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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Ostuni, il sindaco ritira le deleghe: Pd a un passo dalla giunta

Zoppicava da tempo la maggioranza di centrodestra a Ostuni, si trascinava con affanno perché senza numeri lungo i corridoi e l'aula consiliare e alla fine è caduta: il sindaco Gianfranco Coppola, oggi, ha ritirato le deleghe agli assessori

OSTUNI – Zoppicava da tempo la maggioranza di centrodestra a Ostuni, si trascinava con affanno perché senza numeri lungo i corridoi e l’aula consiliare e alla fine è caduta: il sindaco Gianfranco Coppola, oggi, ha ritirato le deleghe agli assessori.

Sono stati feriti dal fuoco amico, vittime del voto disgiunto che ha portato gli avversari a prevalere in Consiglio. Superstite è il vice sindaco Guglielmo Cavallo (anche lui rimasto a digiuno di deleghe) che assieme al primo cittadino è in attesa degli eventi, nel tentativo di scongiurare il commissariamento lungo 15 mesi. L’unica chance è costituita dal salvagente che dovrebbe arrivare dai “nemici”, quel centrosinistra trainato dal Pd dove è scontro fra gli storici (ormai ex) alleati Giovanni Epifani e Domenico Tanzarella, animo socialista, perché il primo è pronto a offrire ciambella e barella in nome della responsabilità che impone la continuità, mentre l’altro prega affinché si restituisca parola ai cittadini e grida allo scandalo all’alto tradimento

All’orizzonte si profila l’ingresso in Giunta di almeno un tesserato del Pd, forse ai Lavori Pubblici. Si fanno i nomi degli attuali consiglieri Gianfranco CoppolaMaria Buongiorno, figlia dell’ex assessore al Turismo, e di Angelo Pomes, attuale capogruppo consiliare del Pd, come possibili assessori. L’unica delega che il centrodestra non è disposta a cedere è l’Urbanistica. Così come ha già fatto sapere di voler confermare oltre a Cavallo come vice sindaco, gli assessori Giovanni Fedele, assessore con delega alle Attività produttive, Assistenza alle imprese, Agricoltura, Commercio e Servizi cimiteriali; e Antonio Molentino, assessore con delega all'Ambiente, Ecologia e Verde Pubblico, Servizi alle Contrade. Tutti eletti alle amministrative dell’8 giugno 2014, al turno di ballottaggio.

Non ci sono possibilità di riconferme per gli altri, anche – sembra – in virtù di un accordo per cui si sapeva che dovessero cedere il testimone ad altri:  Paolo Pinna, assessore con delega alle Opere Pubbliche, Pianificazione e gestione del territorio, Arredo Urbano, Acquisizione di risorse comunitarie e regionali; Mirella D’Attoma, assessore con delega alla Solidarietà, politiche sociali e di integrazione, Politiche giovanili e Pari Opportunità;  Marilena Zurlo, assessore con delega al Bilancio, Finanze, Tributi e Beni patrimoniali e demaniali e Servizi educativi - Pubblica istruzione; Elena Claudia Trifan, assessore con delega allo Sport, Turismo, Marketing territoriale, Eventi e Attività ricreative”.

I giochi dovrebbero essere chiusi entro la prossima settimana anche per non arrivare in ritardo alla composizione del bilancio di previsione 2015. Il sindaco, infatti, vuole continuare a marciare nonostante tutto, nonostante la situazione che tecnicamente viene definita “anatra zoppa”: “Non mi invidio da solo, non sono l’unico che si trova con un’anatra così, ma altro non è possibile fare”. Guai a parlare di tradimento del voto degli elettori e di ritorno alle urne: “E’ meglio un commissario?”, chiede. E aggiunge: “Meglio un commissario dopo l’eredità lasciata da Tanzarella? No. Se poi vogliamo dirla tutta, gli elettori hanno scelto me come sindaco e hanno pasticciato con il voto disgiunto, per cui in Assise ci sono cinque consiglieri del Pd”. Al Partito democratico è andata la presidenza delle Assise, Angelo Melpignano, incarico che peserà ai fini dell’assegnazione dell’assessorato nella logica del manuale Cencelli. “Ora proprio per il bene di Ostuni è giusto continuare e andare avanti”. Con una Giunta mista.

Nella Città Bianca che pullula di turisti, peggio non poteva capitare al sindaco Gianfranco Coppola, per di più a un anno dalla sua elezione e a quattro mesi dal rimpasto nell’esecutivo. Neppure la manovra di aggiustamento portata a termine il 3 marzo scorso ha sortito l’effetto sperato: il centrodestra ha continuato a vacillare, alle prese con numeri mancanti in Consiglio, dove su 24 scranni, undici sono della maggioranza, costretta ad annaspare quando in votazione ci sono delibere che richiedono un quorum qualificato. Per la gioia del Pd che di consiglieri ne ha schierati cinque, già autori di un salvataggio in occasione dell’approvazione del rendiconto 2014. Chi “legge” gli eventi con la traduzione del linguaggio politico, è quanto mai convinto che proprio quei voti siano da leggere come possibile ingresso in Giunta.

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