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Giovedì, 28 Marzo 2024
Politica

Fughe da Fli, la meta è Ferrarese

BRINDISI - Aumenta il gruppo, in Fli, di chi non riesce a cogliere completa affinità tra il nuovo leader locale Euprepio Curto e Fini, e tra la strada che ha assunto il partito a Brindisi e il percorso nazionale, che è di totale distacco dalle posizioni del PdL e i segnali partiti dal congresso provinciale che in cui lo stesso Curto si è rapidamente conquistato senza colpo ferire il ruolo di coordinatore provinciale di Futuro e Libertà dopo aver lasciato neppure due mesi fa quello di coordinatore provinciale dell’UdC. Forse per la legge dei vasi comunicanti che in alcuni settori della politica funziona, eccome, da Fli hanno tracimato verso il centro del Grande centro alcuni esponenti della prima ora di Futuro e Libertà brindisini.

BRINDISI - Aumenta il gruppo, in Fli, di chi non riesce a cogliere completa affinità tra il nuovo leader locale Euprepio Curto e Fini, e tra la strada che ha assunto il partito a Brindisi e il percorso nazionale, che è di totale distacco dalle posizioni del PdL e i segnali partiti dal congresso provinciale che in cui lo stesso Curto si è rapidamente conquistato senza colpo ferire il ruolo di coordinatore provinciale di Futuro e Libertà dopo aver lasciato neppure due mesi fa quello di coordinatore provinciale dell’UdC. Forse per la legge dei vasi comunicanti che in alcuni settori della politica funziona, eccome, da Fli hanno tracimato verso il centro del Grande centro alcuni esponenti della prima ora di Futuro e Libertà brindisini.

Ne dà notizia stamani, a proposito di se stesso, il segretario cittadino dei giovani del partito, Generazione Italia, Antonio Camarda che annuncia di guardare ora indovinate dove? Verso Massimo Ferrarese e Noi Centro, che poi è la stessa cosa, sostanzialmente, dell’UdC. “Avevamo iniziato l’avventura in Fli quando ancora era Generazione Italia. Avevamo iniziato sperando che Fli poteva essere qualcosa di diverso rispetto a quel fallimento che il PdL si era dimostrato nei confronti degli italiani. Pensavamo – scrive desolato Camarda - di lavorare per costituire un partito nuovo, dove noi giovani eravamo gli artefici di quel rinnovamento ormai necessario”.

“Abbiamo seguito Fini e il Fli ovunque con la speranza, la tenacia e la passione di coloro che credono ancora a progetti costituiti da persone che vanno al di là  dei propri interessi per raggiungere il miglioramento della società. Il 3 dicembre 2011 a Brindisi abbiamo assistito al riavvicinamento di FLI al PdL nel congresso provinciale in terra di Brindisi, da parte di chi occupa oggi i posti dirigenziali del partito di Fini da poche settimane (sarebbe Curto, l’innominato, ndr). Si è scavalcato – accusa Camarda - chi invece insieme al Presidente Fini aveva alzato il dito per affrontare una nuova attraversata nell’Oceano, dopo esser stati messi da parte da coloro che hanno  logiche che per nulla si rifanno a quelle del Partito Popolare Europeo”.

In questi due anni, dice Camarda, quelli della prima ora hanno lavorato per poter riempire “questo contenitore con impegno” e “credendo fortemente” alla creazione del Terzo Polo. Ma durante il congresso provinciale di Fli le speranze degli aderenti primigeni al nuovo partito di Fini sono state distrutte “dallo scenario a cui abbiamo assistito”. Quindi l’abbandono dell’accampamento ormai passato nelle mani dell’ultimo arrivato, militarmente e politicamente un panzer rispetto al resto del villaggio. “Con rammarico sentiamo le esigenza di lasciare un contenitore – annuncia il segretario dei giovani Fli, ormai ex - che improvvisamente si è invecchiato per spirito di rinnovamento e per rappresentanza”.

Ma c’è un appello finale: “Crediamo che oggi bisogna  andare al di là delle ideologie che tanto hanno rovinato il nostro paese, poiché pilotate a loro piacimento in una logica poi definitasi solo ed esclusivamente affaristica. Di certo continueremo a fare politica guardando con interesse alla vera novità che oggi occupa lo scenario politico rappresentata dal progetto che vede a capo il presidente della Provincia Massimo Ferrarese”. Conclusione discutibile: non è, per caso, che sia stata proprio la fine delle ideologie a lasciare aperta la strada la strada al resto?

E dire che Antonio Camarda consente a Curto la possibilità di commentare le partenze con la frase dell’Enrico V di Shakespeare che proprio Generazione Italia fece stampare su magliette rigorosamente nere: ''Lasciate che chi non ha voglia di combattere se ne vada, dato che non intendiamo morire in compagnia di quell'uomo. Non vogliamo morire con nessuno ch'abbia paura di morir con noi".

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