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Sabato, 20 Aprile 2024
Politica

Rivoluzioni nei Paesi arabi e immigrazione, gli studenti: "Un fatto di libertà, accogliamoli"

BRINDISI - Gli studenti della Facoltà di Scienze politiche,sociali e del territorio, in queste ultime settimane hanno affrontato il tema dell’emergenza-immigrazione dal Nord Africa, e della tendopoli allestita tra Manduria ed Oria, presenza che sta coinvolgendo, rendendoli protagonisti di tali eventi, gli abitanti delle province di Brindisi e Taranto. Alla luce di ciò, si è deciso di coinvolgere attivamente la popolazione studentesca attraverso interviste che potessero illustrare al meglio le loro opinioni a riguardo. Durante i colloqui emerge che l’attenzione dei ragazzi cambia a seconda della provincia di appartenenza, quindi dell’impatto diretto sugli stessi della presenza della tendopoli. Elemento spia di ciò sono le parole di una studentessa di Scienze politiche che afferma: “Sono di Taranto, per cui questo è un fenomeno che mi riguarda da vicino. Spero che gli immigrati possano trovare la propria strada in Italia come in Europa e che non siano costretti a restare a vita in misere tendopoli”.

BRINDISI - Gli studenti della Facoltà di Scienze politiche,sociali e del territorio, in queste ultime settimane hanno affrontato il tema dell’emergenza-immigrazione dal Nord Africa, e della tendopoli allestita tra Manduria ed Oria, presenza che sta coinvolgendo, rendendoli protagonisti di tali eventi, gli abitanti delle province di Brindisi e Taranto. Alla luce di ciò, si è deciso di coinvolgere attivamente la popolazione studentesca attraverso interviste che potessero illustrare al meglio le loro opinioni a riguardo. Durante i colloqui emerge che l’attenzione dei ragazzi cambia a seconda della provincia di appartenenza, quindi dell’impatto diretto sugli stessi della presenza della tendopoli. Elemento spia di ciò sono le parole di una studentessa di Scienze politiche che afferma: “Sono di Taranto, per cui questo è un fenomeno che mi riguarda da vicino. Spero che gli immigrati possano trovare la propria strada in Italia come in Europa e che non siano costretti a restare a vita in misere tendopoli”.

Contrariamente, poco interessato si dimostra un ragazzo salentino che sostiene: “Seguo relativamente poco la questione tendopoli perché mi concentro unicamente sullo studio universitario”. Si è ritenuto opportuno estendere la discussione anche a temi di interesse internazionale riguardanti le rivoluzioni arabe che da sempre sono oggetto di polemiche. Una studentessa di Sociologia del crimine, ritiene che le rivoluzioni all’ interno dei paesi arabi  siano necessarie ai fini del raggiungimento della libertà. Rimarca la sua tesi affermando che: “ Le rivoluzioni interne a questi paesi scatenate dal popolo, devono essere maggiormente considerate e interpretate come desiderio di libertà. Facendo riferimento a ciò che sta avvenendo in Libia, ritengo che sia l’ ennesimo tentativo di porre fine a decenni e decenni di dittatura della tribù tripolitana”.

Contrariamente a quanto avviene nei temi affrontati precedentemente, sulla questione dei provvedimenti adottati dal governo, gli studenti della Facoltà di Scienze sociali, politiche e del territorio convengono sul fatto che in realtà l’azione dell’esecutivo italiano sia di disimpegno totale e condizionata da interessi di sfruttamento strategico delle risorse petrolifere. Uno tra i tanti intervistati sostiene: “ Come sempre nella storia il governo italiano sta affrontando la questione in maniera del tutto contraddittoria: se da una parte, essendo la maggior importatrice del petrolio libico, l’Italia non può evitare un intervento che le permetterebbe di sedere all’eventuale tavolo dei vincitori della guerra , d’ altro canto non può nemmeno palesarsi come conquistatrice di un paese con cui ha di recente stretto un trattato d’ amicizia ed ancora, mentre segue la linea interventista continua a negare il fatto che l ‘Italia sia in guerra”.

Considerando la collocazione logistica, decisamente periferica, della Cittadella della Ricerca si riscontra invece da parte di coloro che vi trascorrono la maggior parte del  tempo che la questione affrontata li ha coinvolti direttamente al di fuori di ogni aspettativa prevista.

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Il questionario

Sottoponendo un questionario sulla questione della rivoluzione dei Paesi Arabi e sulla situazione di Manduria a 10 studenti delle Facoltà di Scienze sociali politiche e del territorio e Ingegneria industriale dell’Università del Salento, dislocate presso la Cittadella della Ricerca in Brindisi, sono emersi pareri differenti ma prevalentemente orientati a un giudizio positivo su tali avvenimenti. Dopo aver esaminato le risposte al questionario di due ragazzi per ogni corso di laurea, ovvero Sociologia, Servizio Sociale, Scienze Politiche, Scienze dell’Amministrazione e Ingegneria, impostato in sei quesiti, è emerso tuttavia che solo  poco più della metà segue il fenomeno di queste rivoluzioni democratiche, sebbene la restante parte, che ha ammesso di seguirlo poco, abbia risposto ugualmente ai quesiti.

La maggior parte degli intervistati ha inoltre giudicato importante l’influenza dei social-network nella diffusione del movimento anti-totalitario tra i giovani,  e risposte analoghe sono state riscontrate nel terzo quesito sull’importanza dell’ascesa della democrazia in questi Paesi. Nella stessa misura, nel quarto quesito che riguarda il fenomeno migratorio dal Nord Africa che sta coinvolgendo le province di Brindisi e Taranto, gli studenti hanno mostrato molto interesse.

E’ stata  poi operata un’ulteriore suddivisione basandosi sul primo quesito, che faceva riferimento alla misura in cui gli intervistati seguono tale fenomeno, differenziando chi era abbastanza interessato e chi invece lo era poco. E’ stato rilevato che i primi hanno dato risposte alquanto variegate, mentre i secondi hanno fornito risposte tra loro simili.

Continuando con l’analisi del questionario, alla quinta domanda che chiede agli intervistati di scegliere  una possibile soluzione alla situazione tra le proposte di regolamentazione, tendopoli o rimpatrio, 8 su 10 ragazzi hanno indicato la regolamentazione mentre i restanti due hanno proposto il rimpatrio. Nel sesto ed ultimo quesito si nota che chi è stato favorevole alla regolamentazione non è d’accordo con l’opera attuata dal governo, al contrario i propositori del rimpatrio stanno agli antipodi: uno mostrandosi fortemente d’accordo e l’altro in disaccordo.

Nella valutazione si riscontra, quindi, che la maggior parte dei giovani sono vicini e abbastanza interessati alla questione della Rivoluzione Araba e sul fenomeno migratorio che sta coinvolgendo queste popolazioni e il nostro Paese.

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