come in un non lontano passato e fino agli anni ’80, era legato ai veleni generati dal polo petrolchimico”.

“E’ inconfutabile che i veleni di ieri, sommati a quelli di oggi, stanno imprigionando la fascia sud della Terra di Brindisi, e San Pietro Vernotico in prima fila, in un ‘accumulo sanitario’ di patologie  divenuto medio tempore insostenibile; e tale assunto è di tal evidenza da non richiedere ulteriori indagini epidemiologiche di conferma, ove mai non fossero sufficienti quelle effettuate nel tempo dal Ministero della Salute e quelle recenti locali, di indubbio pregevolezza scientifica”.

“Ovviamente, qualunque ulteriore contributo, organizzato, sollecitato e/o offerto, idoneo a monitorare  la condizione della salute della popolazione dell’area a rischio di crisi ambientale, va adeguatamente sostenuto. Ciò che a noi preme mettere in luce – in ambito locale - non è tanto la modalità, a dire il vero,  solitaria e monastica, dell’improvvisa iniziativa giudiziaria minacciata del sindaco nei confronti dell’Enel che, a nostro sommesso parere, pure avrebbe richiesto la ricerca preventiva di un parere, di un contributo e di un sostegno da parte delle associazioni, delle varie organizzazioni sociali e della piena condivisione da parte della popolazione”.

“A noi preme invece l’aspetto politico e sociale e ci chiediamo come affrontare e risolvere il problema del carbone! Suggeriamo perciò al sindaco di leggere o di rileggere le due sentenze emesse dal Tar di Lecce in decisione del giudizio tra Edipower  ed Enel contro la Provincia di Brindisi (N.4090/2006 e N.617/2007). In esse si puntualizza in modo definitivo che la disciplina dell’esercizio delle centrali termoelettriche, e i relativi limiti di emissione, sono materie di esclusiva potestà legislativa statale”.

“E poiché a noi sembra prioritariamente opportuno preoccuparci del carbone che respiriamo, più che del mero risarcimento dei danni che esso produce, ne consegue che occorre trarre dalle esperienze storiche, soprattutto da esse, una lezione definitiva che è così riassumibile:  il cambiamento della grave situazione di disagio ambientale e sanitario (e, conseguentemente, anche economico) che la città vive, anche e soprattutto a causa della centrale di Cerano, lo si può perseguire unicamente attraverso la via  politica, certamente non nelle aule di giustizia”.

“A tal fine, rammentiamo l’esperienza maturata in occasione della Convenzione tra Enel e il Governo nel 1996, e quella sul combustibile da rifiuti e sul porto industriale in questi ultimi anni, perfezionate attraverso il concerto delle iniziative di cittadinanza attiva locale e di quelle istituzionali a livello regionale. A tal punto, chiediamo pubblicamente al sindaco perché sino ad oggi non ha inteso sostenere – così come non l’ha sostenuta, per la verità, nessun consigliere provinciale  - la proposta del  presidente della Provincia di metanizzare un gruppo della centrale, al fine di ridurre sensibilmente il consumo di carbone, chiamando a raccolta, per questo obiettivo, tutte le associazioni, i sindaci e le popolazioni della zona? Crediamo che sia un nostro diritto pretendere il metano a Cerano, stanchi dei disastri procurati per anni e anni da tanto carbone”.

“In secondo luogo, ci preme accendere i riflettori sul tema dell’ordine pubblico a San Pietro. Ci duole constatare che, a distanza di un anno  dalla richiesta avanzata dall’Associazione Antiracket ‘Sviluppo e legalità’, non è stato ancora predisposta la trattazione in Consiglio Comunale dell’istituzione di un ‘Osservatorio dei fenomeni di illegalità’. Peraltro, recenti episodi dicono che la storia forse non è finita e che la guardia va tenuta alta. A noi interessa studiare gli aspetti e le condizioni ambientali – sociali, economiche e politiche - che possono concorrere a determinare quel disagio, fonte molte volte dei fenomeni di devianza sociale e di quel diffuso senso di insicurezza che si respira ancora a San Pietro Vernotico”.

“E’ urgente, a nostro avviso, l’istituzione di un Osservatorio, capace di realizzare una analisi in tempo reale ed a tutto campo di tali fattori, per meglio prevenire ogni forma di devianza, riducendo se non eliminando cause di fenomeni a cui purtroppo il nostro paese si è dimostrato storicamente e ciclicamente predisposto. Lo chiediamo come semplici cittadini di San Pietro Vernotico, senza sbandierare vessilli politici né di appartenenza partitica, unicamente animati dall’esigenza di assicurare alle nuove generazioni un futuro migliore di quello che ci tocca vivere”.

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