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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Petrolio, Tar sospende autorizzazioni

OSTUNI - “I provvedimenti ministeriali adottati sembrano avere disatteso alcuni considerevoli profili di criticità”. Questa la motivazione di fondo che ha spinto il Tar di Lecce a sospendere le autorizzazioni governative concesse alla società Northern Petroleum. No a saggi e trivellazioni, dunque.

OSTUNI - “I provvedimenti ministeriali adottati sembrano avere disatteso alcuni considerevoli profili di criticità”. Questa la motivazione di fondo che ha spinto il Tar di Lecce a sospendere le autorizzazioni governative concesse alla società Northern Petroleum. No a saggi e trivellazioni, dunque.  La Prima Sezione del Tribunale Amministrativo Regionale di Lecce con ordinanza n 130/2010 ha disposto la sospensione dell'efficacia del pronunciamento di compatibilità ambientale emesso dal Ministero dell’Ambiente e concernente il progetto di realizzazione della prima fase del programma di lavoro previsto al largo delle coste pugliesi e presentato dalla società britannica. Bloccati, di conseguenza, tutti gli atti presupposti, preparatori, connessi e consequenziali.

Le motivazioni addotte dal Tar sembra coincidano con quelle che avevano spinto nei giorni scorsi il Comune di Ostuni ad avanzare ricorso. I provvedimenti ministeriali che hanno caratterizzato il procedimento di compatibilità ambientale – sostiene il Tar – sarebbero stati adottati senza tenere conto di alcuni considerevoli profili di criticità: omesso perfezionamento della procedura di composizione della commissione tecnica di verifica di impatto ambientale nonché convocazione del rappresentante designato dalla Regione Puglia, con conseguente mancata valutazione di interessi ascrivibili all’ente territoriale; omessa considerazione del carattere inquinante della tecnica di prospezione geofisica denominata “ Air gun”, soprattutto in rapporto alla mancata considerazione di una alternativa tecnicamente praticabile allo stato delle conoscenze di settore e delle caratteristiche di sensibilità dell’area ove si svolge l’attività in questione.

Inoltre, non adeguata considerazione degli effetti pregiudizievoli derivanti dall’utilizzo della suddetta metodica di prospezione geofisica per la salvaguardia di alcune specie marine; omessa valutazione dei pregiudizi che l’attività di ricerca petrolifera in argomento può produrre a carico delle attività produttive attraverso le quali si manifesta la vocazione del territorio costiero (attività di esercizio della pesca, del turismo, della balneazione). Ed è proprio quest’ultimo rilievo, il più pesante. Accogliendo la domanda cautelare, il Tar ha così di fatto sospeso l’efficacia dei provvedimenti impugnati.

Il Comune di Ostuni (difeso dal legale dell’Ente, l’avvocato Cecilia Rosalia Zaccaria) presentò ricorso al Tar il 5 febbraio scorso contro il Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio, Ministero per i Beni e le Attività Culturali (difesi dall'Avvocatura Distrettuale Stato) e nei confronti della “Northern Petroleum Lmt”. Il 10 febbraio, ad adiuvandum, si aggiungevano al ricorso il Comune di Fasano (difeso dall'avvocato Ottavio Carparelli) e la Regione Puglia (difesa dall'avvocato Vittorio Triggiani).

“La strada scelta per combattere questa battaglia di giustizia e civiltà, si è dimostrata quella giusta” ha detto con soddisfazione il Sindaco di Ostuni, Domenico Tanzarella.  Anche il Forum Permanente Ambiente e Sviluppo di Ostuni, canta vittoria. Sempre in mattinata, intanto, si è appreso che non sarà il Tar del Lazio ad esprimersi sull’analogo ricorso presentato dalla Regione Puglia. La compatibilità, hanno stabilito i giudici capitolini, spetta ai Tribunali amministrativi competenti, di Bari e Lecce.

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