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Da Brindisi una nuova strategia di contrasto alle mafie balcaniche

La sede dell'Autorità portuale di Brindisi ha ospitato stamani il vertice del progetto Ipa 2017, presieduto dal capo della polizia Franco Gabrielli. Presenti ministri e capi di polizia dei Balcani occitendali

BRINDISI – Condividere le informazioni per contrastare il terrorismo e i sodalizi criminali che operano nell’Europa dell’Est. E’ questa la strada battuta dalla polizia italiana e dalle polizie dei paesi dei Balcani Occidentali, i cui capi si sono incontrati stamani (martedì 30 ottobre) presso la sede dell’Autorità di sistema portuale di Brindisi, nell’ambito del progetto Ipa 2017. Il vertice internazionale è stato presieduto dal capo della Polizia di stato, prefetto Franco Gabrielli, e dal sottosegretario agli Interni, Stefano Candiani. Fin dal pomeriggio di lunedì, Brindisi ha accolto i ministri dell’Interno, sottosegretari e capi di polizia di Albania, Bosnia Erzegovina, Kossovo, Macedonia, Montenegro e Serbia, oltre agli ambasciatori italiani presso i paesi coinvolti, al procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo, Federico Cafiero De Raho e ai rappresentanti della Direzione generale Commissione europea, di Europol e di Eurojust.

Il ruolo centrale di Brindisi

Non è stata ovviamente casuale la scelta di organizzare il meeting nell’area portuale di Brindisi, le cui forze dell’ordine sono da decenni in prima linea nel contrasto alle attività illecite (dal contrabbando di sigarette al traffico di sostanze stupefacenti di essere umani, senza trascurare il rischio di possibili infiltrazioni di cellule jihadiste) che si diramano dai Balcani.  “La scelta di Brindisi – ha dichiarato il prefetto Gabrielli a margine del vertice - è un riconoscimento alla storia strategica di questo significativo lembo del nostro Paese, è il riconoscimento a quello che le forze di polizia stanno realizzando in questi tempi, in questo territorio, sempre particolarmente all’attenzione sui temi della sicurezza”. 

Vertice sicurezza Ipa 2017 7-2

Una imponente cornice di sicurezza ha fatto da sfondo al vertice. L’area fra via Spalato e il lungomare Regina Margherita è stata presidiata da decine di uomini in divisa, fra poliziotti, carabinieri, finanzieri e agenti della polizia locale. Le unità della guardia Costiera e del Roan della guardia di finanza, in sinergia con la Squadra nautica della questura di Brindisi, hanno pattugliato lo specchio d’acqua del Seno di Levante. Il parcheggio di piazza delle Capitanerie è stato interdetto alla sosta. Piazza Vittorio Emanuele è stata interdetta alla circolazione. L’auditorium dell’Autorità portuale, per l’occasione, si è rifatto il look. Al suo interno sono state realizzate delle cabine per gli interpreti. Le autorità hanno preso posto intorno a un grande tavolo rettangolare. 

Le interviste al prefetto Gabrielli e al procuratore De Raho

Dopo la conferenza del mattino, nel pomeriggio il prefetto Gabrielli terrà degli incontri bilaterali con gli omologhi dei paesi balcanici. Tutto questo al fine di rinforzare gli accordi di collaborazione fra le forze di polizia coinvolte nel progetto Ipa 2017, che si sviluppa intorno a due direttrici: da un lato c’è la collaborazione nel settore della sicurezza, di cui l’Italia è capofila; dall’altro c’è la collaborazione sul versante giudiziario, con l’istituzione di un team di procuratori, di cui è la Germania a svolgere un ruolo di coordinamento. Centrale è quindi il ruolo del capo della polizia di Stato. 

Vertice sicurezza Ipa 2017 3-2-2

Gabrielli: "Crediamo in questo progetto"

“Questa conferenza ministeriale – dichiara Gabrielli - si pone a metà del nostro mandato in questo progetto in cui siamo co-leader con la Germania. E’ un progetto al quale noi crediamo e che si inserisce in una serie di altri progetti in cui l’Italia rappresenta il Paese leader sui temi della sicurezza in un’area geograficamente e politicamente strategica per la sicurezza dell’Europa”. 

“Sono i sei Paesi – prosegue il prefetto - che intendono fare un percorso di integrazione con l’Unione e quindi di entrare nell’Unione, la quale predispone una serie di verifiche per certificare che le strutture statuali siano in linea con gli standard europei. Nello specifico il nostro obiettivo è quello di rafforzare il sistema di sicurezza e il sistema giudiziario di questi Paesi” “Nel settore – ha concluso Gabrielli - l’Italia è particolarmente ricca, ahinoi, di conoscenze sul versante del contrasto alla criminalità organizzata, al terrorismo interno e internazionale”

Vertice sicurezza Ipa 2017 5-2-2

De Raho: "Mettere insieme e condividere le informazioni

Il procuratore Antimafia De Raho si è soffermato sull’importanza di “Mettere assieme le informazioni, riuscire a comunicarle, diffonderle con rapidità”, perché questo “è quello che occorre per battere la criminalità organizzata e il terrorismo. Dobbiamo essere più veloci di loro” “Il fine è migliorare il rapporto fra i vari Paesi, sia per quel che riguarda la cooperazione di polizia – ha spiegato – che per quanto riguarda la cooperazione giudiziaria”.

“E’ evidente che condividere le informazioni significa un po’ privarsi del possesso delle stesse”, ha chiarito il procuratore rispondendo alle domande dei giornalisti. “L’importante – ha proseguito - è non sentirsi proprietari del dato, ma comprendere che il dato, unito ad altro dato, ci può dare una conoscenza ampia e consentirci di essere più efficaci nel contrasto al crimine organizzato, presente in tanti Paesi. Ciascun Paese con i propri organismi di polizia, con la propria magistratura può concorrere a formare una conoscenza che consenta di costruire i singoli segmenti per avere un quadro dell’operatività delle organizzazioni criminali e contrastarle più efficacemente nei vari Paesi”.

Vertice sicurezza Ipa 2017 4-2

“Le mafie balcaniche costituiscono un pericolo – ha aggiunto – perché rappresentano quelle nuove mafie straniere che sono presenti sul nostro territorio e in vari altri territori della Comunità europea. Questo determina poi una maggiore velocità nell’ambito dei trasferimenti di stupefacenti, di armi, e la più agevole consumazione di reati quali la tratta di persone, la riduzione in schiavitù, il caporalato, tutto ciò che proviene dai Paesi dell’Est”.  

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