rotate-mobile
Politica

Assoluzione e fondi Ue, Nichi felice

BARI - “Ho una speciale felicità; è la felicita di comunicare una buona notizia che riguarda la Puglia, il Sud e l’Italia intera: abbiamo abbondantemente superato i target della spesa comunitaria. Oggi, 31 Ottobre io attendevo due sentenze, una più importante dell’altra, ma come Presidente della Regione Puglia, forse, la sentenza più rilevante era quella relativa al raggiungimento degli obiettivi di spesa comunitaria.” Così il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola durante la conferenza stampa tenuta questa mattina in Presidenza dopo l’assoluzione “perché il fatto non sussiste” da parte del gup Susanna De Felice per concorso in abuso d’ufficio per la nomina di un primario.

BARI - “Ho una speciale felicità; è la felicita di comunicare una buona notizia che riguarda la Puglia, il Sud e l’Italia intera: abbiamo abbondantemente superato i target della spesa comunitaria. Oggi, 31 Ottobre io attendevo due sentenze, una più importante dell’altra, ma come Presidente della Regione Puglia, forse, la sentenza più rilevante era quella relativa al raggiungimento degli obiettivi di spesa comunitaria.” Così il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola durante la conferenza stampa tenuta questa mattina in Presidenza dopo l’assoluzione “perché il fatto non sussiste” da parte del gup Susanna De Felice per concorso in abuso d’ufficio per la nomina di un primario.

“Quello che è accaduto – ha proseguito Vendola – è straordinario. Noi avevamo come target di spesa 267 milioni di  euro da spendere entro il 31 ottobre 2012. Immaginate che per la Campania erano previsti 122 milioni di euro, per la Calabria 136 milioni di euro, per la Sicilia 179 milioni di euro. Ad oggi noi presentiamo un rendiconto di 480 milioni di euro spesi, il 76% in più dell’obiettivo che ci era indicato dal target concordato con il Ministro Fabrizio Barca. Abbiamo speso molto di più di tutti gli obiettivi sommati delle altre regioni meridionali. Ad oggi, abbiamo certificato 1 miliardo 670 milioni di euro che è pari al 35% dell’ammontare complessivo della spesa comunitaria”.

Questo dato, secondo Vendola, indica  “che noi, non soltanto, stiamo correndo, ma stiamo mettendo in sicurezza la spesa comunitaria per il target di Dicembre 2012 e per il target di Maggio 2013. Questi obiettivi li raggiungiamo anche perché abbiamo voluto usare un articolo di legge che ci consente lo sforamento controllato de Patto di stabilità. Poiché è stato detto che io lo facevo per liberare ora alcune centinaia di milioni di euro di spesa per aprire cantieri, disinteressandomi a quello che sarebbe poi accaduto nel 2013, vorrei dire che con questa scelta stiamo mettendo in sicurezza il target di Maggio 2013”.

Vendola si è poi soffermato a commentare la sentenza di questa mattina che lo ha visto assolto con formula piena dall’accusa di concorso in abuso d’ufficio per la nomina di un primario. “Si tratta di una sentenza – ha detto nell’affollata conferenza stampa – che chiude una vicenda che per me ha costituito ragione di grande dolore e turbamento. Tuttavia, vorrei insistere su un concetto: abbiamo vissuto decenni di conflitto incandescente tra politica e giustizia, un conflitto devastante, uno squilibrio continuo tra poteri dello Stato; con un’idea veramente pericolosa, che si potesse minare alle fondamenta il principio dell’uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge”.

“Potete immaginare – ha evidenziato Vendola ai giornalisti – quanto possa essere penoso per me vedere il mio nome e cognome associato a figure di reato. Tuttavia un povero Cristo, che viene convocato dinanzi a un giudice, deve correre, deve farlo senza poter avere l’occasione di difendersi inappropriatamente fuori dalle aule di giustizia, magari in quel processo parallelo che si svolge sui mass media. Io ho cercato di rispondere nelle aule di giustizia, perché penso che ci si debba difendere nel processo e non ci si debba difendere dal processo. Per me è una regola fondamentale”.

La nostra democrazia, secondo Vendola “è fondata sull’equilibrio tra poteri distinti e indipendenti e anche quando questo avesse rappresentato per me bere un calice amaro, io ho voluto mostrare ossequio a questo principio. Bisogna avere rispetto e fiducia nei confronti della magistratura, rispetto nei confronti di un ufficio di Procura, quand’anche gli argomenti della Procura fossero per me spiacevoli”.

“Ho agito anche – ha continuato il Presidente della Regione Puglia – introducendo, contro il codice Berlusconi, quello che è stato soprannominato il codice Vendola, nel senso che ho raccontato quella che è una scelta solitaria e non sempre condivisa nemmeno dai compagni della mia vita. Io avevo deciso, d’impulso, dinanzi alla richiesta forte della Procura che io venissi condannato a venti mesi di reclusione, la mia intenzione, qualora fossi stato condannato, di congedarmi dalla vita pubblica, perché non sarei stato più in grado di esercitare le mie funzioni pubbliche con onore”.

“Una volta – ha spiegato Vendola – ho litigato con mio padre su questa parola ‘onore’, perché l’ho sempre considerata una parola ambigua, perché quando si dice “uomini d’onore” si fa riferimento a uomini del disonore. C’è un’incredibile inversione semantica che ha svuotato quella parola di qualunque significato. Mio padre mi disse che bisognava restituire onore alla parola onore. Scoprii che questo era scritto nell’articolo 54 della Costituzione: bisogna esercitare le pubbliche funzioni con disciplina e con onore. Nella prima parte, relativa alle notizie che ho dato sulla spesa comunitaria, penso di aver dimostrato di aver esercitato le mie pubbliche funzioni con disciplina, con attenzione agli interessi dei pugliesi. Persino in questo periodo in cui mi sono impegnato nelle Primarie, non ho abbandonato nessuno dei tavoli fondamentali che interessano la Regione Puglia e i cittadini che io amministro. Nel secondo caso, relativo al processo che mi ha visto imputato, ho voluto incarnare bene il senso pieno della parola onore”.

“Oggi – ha concluso Vendola – sono molto felice perché il turbamento non ha riguardato solo me, ma ha riguardato la mia famiglia, mia madre, i miei amici e tante persone che in tutta Italia hanno fiducia, credono in me e nelle idee che io cerco di rappresentare da un’intera esistenza. Sono felice di questo, l’innocenza era scritta nel mio cuore, se è scritta anche in una sentenza di tribunale, la cosa non può che rendermi particolarmente felice”. (Arol)

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Assoluzione e fondi Ue, Nichi felice

BrindisiReport è in caricamento