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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Salvataggio Bms: il manager sposa la linea del centrodestra. "Serve un mutuo"

Ripianare i debiti o, in alternativa, riconoscere una parte dei crediti vantati con il comune dalla Multiservizi, onorandoli attraverso un finanziamento della Cassa depositi e prestiti. Questa è la linea che l'amministratore unico di Bms, Francesco Arigliano, sosterrà nel corso dell'assemblea dei soci della partecipata convocata per il prossimo 26 agosto

BRINDISI – Ripianare i debiti o, in alternativa, come già proposto la scorsa settimana dall'opposizione di centrodestra, riconoscere una parte dei crediti vantati con il comune dalla Multiservizi, onorandoli attraverso un prestito della Cassa depositi e prestiti. Questa è la linea che l’amministratore unico di Bms, Francesco Arigliano, sosterrà nel corso dell’assemblea dei soci della partecipata convocata per il prossimo 26 agosto. A detta di Arigliano, attualmente non sussistono le cause di scioglimento della società.

Il parere presentato lo scorso 5 agosto dal collegio dei revisori dei conti metteva però gli amministratori di Bms davanti a un aut aut: o convocare l’assemblea dei soci per ridurre il capitale e poi aumentarlo contemporaneamente sino ad una cifra non inferiore al minimo fissato dalla legge, oppure imboccare la strada dello scioglimento per la causa indicata dal punto 4 dell’articolo 2484 del codice civile, vale a dire la riduzione del capitale ad di sotto del minimo legale.

Ma Arigliano, prendendo spunto dallo stesso parere dei revisori, rimarca che le cause di scioglimento della società sussisterebbero solo nel caso in Francesco Arigliano-2cui il comune, socio unico della Multiservizi, non avviasse l’iter per ripianare le perdite. “Rispetto alle decisioni assunte dal socio unico in merito alle perdite (pari a circa 4 milioni, ndr) attestate dal bilancio 2012, ci sarebbero i presupposti e gli elementi giuridici nell’ambito del Tuel (testo unico degli enti locali) per ripianarle”. Tale intervento, da quanto sostenuto da Arigliano (nella foto a destra), potrebbe concretizzarsi con la ricostituzione del capitale sociale e un apporto patrimoniale del socio unico rappresentato non solo da versamenti in denaro, ma anche da conferimenti di varia natura che potrebbero riguardare beni durevoli o beni immobili.

In alternativa, Arigliano propone una seconda via d’uscita. “Nell’ambito dello stesso Tuel– spiega l’amministratore – possono essere valutati e attuati altri strumenti relativi ai finanziamenti delle stesse perdite. Se dovessero infatti emergere ragioni di credito fondate sui bilanci pregressi (2009-2011), nonché su determinati provvedimenti dell’autorità giudiziaria (il riferimento è al decreto ingiuntivo emesso dal tribunale di Brindisi su richiesta di Bms, ma non ancora notificato al comune, ndr), si potrebbe riconoscere una parte dei crediti e ottenere un finanziamento da parte della Cassa depositi e prestiti ”. L’assemblea dei soci del 26 agosto dovrebbe rivelarsi quindi risolutiva. Anche perché, se non si trova un soluzione, gli amministratori diventano responsabili in solido dei danni subiti dalla società, dai soci, dai creditori sociali e da terzi. 

I travagli della Multiservizi si riflettono inevitabilmente sulla politica cittadina, innescando una diatriba fra le file della maggioranza. I centristi, infatti, difendono a spada tratta l’operato di Arigliano, mentre il Pd, come affermato in un comunicato del 13 agosto, chiede "una totale sterzata rispetto alla gestione aziendale che dovrà subire un differente piano d'impresa volto a cambiare il destino della stessa azienda trasformandola in  una realtà produttiva importante”. Il sindaco, Mimmo Consales, cercherà di ricomporre questa divergenza nel corso della conferenza dei capi gruppo convocata per domani (21 luglio).

Anche il fronte sindacale, intanto, è in fermento. Per lunedì prossimo (25 agosto), dalle ore 9 alle 12, è stato infatti convocato lo sciopero dei dipendenti della società partecipata. I sindacati si oppongono con risolutezza all’ipotesi della messa in liquidazione. 

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