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Venerdì, 29 Marzo 2024
Politica

Società partecipate, nel comitato di governance Lo Martire ed Elefante

Costituito l’organismo di controllo sugli enti partecipati dal Comune. In corsa c’era anche il grillino Serra

BRINDISI – Da oggi esiste il comitato di governance sulle società partecipate dal Comune di Brindisi: sono stati eletti i consiglieri comunali Antonio Elefante del Pd e Carmela Lo Martire, della civica Brindisi Popolare, espressione – rispettivamente - della maggioranza di centrosinistra e delle opposizioni.

Antonio Elefante-5I due nominativi sono il risultato dell’elezione avvenuta nel corso della seduta fiume delle Assise. Elezioni a scrutinio segreto. E in effetti, come sempre accade quando il voto non avviene per alzata di mano, c’è stata la sorpresa (per lo meno per alcuni) di un terzo candidato, vale a dire Gianluca Serra, avvocato come Carmela Lo Martire, candidato sindaco del Movimento CinqueStelle. A conferma del fatto che in Assise l’opposizione è frastagliata e che un conto sono le voci critiche del centrodestra, altro quelle dei grillini.

Ad ogni modo con otto voti rispetto ai quattro di Serra, Lo Martire ha incassato la nomina nel comitato di Governance: “Ruolo di enorme responsabilità giacché l’organismo è chiamato ad esprimere pareri sui bilanci delle società partecipate e dello stesso Comune che ne è socio”, dice Lo Martire. “Per questo ringrazio i miei colleghi per la fiducia che mi è stata accordata”.

Carmela Lomartire-2Il Comitato, più esattamente, è tenuto ad esprimere pareri obbligatori ma non vincolanti, prima che i bilanci arrivino in Consiglio per essere posti in votazione. La previsione dell’organismo è contenuta nell’articolo 16 del regolamento di controllo delle società e degli enti partecipata ed era stata chiesta da tempo per monitorare lo stato di salute delle srl Multiservizi, Energeko e Farmacia, dopo le vicende degli ultimi anni. Rispetto al salvataggio della società Servizi Farmaceutici, la Procura regionale presso la Corte dei Conti ha ipotizzato un danno erariale contestando il salvataggio della società e per questo ha chiesto ai consiglieri comunali che votarono quella delibera, così come ai dirigenti e ai revisori, il risarcimento di 19.588 euro a testa, per una somma complessiva di quasi mezzo milione di euro.

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