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Sabato, 20 Aprile 2024
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Si sono ritrovati dopo 37 anni i marò della missione in Libano

Lunedì nella sede del comando Marina Militare nel castello svevo di Brindisi, il ricordo di quella partenza per Beirut il 22 settembre 1982

BRINDISI - Lunedi 16 settembre, dopo 37 anni, nella sede del comando della Marina Militare di Brindisi, il Castello Svevo, è avvenuto il primo incontro dei marò del Battaglione San Marco che parteciparono alle due missioni di pace in Libano (Beirut) di Italcon al comando del generale dei paracadutisti Franco Angioni, negli anni 1982-1984, dopo la strage nei campi palestinesi di Sabra e Chatila attuata dalla Falange libanese, mentre l'esercito israeliano impediva ai giornalisti e ai soccorsi di entrare nel perimetro dove avveniva l'eccidio, in cui persero la vita 900 persone, soprattutto, anziani, donne e bambini. Fu la prima missione di pace italiana, in zona di guerra, dopo il 1945.

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Un’inaspettata operazione militare, che, all’improvviso, coinvolse la Marina Italiana, il  Battaglione San Marco, le famiglie dei militari e la città di Brindisi, che fu invasa da troupe televisive e giornalisti. La comunicazione della partenza arrivò appena 24 ore prima. Il 22 settembre 1982, le navi anfibie Caorle e Grado salparono dal porto di Brindisi, dopo aver imbarcato, in brevissimo tempo, mezzi e uomini alla guida del comandante del Bsm Pier Luigi Sambo, “il guerriero buono” dal grande carisma, che, nonostante non sia potuto intervenire alla cerimonia, ancora oggi, i suoi uomini ricordano con orgoglio e stima (il 21 agosto, sempre da Brindisi, era partito il 2° Battaglione Bersaglieri “Governolo”, sempre con le navi anfibie di stanza nella nostra città, missione rientrata il 12 settembre).

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A poche ore dalla partenza, tutti i mezzi di comunicazione commentavano così: “Le navi Caorle e Grado, con a bordo i marò del B.S.M., hanno lasciato il porto di Brindisi, destinazione Libano. La Forza Multinazionale, in nome della pace, ha il compito di presidiare quel territorio, proteggere la popolazione ed i campi palestinesi di Sabra e Chatila”, E proprio da Brindisi dove tutto cominciò, dopo 37 anni, l’incontro di oltre 200 partecipanti, con le loro famiglie, ha rievocato quella missione, rinsaldando, ancora di più, quel legame affettivo mai perso.

Alla cerimonia, l’ammiraglio Cesare Bruno Petragnani, comandante della Brigata Marina San Marco, è intervenuto con parole di ammirazione nei loro confronti, come esempio da trasmettere ai giovani militari, in servizio oggi. Non sono mancate le foto ricordo di chi ci ha messo il cuore, in quella missione, che li vide partire ragazzini e tornare uomini, carichi di un’esperienza umana e forte da un punto di vista emotivo, rimasta indelebile nel tempo. Questa riunione è stata la dimostrazione autentica, che certi valori sono indissolubili, come indissolubili sono l’affetto e l’amicizia tra le famiglie, le mogli e i figli rimasti, allora, a casa, ad attendere.

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Una giornata ricca di emozioni di ricordi, aneddoti e commemorazione di episodi tristi, di chi fu ferito, di chi perse la vita, come il marò Filippo Montesi, la cui mamma ha fatto pervenire una lettera commovente, di una straordinaria compostezza ed infine il ricordo di chi, in questi anni, è andato via, dove il vuoto di ogni nominativo evocato, è stato riempito dal grido accorato “presente” dei suoi commilitoni ( dei suoi fra’ nel loro gergo).

Un ringraziamento è andato all’ammiraglio Petragnani e a tutta la Brigata  Marina San Marco, per il fattivo supporto, per la disponibilità, relativa alla visita della Caserma Carlotto, arricchita dalle suggestive dimostrazioni addestrative e per l’accoglienza nella splendida cornice del Castello Svevo. Un ringraziamento è andato, infine, al comandante Fabrizio Maltinti e al capo Vincenzo Cairo, organizzatori della manifestazione.

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