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L'Udc è cosa di Ferrarese

BRINDISI – Eletto il segretario. Senza sorprese, senza conta. Per acclamazione. Il consigliere provinciale Ciro Argese (cegliese) è dunque ufficialmente il nuovo coordinatore provinciale dell’Udc. La mozione a sostengo della sua candidatura è stata votata a furor di popolo: quello dell’Unione di centro, protagonista del primo congresso provinciale della sua storia. Nessuna fronda, una sola lista, quella del candidato in pectore.

BRINDISI – Eletto il segretario. Senza sorprese, senza conta. Per acclamazione. Il consigliere provinciale Ciro Argese (cegliese) è dunque ufficialmente il nuovo coordinatore provinciale dell’Udc. La mozione a sostengo della sua candidatura è stata votata a furor di popolo: quello dell’Unione di centro,  protagonista  del primo congresso provinciale della sua storia.  Nessuna fronda, una sola lista, quella del candidato in pectore.

“Occorre costruire una grande coalizione e affrontate i problemi della gente, primo tra tutti quello del lavoro”, ha esordito il nuovo segretario, guardando alle prossime elezioni amministrative che interesseranno il capoluogo.

L’elezione del nuovo coordinatore provinciale (e di conseguenza la linea del partito in terra di Brindisi)  e la conferma di Marcello Rollo alla presidenza del partito, è il segno di una linea che sul territorio non cambierà rotta: la spinta centrista a sostegno del laboratorio Ferrarese, dunque, non si ferma. Anzi da oggi si fa più netta e precisa. La ricetta del terzo Polo va bene a livello nazionale ma a Brindisi la formula vincente è (e resta) quella che ha portato il centrosinistra e Massimo Ferrarese (acclamato nel corso del suo intervento, da parte dei componenti del partito) alla conquista della Provincia.

Un solo coro, quindi. Complice, anche, l’assenza del  timoniere uscente Euprepio Curto, tiratosi fuori dalla bagarre ed assente ai lavori congressuali odierni, aperti alla presenza, tra gli altri, dell’onorevole Rocco Buttiglione: “Il problema delle alleanze a livello nazionale come nelle singole realtà locali deve rappresentare una preoccupazione per gli altri, non per noi, non per una grande forza moderata come l’Udc. Sono gli altri che devono decidere se condividere con noi un moderno e alternativo modello di governo del Paese”.

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