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Giovedì, 28 Marzo 2024
Politica Carovigno

Mele e Pd locale nel mirino. Salva la politica che ha prodotto tutto questo

Se continua così, tra un po' anche sparare metaforicamente su Mimmo Mele sarà sinonimo di un inutile eccesso come sparare sulla Croce Rossa o sul pianista. Dopo otto anni è ancora quello dell'Hotel Flora (che a questo punto potrebbe anche giocarsi la carta della lapide ricordo a fini turistici)

Se continua così, tra un po’ anche sparare metaforicamente su Mimmo Mele sarà sinonimo di un inutile eccesso come sparare sulla Croce Rossa o sul pianista. Dopo otto anni è ancora quello dell’Hotel Flora (che a questo punto potrebbe anche giocarsi la carta della lapide ricordo a fini turistici). Eppure la stampa italiana ha visto di peggio, in questi anni, e certa politica farebbe meglio a non aprire bocca. Si vede che a livello nazionale non ha lasciato altre tracce, Mimmo Mele, ma proprio per questo la faccenda sa un po’ di stantio.

Invece a proposito del Mimmo Mele resuscitato nel suo territorio, e divenuto sindaco, si potrebbe fare di meglio, dal punto di vista della performance giornalistica: cosa accade nella città che lo ha riportato in alto a furor di popolo e perché;  cosa c’è dietro una stagione di attentati che sembra infinita e si teme sia intrecciata con le vicende politiche; cosa si muove nell’ombra attorno alla riserva terreste e marina di Torre Guaceto. Certo questo non è gossip politico, sono problemi molto seri ma molto limitati geograficamente.

Sarà per questo che alla segreteria regionale del Partito democratico è sfuggito che non in queste settimane, da molto prima una parte del Pd brindisino ha intrattenuto stretti contatti con Mele uomo politico, considerato influente nell’area compresa tra Carovigno ed Ostuni, le sue due città. Altro che Hotel Flora. Forse non fu chiesto l’appoggio di Mele alle comunali, che il centrosinistra ha perso,  lo scorso anno a Ostuni? Non si dica di no, per cortesia. Hanno visto tutti, forse non da Bari.

Nei giorni scorsi il segretario regionale del partito, Michele Emiliano, ha parlato di vari “avvertimenti” inviati al Pd di Carovigno, che sostanzialmente bocciavano ogni alleanza con Mimmo Mele. Ma non sappiamo se gli stessi segnali siano stati inviati alla segreteria provinciale del Partito democratico, e se siano stati ammoniti, esortati a lasciar perdere, anche gli autorevoli esponenti che con Mele hanno intrattenuto costanti rapporti.

Tutta questa storia sa di “cascati dalle nubi”. Del resto, prendersela col Pd di Carovigno, e basta, non serve a convincere chi ragiona con la propria testa: Mele lo ha ridotto quasi a zero, il Partito democratico. Ad un unico consigliere comunale, l’ex segretario provinciale Corrado Tarantino che solo dopo aver lasciato l’incarico in federazione deve essere diventato uno sventato da richiamare all’ordine. Da Bari, perché da Brindisi non risulta. Del resto Tarantino avrebbe anche potuto ribattere: quello che avete al Comune capoluogo con il sindaco al centro di tre inchieste ed un processo già avviato, non sarebbe un problema?

Tarantino ci scusi, ma il messaggio "di ringraziamento" che ha inviato alla collega che ha scritto per BrindisiReport.it il pezzo sull’alleanza Pd-Mele a Carovigno, sentendo correttamente i protagonisti e senza tirare in ballo storie di otto anni fa, ce lo rende simpatico. Noi in realtà abbiamo cercato di descrivere un fenomeno politico di questo territorio, di questa periferia dell’impero renziano simile a tante altre dove vanno in scena vicende simili. Il problema, insomma, non è Mele: il problema è il Pd che ha bisogno di Mele, personaggio che va criticato, analizzato, rivoltato come un calzino se si vuole, ma non più per le storie del 2007, per carità. Ecco perché ci chiediamo cosa sarebbe accaduto invece se non avessimo scritto e pubblicato quell’articolo, e se nessun altro avesse tirato fuori la storia, cucendogli addosso il passato di Mele.

Oggi il capogruppo uscente del Pd al consiglio regionale, Giuseppe Romano, ha proposto di commissariare il Pd di Carovigno di cui evidentemente non si fida, caso mai l’accordo continui a vivere attraverso le liste civiche. Beh, questo era già programmato prima della scomunica di Emiliano. E’ come voler trattenere l’acqua con le mani. Ma la colpa non è del Pd di Carovigno. E’ di questo Pd senza idee e progetti in grado di sfidare fenomeni sociali e politici come Mimmo Mele. Arriva troppo tardi, Pino Romano, riconfermato in lista anche per questa competizione assieme a Giovanni Epifani, il principale punto di contatto tra Mele e il Pd della zona, e a Fabiano Amati. Qui non servono i commissari. Bisogna cambiare proprio tutto.

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