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Alle primarie di Emiliano la sinistra oppone "le primarie delle idee"

Ironia sulle dichiarazioni del governatore circa un presunto complotto Vendola-Renzi: "Sta facendo benissimo tutto da solo"

Il governatore della Puglia, Michele Emiliano, accelera la preparazione del terreno per le prossime elezioni regionali anche se manca ancora più di un anno e mezzo. Il centrosinistra ufficiale ha già fissato, in fatti, per il 24 febbraio le primarie per scegliere il candidato per la presidenza della Regione, e l’uomo attualmente al comando non intende cedere il passo, partecipando alla corsa. Una mossa che sta ottenendo effetti collaterali non positivi in quasi tutto il Pd.

Le accuse a Vendola e Renzi

Emiliano infatti apre il fronte scegliendo in Nichi Vendola e in Matteo Renzi i bersagli, attribuendo loro la paternità di un complotto per farlo fuori dalla competizione per la riconferma, e accusando pertanto sia l’ex premier ed ex segretario nazionale del Partito Democratico, che l’ex ispiratore della Primavera Pugliese e per due volte presidente della Regione, di fare il gioco di Salvini.

Una polemica che intanto  sta creando spaccature all’interno del Pd pugliese, come effetto immediato e mentre si avvicina la scelta del segretario nazionale. Il governatore invece se da un lato sbandiera i fantasmi del complotto “vendolorenziano”, dall’altro si premunisce per allargare il proprio schieramento lasciando lavorare i suoi sostenitori di La Puglia con Emiliano alla costruzione di Senso Civico, una formazione che vuole appellarsi agli elettori passando attraverso la bocciatura dell’opera di tutti i partiti tradizionali. Senso Civico, peraltro, sta imbarcando non solo ex esponenti del Pd e di altre formazioni di centrosinistra, ma anche non pochi elementi di Forza Italia.

Il governatore: “Salvate il soldato M5S da Salvini”

Il governatore continua, come si diceva, a scorrazzare nelle vicende interne del Partito Democratico, dichiarandosi a favore della candidatura di Nicola Zingaretti, che sosterrà alle primarie del 3 marzo, ma compiacendosi anche per il fatto che nel lotto dei candidati alla segreteria nazionale ci sia il pugliese Boccia, e in fondo si dice contento anche per il fatto che Maurizio Martina avrebbe detto che se fosse stato pugliese avrebbe votato per lui. E non manca tuttavia di continuare a strizzare l’occhio al Movimento 5 Stelle lanciando la parola d’ordine “salvate il soldato M5S” dallo strabordante alleato Matteo Salvini.

Caustico il commento alle dichiarazioni di Emiliano sul presunto complotto ai suoi danni, fatto da Nicola Bavaro, segretario regionale di Sinistra Italiana: “È assai facile, quando non si vuole fare un’analisi approfondita e non si vogliono riconoscere le propria responsabilità, prendersela con il destino, il tempo avverso, la sorte. Oppure richiamare i complotti. Fa così oggi Michele Emiliano, che parla di un complotto di Nichi Vendola per farlo perdere. Vorrei rassicurarlo: sta facendo benissimo tutto da solo. Per questo bisogna organizzare un’alternativa”. E se il discorso si allargasse alla gestione della sanità, a torto o a ragione Emiliano ha già ricevuto pollice verso da buona parte dell’opinione pubblica.

Sempre a sinistra, non si assiste inattivi alle sgroppate del governatore. Un fatto è certo, da quel settore Emiliano non ricaverà un voto. Ma questa volta non sono le piccole formazioni fuori dall’orbita Pd (Articolo Uno, Mdp e Sinistra Italiana) a darsi appuntamento: per il il 23 febbraio nel capoluogo regionale è convocata una convention di numerose associazione della sinistra pugliese, indetta da La Giusta Causa, cui hanno aderito sin qui una decina di soggetti, inclusa Left Brindisi, firmando il documento “Prima le idee”. Appuntamento alle 15,30 alla Fiera del Levante.

