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“Non mi dimetto per un po’ di pesce”

BARI – “Se qualcuno pensa di potermi mandare a casa solo per qualche chilo di pesce e cozze pelose si sbaglia: rimarremo qui consapevoli degli errori commessi ma con la determinazione che solo le persone perbene riescono a mettere insieme”. Fa outing ma resta al suo posto, il sindaco di Bari Emiliano, che ha risposto così, nel corso di una conferenza stampa, a chi nelle ultime ore ha chiesto le sue dimissioni in relazione ai rapporti suoi e dell'amministrazione comunale con la famiglia di imprenditori baresi Gerardo e Daniele Degennaro, coinvolti nell'inchiesta su alcuni appalti realizzati nel capoluogo pugliese negli ultimi anni.

BARI – “Se qualcuno pensa di potermi mandare a casa solo per qualche chilo di pesce e cozze pelose si sbaglia: rimarremo qui consapevoli degli errori commessi ma con la determinazione che solo le persone perbene riescono a mettere insieme”. Fa outing ma resta al suo posto, il sindaco di Bari Michele Emiliano, che ha risposto così, nel corso di una conferenza stampa, a chi nelle ultime ore ha chiesto le sue dimissioni in relazione ai rapporti suoi e dell'amministrazione comunale con la famiglia di imprenditori baresi Gerardo e Daniele Degennaro, coinvolti nell'inchiesta su alcuni appalti realizzati nel capoluogo pugliese negli ultimi anni.

Il sindaco ha più volte respinto le accuse di avere favorito nelle scelte dell'amministrazione l'impresa Degennaro difendendosi anche nel merito delle singole vicende contestate nell'ambito dell'inchiesta. “In questi cinque giorni ho imparato molto di più che negli ultimi anni - ha detto ancora - mi sono reso conto di avere avuto l'arroganza di un ragazzo. In questi cinque giorni ho capito molte cose e ho raggiunto la maturità di un uomo”.

Le cose che ha capito, dunque: “L'errore più grosso che ho fatto è stato di non avere tenuto distinta la politica dall'imprenditoria. È stato un errore nominare Annabella Degennaro (figlia di uno dei fratelli imprenditori, ndr) nella mia giunta. Lei non è toccata dall'indagine, ma chi ha detto che avevo sbagliato aveva ragione”. Emiliano ha poi invitato il mondo politico a riflettere su come tenere separati politica e imprenditori.

“Leggere dai giornali quello che succedeva negli uffici comunali di Bari mi ha molto impressionato, e mi costringe a dire oggi che tutte le volte che qualcuno di voi mi ha detto che avevo sbagliato ad avere rapporti troppo stretti con il gruppo imprenditoriale Degennaro e tutte le volte che mi avete detto che avevo commesso un errore ancora più grave nel suggellare questo precedente errore facendo entrare in giunta la figlia di Degennaro avevate ragione”. Emiliano ha anche ammesso di avere sbagliato ad accettare il famoso omaggio a base di pesce. “Chiedo scusa a tutti - ha detto ancora - alla città perché questa città non può essere rappresentata come la città di un sindaco che si fa comprare con qualche spigola e una bottiglia di champagne”.

“Noi abbiamo un problema, lo abbiamo avuto alla Regione Puglia e lo abbiamo al Comune di Bari - ha detto ancora - e ciò succede quando si fanno insieme politica e impresa, quando si hanno i figli imprenditori. Come centrosinistra abbiamo bisogno di approvare al più presto norme e indirizzi chiari per risolvere questa questione perché altrimenti può succedere come è successo a me che nel complesso meccanismo della politica, del costruire campagne elettorali io mi ritrovi un giorno una valanga di pesce a casa”.

Altre precisazioni. “Per l'unica grande opera della amministrazione vinta dalla Dec di Degennaro, durante il primo mandato del centrosinistra al Comune, e cioè il Centro Direzionale del quartiere San Paolo, non ci fu mai nessuna agevolazione sull'aggiudicazione”. “I fratelli Degennaro - ha spiegato Emiliano - erano soggetti interni a un partito, la Margherita, che sosteneva a quell'epoca questa amministrazione. Non era un rapporto politico diretto con me, era un rapporto con una particolare area della Margherita che in quel momento viveva uno scontro furibondo fuori e dentro l'amministrazione comunale. Non è affatto vero che la gara fu tagliata sulla Dec. Il livello politico e amministrativo del Comune di Bari ha disperatamente cercato di chiudere questa gara (che risale al 2006 ndr) con un concorrente purché fosse perché la considerava un'opera importante, strategica, un fiore all'occhiello, essenziale perché riuscivamo a utilizzare una parte di fondi strutturali europei del periodo 2000-2006 rimasti inutilizzati presso la Regione Puglia”.

Il sindaco ha poi escluso categoricamente che possa aver chiesto un posto di lavoro alla stessa Dec dei fratelli Degennaro per una persona, come emerge dai fascicoli di inchiesta, e ha detto di non conoscere la persona, tale Michele Ragone, che ne avrebbe beneficiato. “Potrebbe essere accaduto, ma è una mia ipotesi, che qualcuno possa essersi servito del mio nome”, ha precisato. “Per i due garage sotterranei di piazza Cesare Battisti e piazza Giulio Cesare è inutile ricordare che per la mia amministrazione non poteva esserci alcuna contestazione nella fase dell'aggiudicazione che è stata realizzata dalla giunta precedente e non dalla mia”.

Sin qui la difesa a tutto campo del sindaco di Bari.

Ma dall’opposizione parte un fuoco di accuse: “Evidentemente Michele Emiliano ritiene che i cittadini baresi siano distratti o immemori, se pensa di potersi liberare come per incanto dalle quotidiane commistioni con la famiglia De Gennaro”. E’ quanto afferma coordinatore regionale pugliese del Pdl, Francesco Amoruso. “Questa patetica farsa per la quale il padre-padrone del Comune di Bari e dintorni non sapesse nulla di quel che accadeva tra suoi carissimi amici e importantissimi sponsor e gli uffici a lui subordinati, che era appena andata in scena sul Petruzzelli, è forse ancor più vergognosa dello squallore delle vicende in questione. Ha offerto le proprie scuse Emiliano, dimenticandosi però di trarre le conseguenze”.

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