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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Politica

"No tax area”, missione impossibile

BRINDISI - Ferrarese ha lanciato la proposta di una "No tax area” per Brindisi e Taranto, come risarcimento per i danni subiti. Ma le zone franche urbane, istituite negli anni scorsi, non sono mai entrate in funzione, perché lo Stato è al collasso.

BRINDISI – Il primo a proporla è stato l’ex presidente della Provincia, Massimo Ferrarese: «Una "No Tax Area" è il risarcimento minimo che lo Stato può dare a Brindisi e Taranto e attrarrebbe immediatamente nuovi investimenti per almeno 60.000 posti di lavoro». Malgrado non si capisca su quali basi sia stato effettuato il calcolo, che sembra un tantino esagerato, i sindaci dei due comuni hanno sposato l’idea, inviando alle redazioni comunicati entusiastici.

Probabilmente nessuno dei tre protagonisti di questa nuova campagna mediatica ricorda che in Italia, appena qualche anno fa, sono state istituite 22 zone franche urbane, e tra queste non compaiono né Taranto né Brindisi, bensì Lecce, l’unica ad avere avuto amministratori in grado di seguire e rispettare l’iter procedurale stabilito dal ministero dello Sviluppo economico.

Verrebbe da dire, allora, che se di risarcimento si deve parlare, sarebbe interessante chiederlo (almeno dal punto di vista morale) a quanti hanno amministrato male queste due città negli anni passati, e magari anche a quanti sono rimasti a guardare, opposizione e cittadini compresi.

Ma evidentemente l’ondata di populismo è ormai irrefrenabile, e l’infinita campagna elettorale spinge a lanciare proposte grandiose anche quando appaiono irrealizzabili. Del resto in quindici anni siamo passati dal "Waterfront” alla "Città d'acqua” alla "Città di Mare”: bene inteso, senza ancora vedere alcun risultato. E allora perché non riesumare l'antica idea del Porto Franco, poi divenuto Zona franca, oggi ribattezzata “No Tax Area”? Fa chic e non costa nulla.

Ai tre promotori dell’iniziativa, però, andrebbe ricordato che quelle famose 22 zone franche urbane non sono mai entrate in funzione: con uno Stato sull’orlo della bancarotta, l’allora ministro Tremonti ha impedito l’entrata in vigore degli sgravi fiscali che per cinque anni avrebbero dovuto stimolare nuovi insediamenti industriali in quelle città.

E figuriamoci se oggi l’Unione europea, vista la situazione dell’Italia, possa acconsentire una cosa del genere, dando il via ad una serie di proteste e richieste da chissà quanti altri Paesi.

Ma siccome sognare non costa nulla, avanti con l’idea della “No Tax Area”. Magari non porterà da nessuna parte, ma su Facebook e su qualche testata giornalistica locale ha un grande successo. Almeno un risultato è assicurato.

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