Il documento “Prima le idee”

“La sinistra rischia di restare stritolata nel campo stretto della demagogia e del populismo: una moderna forma di tirannide in cui la politica è ridotta a invettiva, conquista del consenso a ogni costo, sguardo fisso sul presente, senza progresso e senza futuro. Questa degenerazione non è conseguenza di un destino avverso. La sinistra è stata incapace di contrastare gli effetti letali della globalizzazione e del dominio del capitalismo finanziario, che non produce nulla ma aumenta la ricchezza di pochi a danno di tutti. Le disuguaglianze economiche, culturali, geografiche sono aumentate in tutto l'Occidente, minando alla radice il patto sociale e la stessa legittimazione delle forze democratiche e progressiste.

In questo vuoto di senso, prima ancora che di programmi, è cresciuta la destra estrema. Ha vinto le elezioni anche in Italia e si è affermata alterando alla radice il comune sentire di larga parte della popolazione, ribattezzata "popolo" senza aggettivi e senza distinzioni, com'è nello stile dei regimi totalitari. E' arrivata al governo e rischia di diventare maggioranza, ovunque. E' una destra reazionaria ed eversiva, che sta riscrivendo i codici di comportamento delle istituzioni, anche nell'immagine, nei mezzi e nei contenuti della comunicazione, apertamente ostile nei confronti dei diritti umani, delle garanzie e della democrazia rappresentativa. Il suo obiettivo è demolire dalle fondamenta la democrazia costituzionale nata dopo la sconfitta del nazifascismo.

“Con gli accordi di vertice non si batte la destra”

La posta in gioco, quindi, è altissima, e la risposta delle forze progressiste e della sinistra inadeguata. Alla crisi di consenso si è risposto con gli accordi di vertice, con il trasformismo, con le consorterie prive di obiettivi che non siano la conquista e la conservazione del potere. Come sovranisti in sedicesimo, ciascuno difende i propri confini, sempre più angusti, mentre il mondo ci sta letteralmente crollando addosso. Occorre rompere questo schema e porre fine all'afasia. Se gli attori in scena restano sempre gli stessi, ossessivamente impegnati a mantenere la propria posizione, è difficile immaginare un vero rinnovamento, un cambiamento di strategia e una prossima rivincita. Ma è un problema di idee, non solo di persone: manca il confronto, mancano luoghi di discussione e partecipazione non solo virtuali.

Di questo sentiamo urgentemente il bisogno: di una comunità aperta, che tenda a includere e non a dividere. Nel Paese la sinistra non è all'anno zero, esistono milioni di donne e di uomini che restano saldamente ancorati ai principi della democrazia costituzionale e che vorrebbero tornare a occuparsi di politica: oggi all'opposizione, domani, magari, al governo, per incidere concretamente nella vita delle persone che oggi, in Italia, soffrono e fanno fatica anche a sopravvivere. La sinistra è viva anche nella nostra regione, dove, sotto la cenere di un dibattito asfittico incentrato solo sul destino del ceto politico, cova il fuoco di chi ha visto dissipare, negli anni, un enorme capitale di credibilità e di consenso.

“Le primarie volute da Emiliano stroncano ogni discussione sul futuro”

La scelta di indire delle primarie per scegliere il candidato presidente della Regione Puglia con oltre un anno di anticipo rispetto alla scadenza naturale del mandato è l'ultimo atto di questa bancarotta, un maldestro tentativo di stroncare sul nascere qualsiasi seria discussione sul futuro. La Puglia non ha bisogno di una campagna elettorale permanente, ma di buona politica. Di soluzioni ai problemi reali delle persone, di uno sguardo largo e non dell'allargamento della base di potere a suon di nomine, incarichi e prebende. Occorrono risposte concrete e urgenti alla crisi economica e ambientale, per il rilancio della sanità pubblica.

Servono idee nuove per scrivere il programma della rigenerazione politica e sociale della Puglia. Vogliamo parlare di questo e non delle prossime candidature, consapevoli che nessuno di noi è sufficiente, ma che tutti insieme possiamo contribuire alla rinascita. Facciamo appello ai gruppi, alle associazioni, ai partiti, alle donne e agli uomini che non si rassegnano al declino per organizzare una prima assemblea pubblica”.

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