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Mecenate 90: “Valorizzare Forte a Mare per riconquistare le rotte con la Grecia”

L'ipotesi di trasformarlo in un museo sembra destinata a tramontare. L'idea al vaglio è quella di utilizzare Forte a Mare per un rilancio dei collegamenti con la Grecia. L'associazione Mecenate 90 sta cercando di individuare la miglior destinazione d'uso possibile per il castello Alfonsino.Il segretario generale dell'associazione spiega che è stato avviato il piano di valorizzazione dell'opera

BRINDISI – L’ipotesi di trasformarlo in un museo sembra destinata a tramontare. L’idea al vaglio è quella di utilizzare Forte a Mare per un rilancio dei collegamenti con la Grecia. L’associazione Mecenate 90 sta cercando di individuare la miglior destinazione d’uso possibile per il castello Alfonsino. Contattato da Brindisireport.it, il segretario generale dell’associazione, il professore universitario Ledo Prato, spiega che è stato avviato il piano di valorizzazione dell’opera.

Il lavoro è estremamente complesso. Le difficoltà legate alla morfologia del terreno sono numerose. Fra i vari progetti sul tavolo di Mecenate 90 (ente che ha tra i soci Anci, Upi, società pubbliche e private, fondazioni, e che dal 1989 promuove e sostiene la collaborazione tra soggetti pubblici e privati nella valorizzazione dei beni culturali e nella promozione delle politiche della cultura, da Pompei ad Assisi, dall’Italia Settentrionale a Lecce) quello riguardante il recupero di Forte a Mare è uno dei più complessi.

Professor Prato, come procedono i lavori?
Abbiamo avviato la predisposizione del piano di valorizzazione del castello: condizio sine qua non per passare alla procedura di trasferimento del Ledo Prato, segretario generale Mecenate 90-2bene dallo Stato al Comune. Abbiamo fatto una riunione in Regione per accertare tempi, modalità e percorso da seguire, verificando da parte della direzione regionale per i Beni Culturali e della Soprintendenza che c’è massima collaborazione per pervenire alla definizione del piano di valorizzazione e passare successivamente a un confronto con l’agenzia del demanio per fare un decreto di trasferimento.

In cosa consiste un piano di valorizzazione?
Un piano di valorizzazione non riguarda solo la destinazione d’uso del castello. Deve prevedere anche un modello di gestione e un piano economico-finanziario. In questa fase, preferiamo non realizzare un piano economico di dettaglio, poiché occorrerebbero 6-7 mesi per fare una stima dettagliata dei costi di valorizzazione di tutta quanta l’area, che oltre al castello comprende anche l’opera a corno, con relative spese per l’accessibilità e la sicurezza. In una seconda fase, poi, quando il trasferimento sarà completato, sarà possibile fare un approfondimento sul conto economico.

il castello alfonsino in un'altra immagineCon quali risorse economiche? 
L’idea è di accedere alle risorse del Pon Beni Culturali 2014-2020. Per raggiungere questo obiettivo occorre ovviamente che tutto il progetto abbia un carattere più definito. E poi c’è la possibilità di accedere ai fondi Por della Regione 2014-2020, per i quali potrebbe presto esserci l’avvio di procedure concorsuali. Ma non c’è tempo da perdere. Bisogna fare in fretta. 

Avete già in mente una possibile destinazione d’uso dell’opera?
Ci sembra abbastanza complicato immaginare una funzione museale per il castello. Si era parlato ad esempio dell’ipotesi di un museo del mare. Ma questo richiederebbe spazi molto più grandi di quelli disponibili e investimenti rilevanti. Non si può fare un museo del mare solo con cartografie. Ci vorrebbe anche della tecnologia. Resta però l’idea che quello spazio debba avere una funzione di cultura. Quindi si tratterà di capire cosa si possa mettere nel castello, per testimoniare il ruolo che Brindisi ha avuto e ha, a partire dalla sua collocazione geografica, storica e culturale. Prima di diventare un’importante colonia romana, Brindisi è stata parte, anche se in maniera marginale rispetto a Taranto e alla fascia jonica della Calabria, della cultura della Magna Grecia. Questo legame è stato confermato anche nei tempi moderni. Dobbiamo quindi confermare questo filo conduttore con la Grecia per riconquistare la leadership anche nel settore navale dei trasporti, intaccata dal porto di Bari.

In che modo?
Ad esempio si potrebbe fare qualche accordo con la Grecia da un punto di vista culturale, che incoraggerebbe di nuovo la ripresa dei traffici, visto che il porto di Brindisi è molto ben attrezzato e rimane il luogo più vicino alla Grecia, anche rispetto a Bari. 

Il vostro lavoro come si sta articolando in questi giorni?L'ex carcere minorile di Procida (foto www.dossier.net)-2
Adesso stiamo facendo l’analisi di desk. Stiamo lavorando sui dati pubblici e conosciuti e stiamo provando a studiare alcuni casi che in un certo senso possono essere assimilabili al castello Alfonsino, tipo l’ex carcere minorile di Procida, fondamentalmente una fortezza, e luoghi meno storicizzati del castello di Brindisi ma con forti vincoli determinati dalla struttura architettonica. Finita questa parte, parlerò con il sovrintendente di Lecce. Occorreranno una o due giornate di lavoro cono loro per fare degli approfondimenti, tentando di riportare su scala gli interventi necessari.

Quanto occorrerà ancora?
Ci vorranno all’incirca tre mesi per completare il piano di valorizzazione. Dopo aver firmato la convenzione con il Comune, anche se questa non ha ancora determinato i successivi atti amministrativi, siamo partiti ugualmente. Il tempo non è una variabile indipendente. E’ una variabile decisiva, perché più passa il tempo e più lo stato di degrado del castello aumenta. 

Il castello alfonsino e Costa Morena EstQuando vi rivedrete con gli enti locali?
Entro i primi 15 giorni di ottobre vorremmo fissare un incontro con la Soprintendenza e i tecnici del Comune. Vorremmo arrivare a questo appuntamento avendo già definito il quadro di riferimento, in modo da entrate nel merito della questione e porre delle richieste più puntuali. E’ importante capire, ad esempio, se esiste un progetto di massima per il restauro del castello e della opera e corno.  E se sì, a quale periodo fa riferimento. 

L’impressione, insomma, è che vi attenda un’ardua impresa.
Il lavoro è molto complesso. L’area è molto grande e non omogenea. Ci sono costruzioni della Marina militare. Va fatto un vero e proprio masterplan di tutta la zona, ma non in questa fase. Se qualcuno ci chiedesse di fare un masterplan adesso, sarebbe una tragedia, perché questo ci farebbe scavallare tutte le scadenze. Adesso, dobbiamo puntare a realizzare un disegno generale, prima di procedere poi con le singole parti. Il lavoro, in effetti, è ancora lungo.

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