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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Intervento/ Al Comune la solita minestra riscaldata: personalismi e poche idee

Tutto risolto in Comune. Almeno per il momento. C'è da tirare un respiro di sollievo. Per la quarta volta in due anni il sindaco ha ritrovato nei numeri le ragioni per andare avanti. La brutta figura del consiglio comunale saltato per mancanza del numero legale è ormai alle spalle

Tutto risolto in Comune. Almeno per il momento. C’è da tirare un respiro di sollievo. Per la quarta volta in due anni  il sindaco ha ritrovato nei numeri le ragioni per andare avanti. La brutta figura del consiglio comunale saltato per mancanza del numero legale è ormai alle spalle, completamente metabolizzata. Anche se, come nelle precedenti occasioni, non sono state mai chiarite  le ragioni vere dei ricorrenti contrasti e delle successive riconciliazioni.

Ammesso che si possa continuare a  definirli in questo modo. Ma a chi importa poi? Non deve certamente interessare i cittadini, considerato che hanno già votato. Ma poi in virtù di quale diritto pretendono  di sapere? Loro  devono ora pensare solo a pagare le tasse, la Tari, la Tasi, l’lmu, l’Irpef  comunale portata al massimo dalla precedente amministrazione di centro destra. Da chi ha sempre giurato di non voler mettere le mani nelle tasche dei cittadini e adesso, nella frenesia di far dimenticare  i tanti danni provocati nel passato, si oppone a tutto e a tutti. A  danno anche questa volta della città.

Nondimeno, c’è da evidenziare che nel palazzo  traspare evidente la soddisfazione di aver ritrovato, almeno per i prossimi mesi, le poltrone e gli strapuntini sufficienti per governare.  E perché altro, se no? Hanno servito la solita minestra riscaldata. Hanno riproposto lo  stesso percorso delle precedenti occasioni consumato nelle  tante riunioni,  nei tanti distinguo,  nelle tante dichiarazioni ,  funzionali  essenzialmente a non far capire niente ai cittadini. Tutto sbilanciato nella ricerca affannosa della quadratura della  ripartizione degli incarichi .
 

Della città attuale, che non ce la fa, che vive in grande affanno , dei servizi scadenti, del livello di disoccupazione , del degrado ambientale, del degrado dei quartieri tutti, della desertificazione del centro urbano, della crisi del commercio, dell’artigianato e dell’industria, del livello di emigrazione che fotografa una città invecchiata, che perde sempre più giovani costretti ad andare via per trovare altrove un lavoro ed un progetto di vita, non ne hanno parlato, nemmeno una parola.
 

Eppure come evidenziato dai parametri economici riferiti alla nostra città, scivoliamo sempre più in basso, in un declino che sembra inarrestabile. La disoccupazione di un giovane su due, la cassa integrazione cresciuta in modo esponenziale, il calo degli investimenti, la crescita degli sfratti, la povertà crescente,  sono la prova della grande sofferenza, del disagio economico e sociale del nostro territorio.

In molti  dicono che non è elegante rammentarlo, che la buona politica deve sapersi elevare, deve poter  guardare avanti, anche se poi non si dice quanto in alto e quanto in avanti e per fare che cosa.  Certamente non si possono aspettare le calende greche, né si possono ignorare le tante inefficienze e le trascuratezze che soffocano  la città. Il sindaco ha il dovere di chiarire ai cittadini il perché di questi continui cambiamenti,  per fare che cosa e con chi. Anche se capisco che è difficile anche per lui capire con chi. Non ha alcun senso rimanere aggrappati ad una barca che piano piano sta affondando, in cui parecchi rematori, a giorni alterni,  remano  contro.

Ma ha anche l’obbligo di mettere ordine, di fare un consuntivo reale  dell’attività di questi due anni,  di riprendere  le fila di quell’impegno programmatico sottoscritto con i cittadini, di  stabilire l’area degli interventi,  le priorità su cui concentrare l’azione  nei prossimi mesi e in questa seconda parte della consigliatura, perchè i risultati sono stati fin qui veramente deludenti, essenzialmente per responsabilità di una certa  politica,   spesso propensa ad  anteporre gli interessi di parte a quelli della città. Altrimenti parliamo come sempre di aria fritta. Ormai siamo al capolinea.

Non c’è più tempo, né spazio per altre sperimentazioni o altri giri di giunta. La città non è in grado di sopportare ulteriormente il disagio della sregolatezza di una maggioranza,  che si è dimostrata incline a  produrre solo instabilità ed ingovernabilità. A quel punto si dovrebbe solo prendere atto del fallimento di una esperienza, che non è solo nei  pensieri di qualcuno , ma nelle cose, nei fatti,  ponendo fine ad una  agonia che sembra infinita. La città e i cittadini meritano ben altro.
 

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