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Sabato, 20 Aprile 2024
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Riaperta la caccia ai voti di Brindisi. Caso Articolo Uno, un assaggio

Non si ancora, almeno sino al momento in cui scriviamo, se martedì alle 18,30 Massimo D’Alema arriverà alla Biblioteca provinciale a presiedere la kermesse organizzata dei consiglieri regionali Giuseppe Romano di San Pietro Vernotico ed Ernesto Abaterusso da Patù

BRINDISI – Non si ancora, almeno sino al momento in cui scriviamo, se martedì alle 18,30 Massimo D’Alema arriverà alla Biblioteca provinciale a presiedere la kermesse organizzata dei consiglieri regionali Giuseppe Romano di San Pietro Vernotico ed Ernesto Abaterusso da Patù, alleati nel progetto di prendere le redini di Articolo Uno – Movimento democratici e progressisti di Brindisi, segnandone una grave frattura dato che i circoli del nuovo movimento di sinistra si sono schierati tutti contro questa iniziativa.

Il punto non è però la situazione di Articolo Uno – Mdp, bensì  quello dello smaccato riproporsi dell’assalto al serbatoio di voti della città di Brindisi, senza cui nessuno può ragionevolmente sperare in una elezione o rielezione al consiglio regionale o al Parlamento nazionale. Ragionamento proposto e analizzato più volte, cifre alla mano, anche su questo giornale da vari osservatori politici.

Brindisi fuori dai giochi che contano

Brindisi, da questo punto di vista, è messa così: non esprime un segretario o un coordinatore provinciale di alcun partito, nessuno escluso; non ha un deputato o un senatore, e la rappresentanza istituzionale si riduce al consigliere regionale del M5S, Gianluca Bozzetti. Ma, a quanto pare, questi non sono tempi felici a Brindisi neppure per i cinque stelle. Non sono ragionamenti campanilistici, ma constatazioni della posizione di vassallaggio della politica cittadina rispetto ai poteri esterni.

Ernesto Abaterusso e Giuseppe Romano-2

Lo hanno ben spiegato recentemente, per altri versi, gli agenti e gli imprenditori marittimi protestando per i tentativi di mettere fuori dalla sala dei bottoni della nuova Autorità portuale di sistema il porto di Brindisi. Lo dicono tutta la campagna (propagandistica, ma comunque attiva), sul progetto del gasdotto Tap giocata dalla politica salentina e dal presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, per spostare a Brindisi il punto di approdo della condotta sottomarina, e l’esclusione di Brindisi dalle decisioni per l’operazione Eagle Lng, l’altro gasdotto che coinvolge il suo territorio ma senza alcuna interlocuzione con le rappresentanze di questa città. Almeno, che si sappia.

Infine, anche il riassetto della sanità in questa provincia sta suscitando disagi innumerevoli alla popolazione. Non bisogna dimenticare che le ultime due, disastrose esperienze amministrative al Comune di Brindisi, quelle delle giunte guidate da Mimmo Consales e da Angela Carluccio, sono state il frutto di decisioni prese da personaggi esterni con la complicità politica e l’atteggiamento di vassallaggio di soggetti locali. E non devono cadere nel dimenticatoio l’utilizzo degli enti di questa città per sistemare personaggi in cerca di autore, la perdita di autorevolezza ai tavoli regionali e nazionali.

Chi rimette in pista i Consales e Carluccio boy

Con quali credenziali, perciò, si comincino a ripresentare a Brindisi fautori e responsabili delle citate sventure (per ingerenze palesi o per assenze e silenzi altrettanto evidenti), è un elemento su cui i cittadini elettori di questa città hanno già avuto modo di riflettere, almeno quelli non disposti a vendere il proprio destino e quello dei propri figli ad avventurieri come quelli già visti all’opera nelle varie liste locali, telecomandati o meno dai poteri esterni. Lo dice lo sparuto 40 per cento presentatosi alle urne per l’ultimo ballottaggio per la designazione del sindaco. La stanchezza e la delusione hanno lanciato un segnale chiaro.

aula consiliare vuota comune di Brindisi-2

La combinazione elezioni politiche – elezioni amministrative per Brindisi rischia di diventare un congiungimento astrale molto negativo se la partita sarà giocata dai soliti personaggi, non a caso richiamati in massa e muniti di “indulgenze papali” da chi cerca voti per le proprie ambizioni personali, per essere mondati dal peccato di aver fatto parte delle comitive Consales e Carluccio. Le prime avvisaglie sono quelle che sta vivendo Articolo Uno. Ma la stessa minestra è pronta anche a destra e al centro, tra ex golden boy, riciclati, miracolati, abbagliati sulla via di Damasco, eccetera. La corrida ha avuto inizio.

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