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Salute

Mamma e figlio finiscono al Pronto soccorso: entrambi in attesa sulla stessa barella

Dal Pronto soccorso del nosocomio brindisino continuano ad arrivare testimonianze di disservizi e disagi. L’ultimo risale alla giornata di ieri

SAN PIETRO VERNOTICO – Nonostante tutti gli interventi (alcuni non ancora completati) da parte della Asl di Brindisi per rendere sempre più efficiente l’assistenza sanitaria sul territorio, dal Pronto soccorso del nosocomio brindisino continuano ad arrivare testimonianze di disservizi e disagi. L’ultimo risale alla giornata di ieri, giovedì 28 marzo: protagonisti una mamma e il figlio di otto anni, giunti, per ironia della sorte, entrambi al Pronto soccorso per motivi diversi, a distanza di qualche ora l’una dall’altro.

Un “calvario” lo ha definito la donna, commessa in un supermercato del posto, che mentre era in attesa del suo turno ha visto giungere il marito che ha portato il figlioletto. “In seguito a un infortunio sul lavoro, un’ambulanza del 118, dopo un consulto all’ospedale di San Pietro, mi ha portata al Perrino di Brindisi – racconta la donna – mentre ero in attesa del mio turno mio marito mi annuncia telefonicamente che il pediatra di mio figlio di otto anni ha consigliato di portarlo al Pronto soccorso perché aveva la febbre troppo alta, sospettava un’appendicite”.

Così mamma è figlio si ritrovano in ospedale, entrambi da pazienti. Il piccolo, da quanto racconta la donna, dopo la visita in Pediatria viene mandato in Pronto soccorso e lì cominicia il calvario. 

L'odissea durante l'attesa

“Quando è arrivato non si reggeva in piedi, abbiamo chiesto più volte una barella per il bambino che però nessuno ci ha fornito, dopo diverse richieste senza risposta ho messo il piccolo nella barella insieme a me riparandolo con il mio cappotto e una coperta recuperata nella sala. Tremava, abbiamo chiesto di misurare la temperatura e abbiamo scoperto che aveva oltre 40. A quel punto abbiamo chiesto un intervento ma nessuno ci ha ascoltato. Solo quando mio marito si è messo a urlare come un pazzo ci è stata fornita la tachipirina ed è spuntata una barella per lui”. Il piccolo è stato ricoverato per sospetta appendicite alla 20 di sera mentre la mamma è stata dimessa intorno alle 21.30.

“C’erano altri bambini nelle stesse condizioni di mio figlio, accanto a noi, in attesa, c’era gente che vomitava, che sputava e che si lamentava. Secondo me un bambino con la febbre alta doveva rimanere in pediatria o comunque in un posto lontano da altri possibili virus. Poi non c’erano barellieri, mio figlio è stato portato da un reparto all’altro per le varie consulenze, da mio marito. Possibile che si deve arrivare a urlare per essere ascoltati?”.

Risale a un mese fa un’altra segnalazione giunta alla redazione di questo giornale sulla carenza di barelle al Pronto soccorso. Sette ambulanze rimasero bloccate al Perrino perché non c’era posto per trasbordare le persone trasportate.

Il Nursind: "Bisogna agie su più fronti"

“Purtroppo per rendere efficiente il Pronto soccorso e ridurre i tempi di attesa si deve agire su più fronti – spiega Carmelo Villani, segretario provinciale del Nursind – il numero di barelle è stato aumentato ma chiaramente se non si risolvono altre problematiche i disagi non cambiano e le barelle continuano a essere poche. Abbiamo più volte proposto di “informatizzare” alcune procedure come l’invio dei referti e delle consulenze dai reparti al Pronto soccorso, che avviene ancora manualmente. Il direttore sanitario si mostra sempre disponibile a collaborare per cercare soluzioni ma se i posti letto per acuti sono stati ridotti c’è poco da fare. Stiamo aspettando la ristrutturazione completa del Pronto soccorso che dovrebbe portare grossi benefici al sistema di assistenza ma poi servono i medici che a Brindisi sono pochi perché purtroppo chi viene al Pronto soccorso di Brindisi dopo un po’ scappa. Poi serve un’educazione sanitaria per il cittadino ed è necessario che tutti i presidi del territorio siano efficienti e che ci sia piena collaborazione di tutti anche dei medici di base e degli stessi utenti”.

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