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Giovedì, 25 Aprile 2024
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"Rifiuti: conti in rosso e Tares ingiusta"

BRINDISI - Il conto consuntivo 2012 del comune di Brindisi ha evidenziato, che i ricavi rivenienti dai versamenti relativi alla tassa per la raccolta dei rifiuti solidi urbani, coprono solo 88% dei costi sostenuti dall’amministrazione comunale per tale servizio.

BRINDISI - Il conto consuntivo 2012 del comune di Brindisi ha evidenziato, che i ricavi rivenienti dai versamenti relativi alla tassa per la raccolta dei rifiuti solidi urbani, coprono solo 88% dei costi sostenuti dall’amministrazione comunale per tale servizio: 14.047.497,70 i ricavi, 15.995.998,90 i costi certificati dal collegio dei revisori nella loro relazione al bilancio.

Un risultato negativo sul quale pesano anche i notevoli costi relativi al trasporto, allo smaltimento, alla tritovagliatura dei rifiuti e all’ecotassa, aumentata al massimo a causa della insufficiente percentuale di raccolta differenziata.

E’ la naturale conseguenza delle tante lentezze, dell’ incuria e della inefficacia delle politiche sui rifiuti adottate dalla precedente amministrazione comunale, che ha perfino dilapidato circa 3 milioni di euro di denaro pubblico, riveniente dalle tasse dei cittadini, per la vigilanza e la manutenzione dell’impianto Cdr, costato una montagna di euro ( 23 miliardi di lire circa) e mai entrato in funzione dal 2004.

Una differenza notevole costi ricavi di 1.948.501,2 euro ( quasi 4 miliardi di lire ) che sarà scaricata sui contribuenti brindisini, in quanto la nuova tassa sui rifiuti e servizi ( Tares) impone la copertura totale ( al 100%) dei costi sopportati dal comune. Un aumento consistente al quale si aggiungerà, come previsto dalla legge, l’ulteriore balzello di 0,30/ 0,40 a metro quadro per i servizi indivisibili (illuminazione, strade, ecc. ). Una vera e propria stangata.

Né si può ragionevolmente fare molto affidamento sul recupero della ancora consistente quota di evasione Tarsu, se si fa riferimento ai dati sconfortanti dello scorso anno, che non hanno fatto registrare alcun nuovo recupero ( zero euro), a fronte della prospettiva di un milione di euro, ipotizzata nel bilancio di previsione.

C’è anche da mettere in rilievo, se non il privilegio, l’anomalia dovuta al fatto che tutte le attività esistenti nella zona commerciale ad ovest dell’ospedale Perrino di Brindisi, diversamente da tutti i commercianti e i cittadini del centro urbano, usufruiscono di una consistente riduzione di tariffa. Niente di irregolare. Infatti, il regolamento comunale sulla riscossione della tarsu prevede nelle zone non servite, nelle quali non è effettuato il servizio di raccolta, una tariffa ridotta del 70% , a condizione che la distanza dal più vicino cassonetto sia superiore a 300 metri.

Premesso che non si intende mettere assolutamente in discussione la qualifica di zona non servita, non si comprende però perché quella zona, diversamente da tante altre, sia rimasta tale negli anni. Perché non si sia esteso anche ad essa il servizio e posizionato i cassonetti, come è stato fatto nel luglio 2011 per le contrade Betlemme, Giancola, Apani, Giambattista, Schiavone, Palmarini, Sbitri e Muscia, ai cui residenti furono immediatamente recapitati avvisi di pagamento senza riduzione.

Si doveva in qualche caso estendere lo stesso servizio al di là della strada. Si tratta, come è evidente, di una questione di giustizia, ma anche un problema economico. Cosa aspetta l’amministrazione o cosa le impedisca di adeguare il servizio, portando la tariffa al 100 % come già avviene per tutti i cittadini ed i commercianti del centro urbano? Naturalmente c’è sempre da tener presente l’ elementare regola, che se uno paga di meno o non paga il dovuto, c’è sempre qualcun altro che deve pagare di più. Purtroppo a pagare di più sono sempre gli stessi.

 

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