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Martedì, 23 Aprile 2024
Politica Ostuni

"La fede va vissuta, non usata"

OSTUNI - Riceviamo dal consigliere comunale dell'Udc di Ostuni, Fabrizio Putignano, un intervento che approfondisce le ragioni del suo atteggiamento favorevole di fronte alla norma del regolamento consiliare che esclude dall'aula l'esposizione del crocefisso accanto ai simboli laici della Repubblica, del Comune e dell'Unione europea. La sintesi della posizione che esprime Putignano è questa: ostentare la fede con espressioni di indignazione per tale decisione, fare del crocefisso un alibi, un vestito per comportamenti tutt'altro che cristiani, è solo ipocrisia. La fede va vissuta ogni momento, mentre la simbologia religiosa non è attinente con i luoghi dell'amministrazione e della politica.

OSTUNI - Riceviamo dal consigliere comunale dell'Udc di Ostuni, Fabrizio Putignano, un intervento che approfondisce le ragioni del suo atteggiamento favorevole di fronte alla norma del regolamento consiliare che esclude dall'aula l'esposizione del crocefisso accanto ai simboli laici della Repubblica, del Comune e dell'Unione europea. La sintesi della posizione che esprime Putignano è questa: ostentare la fede con espressioni di indignazione per tale decisione, fare del crocefisso un alibi, un vestito per comportamenti tutt'altro che cristiani, è solo ipocrisia. La fede va vissuta ogni momento, mentre la simbologia religiosa non è attinente con i luoghi dell'amministrazione e della politica.

"E’ vero, nell’ultima seduta del Consiglio comunale si è vilipeso il crocifisso.  Utilizzare un simbolo religioso per ingaggiare una battaglia politica volta a regolare i rapporti tra maggioranza ed opposizione ed all’interno della maggioranza costituisce il  vero vilipendio. La mia valutazione in ordine alla necessità di esporre o meno il crocifisso nell’aula consiliare (indicazione mai sin ora rispettata nel silenzio assordante di chi oggi si indigna e pretende di  giudicare) non è censurabile per contraddittorietà e, soprattutto non è mai stata esposta in sede di commissione per il regolamento, cui (ma dove si informa il collega Continelli?) il sottoscritto non ha mai partecipato!

Il mio ragionamento parte da una valutazione etica, prima che politica. La sfera dell’azione e responsabilità politica attiene ad un ambito in cui la simbologia religiosa non può trovare cittadinanza. Ciò che deve attenere all’azione ed alla responsabilità politica è la conformità dell’agire politico ai principi ed agli insegnamenti religiosi, ovviamente per chi li ha. Oggi, purtroppo, specialmente in politica, si assiste quotidianamente ad uno scollamento tra enunciazioni pubbliche e comportamenti.

Oggi, alla luce delle quotidiane vicende scandalistiche, togliere il simbolo della cristianità da un aula deputata all’esercizio delle funzioni politiche significa metaforicamente togliere un alibi a chi pretende di esercitarle richiamandosi, solo formalmente a quei principi, salvo ripudiarli nella sostanza. Oggi, togliere il crocifisso dall’aula consiliare assume un significato simbolico alto; significa richiamare le coscienze alla necessità di vivere la fede e non semplicemente vestirsene con la commiserevole soddisfazione di indossare un abito griffato.

Suona falso ed ipocrita il comportamento di chi si lancia in campagne pubbliche impugnando il vessillo del crocifisso solo per regolare i propri meschini conti politici. Qui non si tratta di entrare o uscire da un partito, caro Camassa, la questione è meritevole di un approfondimento molto più serio ed approfondito e coinvolge un tema di rilevante attualità: la correttezza dell’agire politico. Confrontiamoci tutti su questo, il risultato non potrà che esserne un bene per la comunità cittadina".(fabrizio putignano)

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