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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

Intervento/ Passate le feste, Brindisi si accorgerà di essere sempre nel tunnel"

E ci sarà ancora un altro periodo più o meno lungo dedicato alle feste. E sì, perché, tra i giorni destinati ai preparativi e quelli destinati agli eventi civili e religiosi programmati per le celebrazioni dei Santi Patroni, si avrà ancora ulteriore tempo per respirare “aria” intrisa di spensieratezza (si fa per dire!), che farà passare in secondo ordine le pressanti problematiche che continuano imperterrite ad angustiare la nostra città

E ci sarà ancora un altro periodo più o meno lungo  dedicato alle feste. E sì, perché, tra i giorni destinati ai preparativi e quelli destinati agli eventi civili e religiosi programmati per le celebrazioni dei Santi Patroni, si avrà ancora ulteriore tempo per respirare “aria” intrisa di spensieratezza (si fa per dire!), che farà passare in secondo ordine le pressanti problematiche che continuano imperterrite ad angustiare la nostra città. E questo dopo il lungo vacanziero periodo estivo, accompagnato da innumerevoli sagre e feste popolari, nel corso del quale ognuno di noi ha cercato di disfarsi di ogni “fardello” che avrebbe potuto  determinare una qualsivoglia preoccupazione. Aspettiamo che passino queste settimane perché poi……poi verrà il bello, anzi, il brutto!

Chi vive con un certo interesse la vita sociale e politica di Brindisi, non può non accorgersi che la città, tra varie virtuali ed ingannevoli “distrazioni”, ideate e poste in essere più o meno artatamente, vede trascorrere nella più totale sonnolenza la sua esistenza, priva della benché pur minima programmazione e pianificazione che riguardino i comparti sociali, ancorché produttivi del territorio. Eppure le criticità sono arcinote, riproposte di tanto in tanto alla memoria comune con cinica e ciclica cadenza, così, tanto per non dimenticare. Ciononostante tali criticità restano lì, desolatamente irrisolte, nel mentre si è già preso atto, purtroppo ed oramai, della più che evidente inesistenza  di una vera e propria strategia interventistica che prospetti quale sarà il futuro di Brindisi.

Brindisi, una città il cui porto, uno dei più importanti del Mediterraneo, vive una stasi che dura da vent’anni e che si regge,  in larghissima misura, per mezzo dei traffici e delle entrate scaturite dalla movimentazione dei combustibili liquidi e solidi. Un porto che inconfessabili e subdole pratiche politiche hanno avuto la meglio su di una progettualità condivisa che avrebbe dovuto “traghettare” la città sulle sponde di un paese /porto, dove vive una comunità per il porto.

Brindisi, una città ad elevato rischio ambientale che, con sconcertante rassegnazione collettiva, aspetta la soluzione dei problemi che determinano le continue sfiammate del Petrolchimico, la revisione dell’Aia (Autorizzazione Integrata Ambientale) della centrale Enel, la definitiva dismissione, con conseguente demolizione e bonifica dell’area, della ex centrale Edipower , la messa in sicurezza della bomba ecologica di Micorosa, un serio e programmato ciclo dei rifiuti, non disgiunto, ovviamente, da una pianificazione lungimirante dei siti, categoricamente di proprietà pubblica, da adibire a discariche.

Brindisi, una città che ancora non ha un Piano Urbanistico Generale, ancorché un definitivo piano comunale costiero, che possano dare l’incipit a possibili iniziative imprenditoriali. E questo nonostante siano passati quattro anni dalla elaborazione di un primo piano programmatico. Brindisi, una città con una disoccupazione dilagante, una criminalità sempre più spregiudicata, un sistema economico ed imprenditoriale in evidente stato comatoso

 Brindisi, una città che dovrà, a brevissimo e suo malgrado, “sopportare” le nefaste conseguenze dello scriteriato sforamento del patto di stabilità posto in essere dall’attuale amministrazione comunale, che determinerà, come in parte già avvenuto,  l’aumento di imposte e ticket al fine di garantire servizi a domanda individuale, come asili nido, mense scolastiche, impianti sportivi, ecc.; quindi, una politica economica che prevede un netto taglio alle spese da un lato ed un aumento della tassazione dall’altro al fine incrementare le risorse economiche.

 Ed ancora, entrando più nei dettagli.  Brindisi, una città che……Un  porticciolo turistico, con enormi potenzialità, abbandonato al suo destino; un villaggio (Acque Chiare), della cui storia la nostra civica amministrazione dovrà rendere conto ai posteri per le disgrazie giudiziarie patite a causa del suo diretto coinvolgimento, lasciato a degradarsi inesorabilmente senza che nessuno, dico nessuno, abbia mai speso una sola parola utile per un suo salvamento; strutture (per es. ex Collegio Tommaseo) lasciate distruggere da incuria e vandalismi; strade di accesso alla città prive della benché minima, sia pur essa ordinaria, manutenzione; parchi pubblici ed aiuole carenti di interventi manutentivi. Tralascio per amor di patria di disquisire circa lo stato delle strutture scolastiche, ancorché di quelle sportive.

Quanto rappresentato non è altro che l’estrema sintesi della realtà che quotidianamente ci circonda; realtà, questa, che potrebbe essere oggetto, a mio avviso, di apposita vertenza sociale e la conseguente indizione di una altrettanto apposita conferenza cittadina, finalizzata a poter dare finalmente la parola anche a movimenti ed associazioni cittadine, che tanto si dibattono al fine di rimuovere la situazione di stallo che è sotto gli occhi di tutti.

Attendiamo o aspettiamo che tutto ciò, che ad onor del vero ha subito un inevitabile e patologico incancrenirsi a causa dell’indubbio atavismo di cui sono affette molte delle problematiche sopra cennate, possa  intravedere a breve qualche barlume di  speranza risolutiva, nel mentre ci accingiamo a vivere così, per non farci mancare niente, l’ennesimo periodo di sagra e festa popolare, forse, anzi sicuramente, l’unica, ovviamente riveduta e corretta, a cui non dovremmo rinunciare. Ed intanto il tempo passa, aspettando…… Godot, come in una celeberrima opera (ma nella fattispecie appare proprio una farsa!) teatrale di Samuel Beckett.   

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