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Martedì, 23 Aprile 2024
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Energia dalla fusione nucleare: Cittadella candidata all'esperimento

Regione, Provincia e Comune avanzano la proposta all'Enea: un investimento di 500 milioni di euro per il Divertor Tokamak Test. In campo 500 aziende italiane della componentistica avanzata

BRINDISI – Se la candidatura avanzata dalla Regione Puglia sarà accolta, Cittadella della Ricerca e Brindisi diventeranno l’ombelico della ricerca europea sulle ricadute energetiche della fusione nucleare. Una candidatura protetta sin qui dal massimo riserbo, ma c’era già una condivisione, sancita in un protocollo, tra la stessa Regione Puglia, il Comune e la Provincia di Brindisi.

L’esperimento DDT: plasma a 100 milioni di gradi

Cittadella della Ricerca potrebbe diventare la sede dell’esperimento DDT (Divertor Tokamak Test). DTT è  un cilindro ipertecnologico alto 10 metri con un raggio di 5, all’interno del quale saranno confinati 33 metri cubi di plasma alla temperatura di 100 milioni di gradi, e con una intensità di corrente di 6 milioni di Ampere (pari alla corrente di sei milioni di lampade, e un carico termico sui materiali fino a 50 milioni di watt per metro quadrato (oltre due volte la potenza di un razzo al decollo).

Il plasma lavorerà ad una temperatura di oltre 100 milioni di gradi, mentre i 26 chilometri di cavi superconduttori previsti dal progetto, in niobio e stagno, e gli altri 16 chilometri in niobio e titanio, saranno mantenuti ad una temperatura costante di 269 °C sotto zero. Grazie a materiali superconduttori di ultima generazione realizzati dall’ENEA in collaborazione con le aziende specializzate, il plasma all’interno di DTT raggiungerà una densità di energia confrontabile a quella del futuro reattore.

La sede dell'Enea a Brindisi - Cittadella

Scopi dell’esperimento e ricadute su ricerca e lavoro

DDT è una procedura sperimentale ideata da ENEA, che in Cittadella della Ricerca ha da anni una delle sue sedi di ricerca, e anche ciò ha influito nella decisione di candidare il parco scientifico-tecnologico brindisino ad ospitare il progetto. ENEA ha messo a punto DDT assieme a CNR, INFN, Consorzio RFX, CREATE e alcune tra le più prestigiose università del settore.

Il Divertor Tokamak Test nasce con l’obiettivo di costituire il punto di connessione tra i grandi progetti internazionali di fusione nucleare ITER e DEMO (il reattore che dopo il 2050 dovrà produrre energia elettrica da fusione nucleare) per fornire risposte, scientifiche, tecniche e tecnologiche a problematiche di grande rilievo quali la gestione dei grandi flussi di potenza prodotti dal plasma combustibile e i materiali da usare come ‘contenitore’ a prova di temperature elevatissime.

Il video dell'esperimento

Una grande scommessa per la ricerca italiana e per le nostre aziende del settore e per altre imprese della Ue. Infatti si calcola che saranno circa 500 le industrie italiane coinvolte, che si sono aggiudicate il 60 per cento delle commesse europee (del valore di un miliardo di euro) per produrre la componentistica ad alta tecnologia richiesta. E si punta ad accrescere per i prossimi 5 anni la mole dei contratti, per altre centinaia di milioni di euro.

Uno dei laboratori dell'Enea alla Cittadella di Brindisi

I risultati scientifici e tecnologici attesi riguardano i settori dei superconduttori, dei componenti interfacciati al plasma, della neutronica, della sicurezza, del remote handling e della fisica del plasma. Negli ultimi 20 anni, nelle attività sulla fusione sono nati oltre 50 brevetti con importanti effetti per lo sviluppo e la competitività delle industrie nazionali.

Infatti l’Italia ha conquistato la leadership nel campo della fusione nucleare: oggi siamo tra i principali partner delle agenzie europee EUROfusion e Fusion for Energy (F4E) e partecipiamo ai grandi programmi di ricerca internazionali  DEMO, Broader Approach ed ITER, l’International Thermonuclear Experimental Reactor in via di realizzazione a Cadarache, nel sud della Francia. I ricercatori ENEA sono stati tra i primi a realizzare impianti per lo studio dei plasmi a confinamento magnetico, macchine per la fusione come il Frascati Tokamak (FT) e il Frascati Tokamak Upgrade (FTU).

