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Giovedì, 28 Marzo 2024
Scuola

I sogni e le ambizioni dei neo diplomati del Giorgi, in una "Sera di mezza estate"

Momenti di forte emozione hanno caratterizzato l’evento organizzato dall’Istituto Tecnico Tecnologico Giorgi per festeggiare i suoi neodiplomati

OSTUNI - Momenti di forte emozione hanno caratterizzato l’evento “Una sera di mezza estate”, organizzato dall’Istituto Tecnico Tecnologico Giorgi per festeggiare i suoi neodiplomati. All’evento, organizzato dalla Preside Maria Luisa Sardelli, hanno partecipato diplomati, genitori, personale scolastico, i “ragazzi” diplomati nel ’68 ed anche le autorità, nelle figure del Sindaco Riccardo Rossi e del Procuratore Capo Antonio De Donno.

 In tutte le società esistono dei cerimoniali che segnano il passaggio all’età adulta, rituali carichi di significato che imprimono nelle menti l’importanza dei propri traguardi raggiunti, trampolino per nuovi ed ambiziosi obiettivi. “Le chiavi del sapere” li ha definiti la preside nel suo discorso introduttivo, da cui si è percepita una sincera commozione nel salutare gli studenti lanciati, ormai, verso il loro futuro, con l’augurio che possano esprimere non soltanto le competenze didattiche acquisite, ma soprattutto il rispetto civile nel loro essere cittadini di una società democratica e dai sani valori reciproci.

Successivamente, l’intervento del Procuratore De Donno ha ricordato l’anniversario della Strage di Via d’Amelio, descrivendo il Giudice Borsellino come il modello di un “eroe consapevole”, il cui valore precipuo è alla base della nostra civiltà.

Civiltà che fa rima con legalità, ed è su queste parole che il Procuratore ha lasciato la parola al Sindaco Riccardo Rossi. Il Sindaco ha auspicato che i nuovi diplomati siano protagonisti del cambiamento che attende la nostra città, bisognosa di una nuova pelle. Cittadini e professionisti, auspica Rossi, per una società giusta, in cui ciascuno deve dare il proprio contributo, e l’investitura di oggi conferisce ai nostri ragazzi una piccola parte di tale cambiamento.

Ma gli spunti più importanti derivano dalle parole dei ragazzi festeggiati, dagli sguardi di Giovanni, Prince, Alessio, Luca e Matteo, per menzionarne qualcuno. In loro vi è un miscuglio di emozioni e sentimenti: felicità, soddisfazione ma anche un senso di vuoto e disorientamento. Sono felici della propria libertà dopo mesi di fatiche, soddisfatti delle esperienze nell’istituto da cui hanno appreso il valore del rispetto della persona ed il coraggio nell’affrontare il nuovo “gioco” che adesso li attende. Oltre ciò, qualcuno ha espresso anche un po' di preoccupazione per la protezione scolastica che adesso verrà meno e per le sensazioni negative che provengono dal mondo del lavoro.

Davanti a questa varietà di visioni, tutti, però, convengono nel ringraziare sinceramente la loro Preside per l’affetto che hanno sentito lungo il loro percorso di crescita.

“Una serata di mezza estate” non è stato certamente un cerimoniale impregnato di caduco buonismo, ma il giusto riconoscimento per tanti diplomati, supportati inoltre dalla generazione del 1968, da cui hanno ricevuto il testimone dell’età adulta. Giovani pronti sì a godere ancora dell’importante aiuto delle proprie famiglie, ma anche decisi sostenere in prima linea l’impegno per il conseguimento dei propri obiettivi.

Di piccole tappe ne hanno conseguite tante: hanno interiorizzato parti di teorie nei vari ambiti del sapere, si districano ogni giorno in analisi riguardanti dal proprio pensiero ipotetico deduttivo e provano continuamente fasi e scelte convenzionali e anticonvenzionali, alla ricerca di una stabilità adulta che arriverà tra qualche anno. Ma è in questo turbinio di sinapsi ed emozioni, momenti di scoramento e sorrisi genuini che la loro crescita avviene in una società che dev’essere capace di accoglierli.

Echeggiano, in tal senso, le parole di Indro Montanelli e di Enrico Berlinguer: visioni politiche opposte che, tuttavia, condividevano la speranza che i giovani potessero combattere ogni giorno per le loro lotte. Ci saranno vittorie onorevoli e sconfitte formanti ma, finché vi sarà il desiderio di un mondo più giusto, varrà la pena lottare.

 AUGURI RAGAZZI!

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