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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Provincia: buco e crisi col Pd

BRINDISI - Con 20 voti favorevoli, 4 contrari e 1 astenuto il Consiglio provinciale di Brindisi ha approvato stamane il bilancio di previsione 2012. I numeri dicono che ad oggi l’ente sfora il patto di stabilità per quattro milioni di euro, ma l’assessore al Bilancio Enzo Baldassarre non appare molto preoccupato: «Abbiamo tempo fino al 31 dicembre per arrivare al pareggio, riducendo le spese e chiedendo alla Regione di sbloccare i trasferimenti di sua competenza. Quando arrivai qui nel luglio 2009 lo scostamento era molto più pesante, di ben 13 milioni e mezzo». A fine consiglio si è consumato l'ennesimo strappo col PD, sulla delibera per la modifica al regolamento di vendita dei beni immobili trasferiti alla società Terra di Brindisi.

BRINDISI - Con 20 voti favorevoli, 4 contrari e 1 astenuto il Consiglio provinciale di Brindisi ha approvato stamane il bilancio di previsione 2012. I numeri dicono che ad oggi l’ente sfora il patto di stabilità per quattro milioni di euro, ma l’assessore al Bilancio Enzo Baldassarre non appare molto preoccupato: «Abbiamo tempo fino al 31 dicembre per arrivare al pareggio, riducendo le spese e chiedendo alla Regione di sbloccare i trasferimenti di sua competenza. Quando arrivai qui nel luglio 2009 lo scostamento era molto più pesante, di ben 13 milioni e mezzo». A fine consiglio si è consumato l'ennesimo strappo col PD, sulla delibera per la modifica al regolamento di vendita dei beni immobili trasferiti alla società Terra di Brindisi.

IL PATTO. Sul tema è intervenuto anche il presidente Massimo Ferrarese che ha chiamato in causa il governo Monti: «Noi quello che potevamo fare l’abbiamo fatto, razionalizzando la spesa ed eliminando gli sprechi. La spending review qui l’abbiamo attuata sin dai primi mesi del nostro insediamento, tre anni fa. Tutte le società da noi amministrate hanno risparmiato milioni di euro e oggi sono in attivo. Siamo fuori il patto di stabilità in quanto sono state cambiate le regole in corsa da Monti, regole che ci hanno penalizzato con 7,5 milioni di euro con il saldo obiettivo. Confidiamo nella Regione Puglia per lo sblocco dei fondi per i servizi sociali, più un intervento sul patto verticale che ci farebbe rientrare nel patto di stabilità. Ma, come già ho ribadito in passato, se dovessi scegliere, in questo momento di crisi, tra sforare il patto e salvare le imprese appaltatrici, sceglierei senza dubbio la seconda opzione».

In questi tre anni, ha aggiunto Ferrarese, la Provincia ha subito 16 milioni di euro di tagli: «Malgrado ciò noi continuiamo a dare i servizi. Non abbiamo chiuso nulla, non abbiamo licenziato nessuno, non abbiamo aumentato le tasse. Adesso si abbatte su questo ente un altro taglio con il decreto pubblicato oggi sulla Gazzetta Ufficiale: 9 milioni di euro, arrivando così a 25 milioni di euro in meno». Se questo decreto diventerà legge Ferrarese dovrà tagliare il trasporto pubblico locale, chiudere l’Università, aumentare la RC auto e chiudere la Santa Teresa.

LO STRAPPO COL PD. Il Consiglio provinciale si era aperto con la votazione del Piano di alienazione e valorizzazione del patrimonio immobiliare ex art.58 L. 133/2008 (19 sì, 3 no e 1 astenuto), dell’approvazione studi di fattibilità e progetti preliminari interventi inclusi nell’elenco annuale del programma triennale lavori Pubblici 2012-2014 (19 sì, 5 no e 1 astenuto), dell’approvazione programma triennale lavori Pubblici 2012-2014 ed elenco dei lavori da realizzare nell’anno 2012 (20 sì, 5 no e 1 astenuto) e dell’integrazione al regolamento Cosap (19 sì, 3 no e 1 astenuto).

Approvato anche l’ultimo ordine del giorno in programma, relativo alla modifica al regolamento di vendita dei beni immobili provinciali trasferiti alla società Terra di Brindisi. Prima della votazione il gruppo del PD aveva chiesto di posticipare la discussione e la votazione alla prossima seduta, richiesta che non è passata. Pertanto si è poi proceduto all’approvazione con i 13 voti favorevoli dei consiglieri presenti al momento del voto. Consiglieri e assessori del PD erano usciti dall’aula in forma di protesta. Nelle prossime ore si capirà se lo strappo avrà conseguenze politiche.

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