La candidatura avanzata dalla Regione Puglia

La giunta regionale ha  deciso oggi di candidare  l’area della Cittadella della Ricerca di Brindisi, partecipando all’avviso pubblico bandito dall’ENEA il 24 novembre2017, per la selezione finalizzata alla scelta del sito per l’insediamento del DDT, che è “di grande interesse per il sistema produttivo italiano e regionale   con la  previsione - tra l’altro -  di 1.600 nuovi posti di lavoro ed una ricaduta economica complessiva di 2.000 milioni di euro (su tutto il terrritorio nazionale, ndr)".

L’investimento complessivo per la costruzione del sito è stimato in complessivi 500 milioni di euro, fa sapere un comunicato della giunta regionale, “ripartiti tra diversi attori istituzionali, al quale si aggiunge il costo della connessione alla rete elettrica nazionale. Ecco cosa prevede il piano finanziario messo a punto dal governo insieme all’ENEA, riportato nell’avviso".

Mutuo europeo di 250 milioni di euro erogato dalla Banca Europea degli Investimenti; finanziamenti nazionali di varia natura per 160 milioni di euro; contributi da EUROfusion pari a 60 milioni di euro; contributi dalla Repubblica Popolare Cinese, partner scientifico del progetto, per circa 30 milioni di euro.

La Foresteria di Cittadella della Ricerca

Dal canto suo, l’ente territoriale che  si candida ad ospitare il DTT dovrà assicurare, secondo quanto indicato nell’avviso pubblico, tra i principali punti: mettere a disposizione l’area (superficie minima compresa tra i 4 e i 6 ettari) per la costruzione del centro entro e non oltre il 30 novembre 2018; l’area dovrà essere completamente libera o occupata da edifici che possono in parte essere adattati alle esigenze del centro di ricerca.

Inoltre, cedere la proprietà a titolo gratuito all’ENEA dell’area già di proprietà dell’ente territoriale o di altro soggetto di cui l’ente territoriale abbia acquisito formalmente la disponibilità alla cessione; contribuire finanziariamente alla realizzazione del sito con un co-finanziamento nella misura minima di 25 milioni di euro; impegnarsi a realizzare, qualora non presenti, tutte le eventuali necessarie opere di urbanizzazione primaria nei tempi previsti per la realizzazione degli edifici.

Infine, impegnarsi, qualora non lo siano, a rendere le strade di accesso al sito idonee per il transito di trasporti eccezionali; provvedere all’estensione della linea elettrica capace di sostenere un carico di 300 MVA in continua. Come già detto, “la giunta regionale ha  approvato, in uno alla decisione di candidatura, lo schema di protocollo di intesa tra Regione Puglia, Provincia di Brindisi e Comune di Brindisi”.

La palazzina delle aule di Unisalento in Cittadella

Le prospettive

L’esperimento DDT porterebbe Cittadella della Ricerca a nuova vita e al centro delle strategie energetiche europee e mondiali del futuro, alternative alle fonti fossili, partendo dal controllo della fusione nucleare (questo non vuol dire che Brindisi ospiterebbe il futuro reattore dopo l’industrializzazione dei risultati dell’esperimento).

Gran parte dell’area di Cittadella diventerebbe di proprietà dell’Enea. Le facoltà di Ingegneria pugliesi potrebbero acquisire un ruolo importante. Parte della ricerca sulla componentistica potrebbe insediarsi in questo territorio. Il territorio parteciperebbe all’investimento con soli 25 milioni di euro. Ma saranno Enea e il governo a decidere. Per ora, si tratta solo di una candidatura.

Cittadella ha un grande patrimonio immobiliare di proprietà della Provincia, riconvertibile, spazi sufficienti, mensa, foresteria, il corso di studi triennale di Ingegneria industriale, la specialistica in Ingegneria aerospaziale, una sede del Cnr, importanti consorzi di ricerca pubblico-privati come Optel e Cetma, la sede del Distretto tecnologico aerospaziale e dell'Istituto tecnico superiore in costruzioni aeronautiche e nautiche.

L'infrastrutturazione richiesta all'ente ospitante dall'avviso nazionale di Enea dovrebbe partire da opere semplici. Il parco scientifico tecnologico brindisino è già collegato alla rete ferroviaria da una apposita fermata, ed usufruisce di collegamenti bus. Il porto e l'aeroporto di Brindisi sono vicinissimi, come pure i collegamenti autostradali, sia da Taranto che da Bari attraverso le superstrade 7 e 379. 

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